Le relazioni pericolose

Il mondo infinito e intrigante delle relazioni attraversa un itinerario tortuoso facendoci incontrare il mondo relazionale giocato dalla Marchesa e Valmont, da Cecile e Danseny, dalla Presidentessa e Valmont. La loro relazione è giocata e vissuta all’interno di un pericoloso modo di essere in relazione. In fondo ogni relazione può incamminarsi nel sentiero dove il pericolo di tanto in tanto fa capolino, tant’è che sta alle persone della relazione non indursi in tentazione ma proteggere l’essere in coppia con l’altro. Il tema dell’altro e della relazione è trattato nella commedia che porta la firma di Francesco Branchetti in maniere magistrale ponendo l’accetto sulle declinazioni umane che ben mettono in luce il difetto della relazione, la voglia di vivere liberamente l’incontro con l’altro e l’atmosfera sottile che si delinea all’interno dell’ambiente nobile dell’’800. Il racconto narrativo tracciato nell’opera teatrale pone lo spettatore di fronte a molte riflessioni. Francesco Branchetti debutterà con il suo lavoro al Festival Teatro Marconi con un cast eccellente.

Francesco Branchetti, regista e attore de “Le relazioni pericolose”, perché un tema così denso di significati?

Credo che, oggi, le relazioni corrano il rischio di diventare estremamente strumentali e schiave di pericolosi “progetti estetici” e credo sia estremamente facile correre il rischio di confondere il personale con il professionale, il personale con l’utile e ritengo sia facile dirsi delle bugie spinti dalla necessità e dalle opportunità della contingenza oppure mossi da modelli promossi dall’epoca contemporanea.

Quale relazione è narrata nell’opera?

Sono varie le relazioni di cui parla il romanzo. Noi ci concentriamo essenzialmente su quelle tra la Marchesa e Valmont, tra Cecile e Danseny, tra la Presidentessa e Valmont.

La relazione, oggi, come viene costruita e vissuta?

A mio avviso spesso con un apparente candore e ingenuità ma più nel profondo con troppa, troppa, troppa riflessione e ragionamento alla base della scelta di un partner, insomma ci si butta troppo poco.

Quanto è importante una buona relazione con l’altro?

Una buona relazione con l’altro, di qualsiasi tipo essa sia, è la base di tutto per me, è la cosa più importante nella vita.

Le relazioni, oggi, si sono aperte al poliamore cosa che nel XVIII secolo la società nobile francese seguiva più o meno una libertà di espressione sufficientemente leggera?

Credo che ci sia una profonda differenza culturale e soprattutto un’enorme differenza legata al costume e alla società tra l’essere libertino del Settecento e le relazioni apparentemente similari di oggi.

I sentimenti giocano un ruolo importante nella relazione con l’altro, quanto vengono annullati tra gli amanti libertini?

I sentimenti se sono veri non possono essere annullati si può desiderare di farlo ma quasi mai vi si riesce e questo nelle relazioni pericolose lo si dimostra ampiamente.

Quale messaggio vuole inviare allo spettatore “Le relazioni pericolose”?

Appunto che non si può scegliere e guidare il proprio cuore e i propri sentimenti non si possono scegliere le proprie emozioni e i propri impulsi.

Quando una relazione è veramente pericolosa?

Quando ci si convince di poter governare la propria anima e il proprio inconscio, i propri sentimenti e le proprie emozioni, allora sì che all’interno di una relazione diventiamo pericolosi.

Dal Marchese de Sade a Pierre Ambroise-François Choderlos de Laclos differenze e congruenze?

Sicuramente ne “Le relazioni pericolose” si spinge l’attenzione più a fondo nei meccanismi sociali; per quanto riguarda la profondità di analisi di meccanismi invece psicologici umani ed individuali le congruenze sono moltissime e le similarità anche.

L’autodistruzione ne “Le relazioni pericolose” è il fine o il mezzo?

Ma, io direi che essenzialmente l’autodistruzione è inevitabile più che altro e talvolta può essere il fine.

Quale gioco unisce e divide il burattino e il burattinaio?

C’è sempre una profonda anche se a tratti inconscia complicità.

Chi è il burattino?

Chi partecipa al gioco senza assumersene la responsabilità.

E il burattinaio?

Chi partecipa al gioco conscio della responsabilità che tutto ciò comporta e delle conseguenze soprattutto.

Un cast incredibile, quanto è stato coinvolgente dirigerlo?

Molto. È stato davvero una grandissima soddisfazione a lavorare con attori di questo livello.

Progetti autunnali?

Portare in tournée con “Il diario di Adamo ed Eva” e “Le relazioni pericolose”; e poi un altro progetto che partirà in autunno. Nella seconda parte di stagione debutterò con un nuovo spettacolo intitolato “Cose di ogni giorno” che sarà in tournée a fine stagione.

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