Il tempo non (r)esiste

Debutta al Teatro Trastevere a Roma: Lo spettacolo delle_” scritto e diretto da Marica Roberto.

Lo spettacolo si incastona all’interno di un’improbabile e sgangherata coppia di attori vuole allestire uno spettacolo. Come se dovessero scegliere da un repertorio, i due giocano a mettere in piedi una rappresentazione fatta di tutto ciò che lo spettacolo mediatico ci propone quotidianamente, occupando il nostro tempo e le nostre menti. Morte e chiacchiere, violenza e sesso, sangue esposto e sovraesposto nella cronaca come nella finzione, vengono presentati e raccontati indifferentemente. La coppia non riesce a concordare l’argomento da trattare e la rappresentazione che continuano a provare, fermare, riprendere, in un alternarsi surreale di gioco e violenza, con equivoci e ribaltamenti di piani, si trasforma presto nel racconto della nostra condizione di uomini contemporanei, proiettati nelle dinamiche aggressive tra carnefice e vittima, tra ruolo dell’invaso e ruolo dell’ invasore, nel confronto eterno ed attuale con l’altro da sé.

Così in un tempo stanco e vuoto si muovono due figure tragicomiche. Nello spazio sghembo della rappresentazione portano addosso il carico della scena e il carico del mondo, vestendosi e svestendosi continuamente di panni diversi, o sempre uguali, in un loop drammatico, dalle tinte estreme, dove le voci irridono o violentano. Un eterno e sempre nuovo muro separatore, una piccola e ridicola cosa simbolo della nostra cecità, si sfalda in un solo momento a causa dell’incapacità umana di guardare oltre. Non una musica lenisce un mondo così. Ci sono solo silenzi e parole che cadono. Abbiamo incontrato Marica Roberto che con la sua grande capacità intuitiva e narrativa ci racconta questa sua opera avvincente e coinvolgente. Perché in fondo come ben ci dice: “alla fine una speranza nella condivisione, forse”.

Cara Marica ma tu chi sei? Raccontaci di te.

“Ma tu chi sei” mi piace molto come domanda, solo che non so rispondere. Rispondo così: poetessa come struttura, attrice come formazione, drammaturga e regista come libertà. Il mio Maestro è stato Strehler. Con lui ho lavorato otto anni. Al Piccolo Teatro di Milano. Nel 2011 ho iniziato a scrivere dirigere e interpretare spettacoli miei, fondando la Compagnia Attori&Musici. 

Hai scritto e diretto “Lo spettacolo delle_”, sembra che manchi qualcosa?

Manca tutto, oggi e sempre.

Dopo il trattino che cosa ci dobbiamo aspettare?

Ti pare che rispondo a questa domanda? Tanto sarebbe valso scriverlo nel titolo…

Perché due improbabili e sgangherate coppie di attori?

Perché mi danno l’occasione di raccontare il raccontabile.

Oggi, gli attori, sono così?

Improbabili e sgangherate si riferisce al chiedersi se sono o non sono attori.

Cosa ci propone lo spettacolo mediatico? 

Devastazione del senso.

Nel mediatico c’è anche il mondo social?

Certamente.

Perché Morte e chiacchiere, violenza e sesso, sangue esposto e sovraesposto nella cronaca come nella finzione, vengono presentati e raccontati indifferentemente?

Perché diventiamo indifferenti in un batter di ciglia.

Cosa attrae lo spettatore?

Te lo racconto nello spettacolo. Lo spettatore è coinvolto.

Ma ancora perché la nostra società ha bisogno di tutto ciò?

Veramente la società ha bisogno di occhi che ricomincino a guardare il prossimo. Anche quello non tanto prossimo.

Com’è la condizione dell’uomo contemporaneo?

Cieca.

E i giovani della GenZ?

Sono i miei compagni di viaggio.

Quali differenze emergono che pongono un accento di attenzione?

A domanda misteriosa risposta avventata. Meglio una bella frase ad effetto che dichiarare in effetti di non aver capito affatto .

Cosa emerge dal confronto eterno ed attuale con l’altro da sé?

Dimmelo tu che sei l’altro da me.

L’altro da sé cosa cerca e cosa vuole?

Vuole te. Come se stesso.

Come è il tempo che stiamo vivendo?

Cieco come la condizione dell’uomo contemporaneo.

Come si può aver cura di sé e dell’altro da sé?

Dì la verità, tu vuoi il sequel di questo spettacolo.

Certo che sì!!!! Quanta fenomenologia dell’essere c’è in questo lavoro?

Ti posso confessare una cosa?

Certo siamo qui apposta!

Non so di che parli. Io racconto storie. Poi la fenomenologia di qualche cosa la vedono gli altri.

Ne parleremo alla prossima intervista, adesso torniamo allo spettacolo…. Chi sono i compagni di viaggio?

Due giovani della generazione Z.

Il pubblico come accoglierà questo lavoro così denso di senso e significato?

Benissimo, ca va sans dire.

E poi … progetti?

Poi progetto me. Racconto in spettacolo il mio libro di poesie appena uscito “Il tempo non [r]esiste”.

Ulalá questa frase mi invita a nozze! “Il tempo non [r]esiste”. Dobbiamo fare assolutamente una nuova intervista!!! Resiste ed (e)esiste mi integrano molto….

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

Follow Me

Novità

ARTICOLI POPOLARI

Newsletter

Categorie

Edit Template

Resta Connesso

NEWSLETTER

P.iva: 01809040510 – pec: dr.fabbronibarbara@pec.it | Cookie Policy | Privacy Policy
© 2024 Created with Love by Puntoweb Arezzo