“Metti la mamma in Quarantena” sarà in scena al Marconi Teatro Festival 2023. Un monologo tragicomico scritto e interpretato da Shara Guandalini. Il progetto nasce durante il lockdown del marzo del 2020: 57 brevi video in cui l’autrice e attrice, direttamente dalla cucina di casa sua, raccontava le proprie disavventure di “mamma in cattività”. Da quel materiale nasce la versione teatrale in cui l’attrice, tra lieviti, fotocopie, mariti a casa e arcobaleni di buon auspicio, prende spunto dalla sua esperienza per raccontare con ironia e sarcasmo, quello che tutti noi ben conosciamo. Il risultato è un viaggio dentro quei giorni ormai lontani, in cui lo spettatore rivive le stesse difficoltà, la stessa situazione tragicomica, e non può far altro che sorriderne. Alla faccia del #andràtuttobene. Shara Guandalini ci racconta questa sua opera portandoci all’interno del suo mondo artistico.
Cara Shara un debutto l’8 luglio con una rappresentazione dal tema particolare: Metti la mamma in quarantena, perché?
Il titolo si rifà a quei 57 giorni di reclusione forzata che tutti abbiamo vissuto a partire dall’8 marzo 2020. Durante la quarantena, non solo per ingannare il tempo, ma anche per testimoniare il momento storico che stavamo vivendo, ho cominciato a raccontare con dei brevi video direttamente dalla cucina di casa mia, come stavo vivendo questo periodo di “cattività” forzata: così è nato lo spettacolo!
Abbiamo vissuto una pandemia che in quarantena ci ha messo più volte alla prova, ma la tua mamma sta ancora in quarantena?
No, la mia mamma è tornata alla vita di prima per fortuna! Anche se non ti nascondo che tornare alla “frenesia della vita moderna” è stato più faticoso del previsto!
Che cosa ha rappresentato per te l’essere in quarantena?
Una forzatura, dato il lavoro dinamico che faccio, ma anche una possibilità: quella di godermi la mia famiglia h24, di fare lunghe chiacchierate con le amiche storiche sparse per il mondo, di leggere tanto. Questo nello spettacolo lo dico: ad un certo punto mi sono resa conto che la quarantena mi stava regalando dei momenti estemporanei e bellissimi che non erano stati preventivati, ma che a conti fatti sono stati un dono.
Però la quarantena ha prodotto un monologo scritto e interpretato da te…
Sì, come ti dicevo. C’è stato un doppio lavoro perché in una prima fase sono passata dal video alla scrittura, e nella seconda nella scelta degli argomenti da trattare: ho tanto di quel materiale che potrei fare un altro spettacolo!!!
Tutto nasce da 57 brevi video…
Ricordo che verso le 12, dopo che mia figlia si scollegava da scuola (la DAD uno degli argomenti più “caldi” del mio spettacolo), arrivavo io in cucina e registravo il mio diario quotidiano: panificazione, spesa, compiti, pulizie… Sapevo che quello che stavo vivendo io era lo stesso di chi mi seguiva sui social.
Il 57 è il tuo numero fortunato?
In realtà no, ma considerato che lo spettacolo ha tre anni ed ancora sta girando, forse dovrebbe!
Come si gestisce una “mamma in cattività”?
Sai che non lo so? Con delle cose da fare, ma anche con dei momenti privati, senza marito e figli. Durante la quarantena sono saltate moltissime coppie perché vivere nello stesso spazio, sempre, non è per niente facile. Mio marito ed io siamo una “squadra” da sempre e questo ha sicuramente aiutato.
Secondo te è davvero andato tutto bene?
No per niente. C’è stato un primo momento di grande leggerezza, di voglia di stare fuori e di condividere insieme. Adesso è montata la rabbia, perché di fatto abbiamo perso quasi 2 anni. La rabbia dei ragazzi che hanno vissuto uno scollamento dalla realtà (alimentato dai social), ma anche la rabbia di tutti gli altri. È come se non avessimo più pazienza.
Qual è il risultato di questo lavoro?
Una finestra su un periodo incredibilmente lontano, pur essendo passati solo tre anni. Ai tempi avevamo solo la pandemia: come dire, eravamo felici e non lo sapevamo.
E il messaggio che vuoi inviare al tuo pubblico?
Non nomino mai il Covid, ma voglio far ricordare un periodo difficile, che tutti abbiamo vissuto, con un po’ di leggerezza e ironia.
Chi cura la regia?
Giorgia Giuntoli, regista, formatrice teatrale, scrittrice, ma soprattutto amica.
Nuovi progetti?
“Mollatemi Qui”, lo spettacolo nuovo che ha debuttato ad aprile. Storia di fatiche tragicomiche di una donna normale. Il “Mollatemi Qui” si riferisce all’unico posto dove sto bene sempre, al netto di qualsiasi fatica: il Teatro. Sto sul palco, vedo le quinte, le luci, i camerini…e mi passa tutto.