“Storia di una Bella e una Bestia” liberamente ispirato alla favola di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont sarà in scena giovedì 2 febbraio al Teatro dei Documenti a Roma. Il cast composto da Alessio Chiodini, Valentina Corti e Giovanni Pelliccia è diretto da Alessio Chiodini che ne ha curato sia l’adattamento sia la drammaturgia. Aiuto regia la straordinaria Mary Ferrara, prodotto da: Produzione Spettacoli Teatrali. Responsabile di produzione: Sharon Orlandini. La trama si snoda all’interno di un itinerario virtuoso che ha continui rimandi alla nota fiaba sopra citata. “È performance teatrale scritta e diretta da Alessio Chiodini, liberamente ispirata alla favola originale nata dalla penna di Jeanne – Marie Leprince de Beaumont. Prende vita una tra le favole più belle di tutti i tempi, portando lo spettatore a vivere una vera e propria esperienza teatrale grazie al racconto figurato a stretto contatto con il pubblico. Ambientata all’interno del castello della Bestia, è lì che si svolgeranno le vicende che vedono protagonisti una Bestia (Alessio Chiodini), Belle (Valentina Corti) e un Narratore (Giovanni Pelliccia) che riserverà delle sorprese. L’opera fa incontrare le solitudini, le diversità e insegna ad amarle; è proprio l’amore il perno sul quale ruotano le vite dei protagonisti. Il sacrificio diventa conoscenza di sé e alla fine del viaggio, per quanto breve, sembrerà di aver soggiornato in un castello in grado di fare vere magie”, come ben ci dice Giovanni Pelliccia in questa intervista. Giovanni Pelliccia, per chi non lo conoscesse è: attore, producer, sceneggiatore cinematografico e teatrale. Inizia il suo percorso a Rai Fiction dove frequenta il corso script per sceneggiatori. Il suo primo film lo scrive all’età di 23 anni. Da allora conta diverse produzioni multimediali e teatrali. Continua la sua formazione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, dove vince una borsa di studio come attore, frequentando il laboratorio intensivo diretto da Giancarlo Giannini. Lavora come attore presso le Fiction RaiUno “I ragazzi dello Zecchino d’Oro” e “Io Ricordo Piazza Fontana”. Scrive e produce il cortometraggio “Cuore Italiano”, dove ricopre anche il ruolo di attore protagonista, presentato alla 77° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e che sarà distribuito sulla piattaforma Rai Cinema Channel e Rai Play. Nel 2021 attore nel film “La Notte più lunga dell’anno” dove si è occupato della direzione territoriale del Casting e assistente alla regia. Produttore esecutivo e co-conduttore del programma televisivo per l’Opera Lirica “Italia Opera Talent” di EXPLORER SKY. Continua attualmente la sua attività di scrittura e direzione creativa di progetti cinematografici e teatrali, come attore e producer. Tuffatevi in questa intervista così densa di senso e significato, perché Giovanni è un artista tutto da scoprire.
Giovanni Pelliccia
Giovanni detto Gianni, ma tu chi sei?
Bella domanda. Sono un attore, scrivo e mi occupo anche di produzione sia teatrale sia cinematografica. Diciamo che sono una persona molto ibrida, ma in primis sono un attore! Essendo un creativo di natura sono un uomo alla ricerca continua di stimoli e motivazioni così cerco di spaziare i miei interessi in questo settore quindi sono: attore, scrittore, regista e produttore.
Produttore di cosa?
Produzione cinematografica e teatrale, da oltre vent’anni sono Presidente di un’associazione che si occupa di produzione teatrale, a volte, anche di produzione cinematografica. Sostanzialmente sono un amante dell’arte, della cultura. Credo si sia capito!
Perché mettere in scena “Storia di una Bella e una Bestia”?
È performance teatrale scritta e diretta da Alessio Chiodini, liberamente ispirata alla favola originale nata dalla penna di Jeanne – Marie Leprince de Beaumont. Prende vita una tra le favole più belle di tutti i tempi, portando lo spettatore a vivere una vera e propria esperienza teatrale grazie al racconto figurato a stretto contatto con il pubblico. Ambientata all’interno del castello della Bestia, è lì che si svolgeranno le vicende che vedono protagonisti una Bestia (Alessio Chiodini), Belle (Valentina Corti) e un Narratore (Giovanni Pelliccia) che riserverà delle sorprese. “Storia di una Bella e una Bestia” fa incontrare le solitudini, le diversità e insegna ad amarle; è proprio l’amore il perno sul quale ruotano le vite dei protagonisti. Il sacrificio diventa conoscenza di sé e alla fine del viaggio che con questo lavoro facciamo fare allo spettatore, per quanto breve, sembrerà di aver soggiornato in un castello dove accadono vere magie.
Sono abituata a vedere la favola della Disney, qui invece c’è qualcosa di diverso?
È una chiave se vogliamo più gotica rispetto alla versione fiabesca cui siamo abituati. Il progetto è interessante proprio per questo. Diciamo che è interessante per due aspetti: innanzitutto è una tipologia di teatro che percorre un po’ quello che era la grande tradizione del teatro, ovvero quello di appartamento che genera una sorta di intimità tra il pubblico e l’attore; che ovviamente nei grandi teatri non è possibile. Secondo aspetto: il linguaggio usato dal punto di vista attoriale diventa più carismatico e intimo; quindi, si crea un’alchimia intensa tra il pubblico e gli attori. In questa piccola bolla, lo spazio teatrale che per un’ora e un quarto si genera, crea un sentire e un’emozione molto particolari. Noi, con questo lavoro, diamo risalto ai Palazzi storici, alle sale di pregio, ai piccoli teatri. Luoghi che hanno una storia molto antica come il Teatro dei Documenti a Roma dove debutteremo. Questa è la nostra linea comunicativa dal punto di vista attoriale. Lo stesso vale per le scelte registiche e per l’adattamento che ne ha fatto su questa favola Alessio Chiodini. C’è più mistero, più goticismo, è meno edulcorata, ma non sicuramente meno romantica e appassionata rispetto alle versioni che siamo abituati a vedere.
Belle chi è nell’immaginario collettivo?
È una ragazza un po’ fuori dai canoni, che non pensa come la massa. È una sognatrice e una persona che si emoziona guardando il sole, guardando il cielo, pensa con la sua testa, per questo viene messa sempre un po’ da parte. È molto bella. Al tempo stesso è intenso il significato che si affronta all’interno dello spettacolo.
Ovvero?
La diversità.
Spiegati meglio …
Lo spettacolo mette in luce il senso e il significato della gentilezza nel rapporto sia con sé stessi sia con gli altri, una gentilezza che non ha secondi fini ma è autentica e pura. Belle è una ragazza che fa sognare e in più incontra la Bestia: l’emarginato del tempo che viviamo.
Un altro tema è quello della solitudine?
Si! La solitudine e la diversità possono incontrarsi, da lì può nascere l’amore.
L’amore?
L’amore ha mille forme, non ha un canone preciso, non ha una storia precisa. L’amore è un’emozione, come tutte le emozioni umane, non possiamo né catalogarla né identificarla, né tantomeno guidarla all’interno di un percorso ben prestabilito.
L’amore può nascere nella solitudine?
L’amore può nascere nel buio, nel male. Con questo lavoro vorremmo tirare fuori un sentimento positivo, soprattutto in questo momento storico così difficile. È un grande messaggio di speranza, meno edulcorato, più autentico. “Nel buio si può trovare la luce”, come diceva Sant’Agostino.
Nella favola che conosco il sacrificio è un aspetto saliente?
Il messaggio qui è che il sacrificio ti rende un personaggio positivo, una persona buona. Belle si sacrifica per salvare il padre. Fa sempre parte del suo essere al di fuori degli schemi.
Perché è così importante il sacrificio?
Noi pensiamo il sacrificio come una sorta di punizione, in realtà può essere un percorso per portarci a qualcosa di forte, molto più alto e molto più autentico. Se vogliamo raggiungere un obiettivo, il sacrificio è fondamentale come l’impegno. Dove c’è amore c’è il sacrificio. Non dobbiamo interpretare il sacrificio con un’accezione negativa, va visto con gli occhi dell’amore, con l’obiettivo dell’amore.
Valentina Corti
Belle si sacrifica per amore del padre?
Non è più un sacrificio, è una forma di altruismo, non è un’accezione negativa. Il sacrificio viene legato a una forma d’amore. È un dono per sé e per gli altri.
L’amore quanto è importante nella società di oggi?
L’amore è l’unico collante che può mantenere insieme, l’unico che può salvare questa società. Oggi è cambiata la concezione dell’amore. Stiamo cambiando l’interpretazione del concetto di amore della nostra società, può rischiare di diventare un mezzo di consumo e questo è molto pericoloso, per cui noi che abbiamo il dovere di fare cultura, teatro, arte, dobbiamo mantenere fermo quel diamante grezzo che si chiama sentimento.
In questo tempo social il lavoro teatrale “Storia di una Bella e una Bestia” può stimolare l’attenzione del popolo della rete?
Si! La gente ha bisogno di sognare, ha bisogno di favole. Favole che vanno però narrate bene. La linea gotica di questo lavoro teatrale va a legarsi con tutto quello che è il dolore di fondo che vive nella nostra società. È esattamente la chiave di approccio per raccontare in maniera semplice, e soprattutto condividere il dolore di fondo, tanto da farlo trasformare in un riscatto e, quindi; un sogno. Dobbiamo riportare la gente a sognare.
Come si fa a: “riportare la gente a sognare”?
La comunicazione non va denaturata da quello che è il messaggio, semplicemente va semplificato per raggiungere più persone. Questa favola teatrale è perfetta proprio come chiave comunicativa, è stata impostata per i campi social, è molto aderente ai bisogni della nostra società.
Alessio Chiodini
Tu che parte interpreti?
Ho tre ruoli, tutti e tre molto coinvolgenti e densi di significato. Venite a teatro così li scoprirete tutti e tre!
Andrete in tour?
Sì, andremo in tour, stiamo definendo le date. Debuttiamo il 5 febbraio a Roma poi faremo quattro date in Trentino. Lo spettacolo è fatto e pensato per luoghi piccoli e suggestivi quindi stiamo definendo e scegliendo alcuni luoghi storici. Vogliamo tornare un po’ alle origini del fare teatro. Questo lavoro ha anche la particolarità di valorizzare i luoghi meno conosciuti ma che sono di una bellezza inestimabile. Portare la cultura attraverso la fiaba se vogliamo è una maniera nuova per incontrare il pubblico e condurlo nel nostro mondo di pensiero ed emozioni.
Progetti targati 2023?
Sono in sviluppo una serie di progetti molto avvincenti che vanno dal teatro al cinema, ne parleremo a tempo debito.