What’s Love

Che cosa è l’amore? Se lo domanda anche il regista Alessandro Fea che il 13 luglio debutta con “What’s love”, omaggio teatrale-musicale a Tina Turner, in prima nazionale al Teatro Porta Portese.  Lo spettacolo è realizzato dall’associazione musicale SOFIS Arte e Musica. A dar voce a Tina Turner è Annalisa Eva Paolucci che interpreterà brani indimenticabili come What’s love,
Deep mountain high, Simply the best, Proud Mary e tanti altri. La Paolucci sarà accompagnata sul palco dai reading di Rita Cardoni e Giancarlo Testa con le musiche composte ed eseguite dal vivo da Alessandro Fea, che firma la regia.

Fea torna sul palco con una nuova opera del suo filone di “teatro musicale biografico”, fatto di omaggi a personaggi famosi, quasi sempre donne della cultura letteraria o musicale. Dopo “L’amore di Alda”, tributo ad Alda Merini portato in scena a gennaio, ora è la volta di un omaggio in musica e parole a una donna forte e fragile come Tina Turner.

“What’s love” è un viaggio nella vita della grande artista da poco scomparsa. Non solo attraverso la musica, ma soprattutto andando a metterne in luce gli aspetti più profondi. La Tina donna, mamma, moglie, discepola. La Tina più nascosta, quella privata: i suoi pensieri, la sua fragilità. Ma anche la sua enorme energia. Una vita passata sui palcoscenici di tutto il mondo, sempre sotto i riflettori, ma anche una vita privata che ha voluto spesso proteggere dagli sguardi esterni. Il suo rapporto con la spiritualità. La storia di una donna che ha fatto dell’evoluzione personale il fulcro della sua esistenza.

Il teatro di Alessandro Fea è fatto di musica e di introspezione. Dopo “L’amore di Alda”, andato in scena a gennaio al Teatro Porta Portese, Fea ha portato sul palco la commedia “L’essenza”, uno spettacolo che attraverso la parola letta e sonorizzata, il suono, la musica, le emozioni, racconta la storia di una donna, arrivata a un punto della vita in cui sente la necessità di riscoprire l’essenza, appunto, la radice di se stessa. Ad aprile, poi, è stata la volta di “7 sogni”, un racconto carico di denuncia e di speranza, quattro storie che si intrecciano tra loro a filo doppio: quello sociale e quello dell’ironia amara delle periferie.

Abbiamo nuovamente intervistato Alessandro Fea che con la sua magica atmosfera ci porta all’interno dei suoi lavori emozionandoci ed invitandoci a viverci momenti unici.

Che cosa è l’amore?

Bella domanda. Forse una delle più difficili per l’uomo. Esistono vari tipi di amore. Per i figli, per i genitori, per i partner…Ho difficoltà a definirlo. Sicuramente è un sentimento fondamentale per l’uomo. Creo non ne possa fare a meno. Ma è anche forse uno dei più difficili da esternare.

Perché un omaggio teatrale a Tina Turner?

Perché sono sempre rimasto affascinato dalla sua storia di vita. Incredibile. Dura. Piena di successi, ma anche di drammi familiari. E dato che spesso faccio omaggi a figure artistiche da cui sono affascinato, ora toccava a lei. La sua forza vitale, la sua capacità di cambiamento, di evoluzione in positivo verso la vita, sono qualcosa di incredibile. Da prendere ad esempio.

Che cosa ha rappresentato la musica per Tina Turner?

La sua carriera è divisa nettamente in due: con Ike, e da solista. In entrambi i casi è diventata una icona musicale, con le sue Hit, con il suo modo di stare su un palco. I più grandi si sono ispirati a lei. La sua voce black, grintosa, piena di anima è immensa.

Nello spettacolo chi dà voce alla grande Turner?

Annalisa Eva Paolucci, grande cantante.

Quanto è stato difficile individuare una voce che potesse essere simile a quella della grande cantante americana?

Non ho scelto Annalisa Eva per la similitudine. Mi interessava una cantante che avesse la stessa pasta interiore, la stessa emotività, le stesse corde emotive.

Da chi è realizzato lo spettacolo?

Scritto e diretto da me.

Chi sono i protagonisti?

Rita Cardoni e Elisabetta Tulli saranno le due voci teatrali. Annalisa Eva Paolucci la voce. Io la chitarra e Loop.

Quanto è stata difficile la regia?

Più che altro è stata difficile la parte di scrittura. Volevo trasmettere una Tina meno conosciuta, più intima, più riflessiva. La Tina umana, donna, madre.

Le musiche da chi sono state composte?

Le sonorizzazioni da me. Gli arrangiamenti dei brani originali insieme ad Annalisa

Da Alda Merini a Tina Turner, in che cosa sono simili queste due protagoniste del ‘900?

Moltissimo. Vite incredibili. Vite dure, vite piene di sofferenza, eppure la loro energia, la loro vitalità la loro voglia di combattere vince. Sono entrambe figure carismatiche. Donne dotate di una resilienza, di una capacità reattiva pazzesca.

Qual è il fulcro della vita di Tina Turner?

Sicuramente la sua evoluzione personale e spirituale, avvenuta nella seconda parte della sua vita. Un esempio di come lavorando su sé stessi si può davvero cambiare.

Alla domanda “Se potessi tornare indietro e cambiare qualcosa della tua vita cosa cambieresti?” lei risponde NULLA. Secondo lei perché?

Perchè se si cambiasse il nostro passato, non saremmo più noi stessi di oggi, nel bene o nel male.

Ed ogni esperienza vissuta ha contribuito a farci crescere.

Tina Turner è un’artista che ce l’ha fatta, quanto è difficile trovare la strada del successo?

Tantissimo! E non sempre è per meriti bisogna ammetterlo. Servono una serie di coincidenze di vita.

Che cosa si aspetta dal pubblico?

Che colga l’essenza del messaggio: l’amore salva il mondo.

Andrete in tour?

Speriamo!

Progetti?

A novembre debutterò il mio nuovo testo drammaturgico. In arrivo un mio CD di musiche a settembre.

La prossima artista?

È in lavorazione un progetto. Ma sarà una sorpresa!

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