Spiaggia libera

“Spiaggia libera” scritta e diretta da Mariella Pizziconi è in scena a Il Cantiere Teatrale – Accademia Giovanni Arnone dal 1° al 3 dicembre: una commedia “amara” che dovrebbe far ridere.

Gli arenili da quelle parti sono molto ampi e di sabbia chiarissima e fine. Magici i tramonti ma il mare lascia a desiderare.

Laddove ci fu lo sbarco di Anzio, madre e figlia, si combattono a suon di recriminazioni e ricordi.

La voglia di famiglia, tradita, è la spina dorsale dell’opera e la spiaggia uno spaccato della società post pandemica dove ognuno vive il suo piccolo mondo con le proprie convinzioni: figure incapaci di una giusta comunicazione e di percepire i sentimenti degli altri, intesi soltanto come nemici.

“Spiaggia libera” è una commedia e dovrebbe far ridere eppure…

“La spiaggia è quella che io conosco bene, Tor San Lorenzo, nei pressi di Anzio, dove ci fu lo sbarco degli Americani durante la Seconda guerra mondiale. Ci si imbatte spesso in gente maleducata ed arrogante e bisogna, quindi, stare molto attenti a non litigare con nessuno, ma c’è anche una bellissima voglia di famiglia che stupisce: così si vedono spesso nonni, zii e cugini apparecchiare traballanti tavolinetti stracolmi di frittate, lasagne e angurie. La vacanza per qualcuno è soltanto voglia di divertimento, per altri invece è voglia di riposo”, ci racconta Mariella Pizziconi

La commedia racconta una giornata al mare tra madre e figlia. La donna compie 40 anni e il regalo di una giornata al mare, richiesta alla madre per confrontarsi liberamente, avrà risvolti molto amari.

Tante le ore a disposizione per poter fare pace con il passato o addirittura per rendere ancora più problematico il rapporto tra difetti e recriminazioni.

La madre (Stefania Ranieri) è una pacata ex campionessa di nuoto, la figlia (Serena Canali) una scocciante e precisina professoressa di italiano: due opposti che nel fluire della vita sono diventati “distanza” e “solitudine”.

“Amo il mare ma la spiaggia d’estate diventa spesso un campo di combattimento: liti per gli schizzi d’acqua, per la sabbia tirata, per i palloni che colpiscono gli occhiali. Così ho pensato di scrivere qualcosa, non soltanto sui tipi da spiaggia, ma anche sui rapporti che, inevitabilmente, in un luogo aperto e apparentemente libero, diventano qualcosa di diverso. E quale rapporto è più conflittuale, per una donna di quello con la madre?”, continua Mariella Pizziconi. In questa intervista l’autrice ci porta all’interno del suo lavoro con grazia e mistero.

“Spiaggia libera” debutta il primo dicembre: di che cosa parla?

“Spiaggia libera” parla di una giornata al mare, chiesta da una figlia alla madre come regalo per il compimento dei suoi 40 anni.  Tra le due non c’è dialogo e in un luogo aperto, lontano da amici e conoscenti, Serena, la figlia, spera che la madre si apra finalmente, il problema è che, inaspettatamente, Stefania, si apre anche troppo.

Le due iniziano subito a litigare: recriminazioni, accuse, mentre la spiaggia si riempie piano piano di gente che ha voglia di divertirsi e di comunicare visto che è appena finita la pandemia. Così si accavallano situazioni e tensioni.

Non c’è pace né perdono tra madre e figlia e questo rende ancora più problematico il rapporto con i vicini di spiaggia che invece se la vogliono godere e basta.

Poi ci si metteranno anche due telefonate del padre e marito delle due a peggiorare la situazione…

Che cosa si può trovare in una spiaggia libera?

In una spiaggia libera del Pontino puoi trovare di tutto, anche il delinquente con tutta la famiglia, intesa anche come clan. Scherzi a parte ma non molto, si muovono intere comitive di giovani dalle periferie sud di Roma e dai Castelli Romani. Ma ci sono anche famigliole tranquille e lavoratori che non possono permettersi nessun altro tipo di vacanza e fanno tenerezza con i loro panini e l’acqua minerale appresso. Una partitella a pallone, il ragazzino che urla, l’altro che tira la sabbia… un mondo, e in questo mondo, Serena, la figlia che ha avuto l’idea di portare con sé la madre borghese, si innervosisce sempre più…

Perché una commedia “amara” che dovrebbe far ridere?

Le commedie in genere fanno ridere, sono leggere, fresche, intrattengono il pubblico amabilmente, e pure SPIAGGIA LIBERA lo fa e fa fare delle belle risate, alcune fulminanti, altre esilaranti, poi ci sono quelle “sotto i baffi “…

Non te lo aspetti che all’improvviso, proprio dopo il dialogo ritrovato tra madre e figlia, diventi altro. Però non delude, perché le emozioni sono talmente forti che il pubblico esce comunque soddisfatto anche se con una lacrima sul viso.

Che cosa rappresenta il mare nell’immaginario collettivo?

Il mare è libertà e bellezza.

È acqua che rinfresca, lava, sanifica.

È rumore continuo che culla.

È colore, bellissimo colore che rilassa gli occhi.

È letto e vestito ma è anche abisso.

È con lui che dialoghiamo in silenzio.

È mistero e pericolo, è vita.

E il tramonto?

Se c’è una cosa di bello nel Pontino sono i tramonti, tutti mozzafiato. Non so il perché, del resto sono gli stessi di Roma.

Sono 43 anni che d’estate vado a Tor San Lorenzo ed ho l’abitudine, ogni sera, di andare a vedere il tramonto con mio marito. Quando i bimbi erano piccoli anche con loro e quando venivano a trovarci amici o parenti li portavamo con noi. Tutti a fare foto al sole che se ne va a Tor San Lorenzo, e vedi gente che corre verso il mare per non perderselo.

Quanto è importante la famiglia?

Lo dico sempre, “la famiglia è tutto”, è mutuo soccorso, è calore e nido.

A volte è dolore sì ma anche in questo caso può dare comunque consolazione.

È condivisione e comunione. Nessuna famiglia è perfetta ma ci si può lavorare, consultare esperti o amici veri che possano mediare e aiutare.  I rapporti umani sono difficili: litigano gli amici ma litigano anche i congiunti, per cose vecchie mai chiarite, per uno sguardo un po’ duro, per una idea diversa.

Il dialogo è importante, direi anzi, è fondamentale. Io ne so qualcosa.

Qual è la spina dorsale di questo lavoro teatrale?

Diciamo che la spina dorsale dello spettacolo è il dialogo continuo tra madre e figlia, non cessa praticamente mai.  Molto difficile per le attrici che non prendono mai respiro fino alla fine.

È un ping pong tra colpi bassi e piccole, rare dolcezze. Ma c’è anche il mare con la sua costante presenza, e c’è la spiaggia, prima vuota e poi sempre più chiassosa e piena di tipi strani, tipi che appena usciti dalla pandemia vogliono comunicare e divertirsi.

Le due attrici hanno la responsabilità di caricarsi sulle spalle l’intero spettacolo ed il pubblico partecipa col fiato sospeso: ride e poi piange ma la vita è così è dolce e poi amara.

Amico nemico, buio e luce: nonostante tutto la vita accade, che cosa può svelare?

Può svelare il nostro carattere, io solo ora, dopo tanta vita, posso dire di conoscermi.

Ci ho messo tanto tempo e tanti errori, ma solo sbagliando si cresce si sa.

Posso dire con certezza di aver conosciuto gli altri meglio di quanto abbia conosciuto me stessa e la vita mi ha svelato una parte di me assolutamente inaspettata, sono dovute accadere cose gravi: depressioni, disgrazie, lutti perché lo scoprissi, ma bisogna sapersi rassegnare perché tutto accade quando deve accadere.

C’è un disegno dal quale non ci possiamo cancellare. A noi rimangono piccoli margini d’azione e guai a perdere il treno.

Per quanto mi riguarda credo di non essere mai stata felice, forse soltanto i primi otto anni della mia vita, ma c’è chi sta peggio. E vado avanti così sperando nella luce finale.

Che cosa rappresenta la vacanza?

La vacanza per me è tornare all’antico, all’eliminazione degli orpelli, è ritornare ad una ritualità lenta e senza corse, senza ansie, è dimenticare le scarpe e i vestiti che stringono, è tornare a respirar, è riuscire a rilassarmi, è  leggere un libro tutto d’un fiato.

Per quanto mi riguarda vado al mare, vicino Roma, e faccio lunghe passeggiate sul bagnasciuga la mattina (a Tor San Lorenzo si può), parlo poco e contemplo il mare. Sto lontana dagli schiamazzi e dalla confusione, mi dedico alle piante e alla famiglia ma c’è anche spazio e tempo anche per qualche copione nuovo che, senza fretta, costruisco come fosse un gioco.

È possibile fare pace con il passato?

Fare pace con il passato si può.

“Acqua passata non macina più”, inutile arrovellarsi il cervello.

L’uomo non sa darsi pace e non sa darla nemmeno agli altri.

Per quanto mi riguarda perdono, questo non significa assolvere, ed anzi, se qualcuno mi ha fatto soffrire ne sto lontana, poi tutto può cambiare, i rapporti si rinnovano, si cambia, si invecchia.

Il mio modo di pensare non è più quello di tanti anni fa.

Mia madre io l’ho perdonata, e non la combatto più da decenni, ora l’accudisco, è molto vecchia.

Del resto, lei è stata il frutto di molto dolore, di una famiglia lacerata dalla tragedia e dalla guerra, non potevo che prenderne atto con la pace nel cuore, questo però non vuol dire che non mi faccia ancora arrabbiare perché il difetto di comandare le è rimasto eccome

Chi sono i suoi compagni di viaggio?

Stefania Ranieri, la madre pluricampionessa di nuoto nella finzione, è un’attrice passionale, il suo modo di recitare è naturale, passa dal drammatico al comico con grande facilità.

L’ho conosciuta al teatro L’Aura, ora chiuso, prima che scoppiasse la pandemia; insieme, abbiamo lavorato allo spettacolo, “Marconi è tornato”, scritto da Laura Monaco e diretto da me.

Siamo diventate amiche, tanto che le ho fatto interpretare il ruolo di Nina, una madre che ha perso i suoi figli nel bombardamento di San Lorenzo a Roma, per un concorso di corti al teatro Lo Spazio dove fu molto applaudita.

Serena Canali, la figlia professoressa nella finzione, è entrata nel progetto per sostituire un’altra attrice. Disciplinata e duttile ha già lavorato per me, un anno fa, in “Julia ti scrive”, sempre per sostituire un’altra sua collega che ha rinunciato all’ultimo momento, e per fortuna che in quel momento lei mi stava facendo da aiuto regia, altrimenti sarebbero stati guai.

Ma Serena ha lavorato con me anche in “punto Palestrina” in cui, guarda un po’, è entrata per sostituire un’altra attrice ancora.

Ora ho scritto per lei, e solo per lei, un ruolo per una nuova commedia, perché direi che se lo merita proprio.

Andrea Dugoni è attore soprattutto cinematografico, di grande presenza scenica, interpreta il marito e padre.

Andrete in tour?

Diciamo che una piccola tournée l’abbiamo già fatta in quel di Cerveteri e Ladispoli, dove lo spettacolo è stato accolto con grande entusiasmo. Ora non sappiamo cosa accadrà. Noi ci autoproduciamo e cercheremo di proporci a rassegne e festival, di più non possiamo fare, per ora.

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