L’identità di un uomo si riflette nelle sue riflessioni

Ogni vita vera è incontro e l’incontro con Segio Múñiz è un insieme perfetto di emozioni, parole, musica ed emozioni. Lui con la capacità di parlare attraverso i suoi silenzi, le sue parole accarezzanti, il suo sguardo penetrante e avvolgente conduce l’interlocutore all’interno del suo mondo. Parlare con lui è stato come accedere alla quiete dopo la tempesta, al sole caldo dopo la notte tempestosa, all’alba dopo una notte buia. Un incontro che è stato una carezza di vita e passioni, di atmosfere e penombre, di sfida e rivincita, di determinazione e progetto. E poi, la declinazione più intensa narrata attraverso l’amore per la sua compagna Morena, il figlio Yari e tutto quello che ruota intorno alla sua professionalità. È stato un piacere incontrarlo. Sergio si racconta raccontandoci del suo mondo, della sua vita, dei suoi progetti.

Caro Sergio, parlaci di te. Perché hai deciso di venire in Italia?

Sono arrivato nel ‘95, avevo quasi vent’anni. Facevo il fruttivendolo, non avevo molte prospettive lavorative. Ho provato a inserirmi nel mondo della moda. Milano era uno dei centri più importanti nel mondo, ho deciso di provare. Dopo due anni di fatica sono riuscito a lavorare seriamente.

E poi arriva l’Isola dei Famosi … cambiano molte cose?

Sì, dopo nove anni è arrivata l’Isola dei Famosi. È cambiato tutto da quel momento. Sono arrivate nuove opportunità lavorative. Una volta che sei diventato un personaggio pubblico diventa più difficile fare il modello.

Arriva il cinema, la televisione e molti programmi televisivi?

A un certo punto ho deciso di tornare al teatro per avere più possibilità di crescita professionale. Dopo 18 anni, finalmente, sto trovando un po’ di equilibrio professionale.

Sei nel cast di “Mamma Mia”, una grande esperienza di successo che ancora a teatro fa sold out, ci racconti qualcosa?

Il 25 ottobre riprendiamo la tournée. Partiamo da Mestre, andremo avanti fino a febbraio. Tanti mesi fuori casa ma … benedetto sia il lavoro. “Mamma Mia” è uno spettacolo meraviglioso. Trenta persone sul palco, orchestra dal vivo, musica degli Abba. Una bellissima storia da raccontare… Abbiamo iniziato con questo spettacolo nel 2017, ancora oggi c’è grande richiesta.

Come è stato lavorare con Carlo Conti?

È sempre un onore lavorare con dei bravi professionisti come lui, se poi, in più, sono delle belle persone come lui, ancora meglio. Con Carlo Conti ho fatto “Si può fare” e “Tale e quale”. Due esperienze dalle quali ho imparato tanto. Queste tipologie di programma hanno sempre un livello alto di spettacolo e professionalità.

Adori lo yoga che non solo porta benessere al fisico ma anche al cuore, infatti con lo yoga arriva l’amore?

Ho iniziato a praticare yoga e poi iniziato un percorso di crescita attraverso gli strumenti dello yoga quando ho conosciuto la mia compagna Morena. Lei è una bravissima insegnante, molto preparata. In realtà lo yoga non è un qualcosa da fare ogni tanto, è più una via da intraprendere per la crescita personale, in tutti i sensi.

Il 19 gennaio 2021 nasce il tuo primo figlio, com’è l’esperienza di diventare padre?

Essere padre cambia completamente il punto di osservazione della vita. Da un punto di vista egocentrico passa a uno più ampio che abbraccia più persone. Già questo è un grande cambiamento nella vita di qualunque persona. È una grande responsabilità, ma imparare a dare e assistere è una cosa bellissima…

La famiglia è ancora importante?

È sempre importantissima, peccato che in questo momento storico si punti prevalentemente sul singolo individuo, tralasciando spesso famiglia e comunità, sia da parte della politica sia da parte del mercato.

Sei un papà tradizionale oppure vuoi essere un amico per Yari?

Nell’uno nell’altro. Cerco di navigare a vista. Non si impara sui libri ad essere padre.

Perché “l’identità di un uomo si riflette nelle sue riflessioni”?

Molto semplice. Sono le riflessioni di una persona a creare le azioni che compirà, e le azioni determinano la identità di un individuo.

Che cos’è per te la musica?

Il modo più diretto di comunicazione di sentimenti ed emozioni.

Suoni mai per tuo figlio?

Da prima che nascesse. Ancora oggi continuo a suonare per lui più che posso. Infatti, nell’ultimo album di mantra, che ho scritto insieme alla mia compagna Morena, c’è una canzone dedicata a nostro figlio.

Quante parole e quanti messaggi possiamo ricevere dal silenzio?

È solo nel silenzio che uno può imparare a conoscersi veramente. Infatti, credo che la meditazione sia uno dei migliori strumenti per la crescita personale e per migliorare il mondo in generale.

In questo nostro tempo è facile smarrirsi, come possiamo ritrovare il nostro centro?

Con la meditazione d’amore.

Progetti autunnali?

Sarò in tournée con il Musical “Mamma Mia” fino a febbraio. Ho partecipato ad un programma televisivo che non posso svelare, uscirà a breve. A inizio del prossimo anno uscirà una teleserie dove ho partecipato, ma non posso ancora dire il titolo, e nelle date libere porto in giro per i teatri uno spettacolo teatrale sul tango ed un altro sull’album “The dark side of the Moon” dei Pink Floyd.

Ultima domanda: che cosa farai da grande?

Ho 47 anni. Se da grande non mi lasciano fare il pensionato credo che il prossimo passo sia la morte.

 

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