I sogni non si smarriscono

Sasha Alessandra Carlesi è una giovane e affermata regista. Conoscerla è come aprire una porta nell’immenso palcoscenico del mondo dove l’arte diventa una compagna di viaggio unica e assoluta. La sua capacità di tradurre emozioni, parole, attimi attraverso la camera da presa fa di lei una regista a tutto tondo capace di emozionarsi emozionando l’altro. Chi ha lavorato con lei sa bene quanta professionalità all’interno di una scatola magica dove dalla sua capacità si racchiuda nel suo essere persona. Dopo la pellicola “Le grida del silenzio” è uscito il cortometraggio “Il giardino del sogni perduti”, un lavoro intenso della cifra esistenziale che diviene messaggio e riflessione. Il lavoro presentato nelle più importanti rassegne del cinema ha riscosso un nutrito successo sia di pubblico sia di critica. Ha ricevuto il Premio Starlight come “Miglior corto sociale”! Insomma, Sasha Alessandra Carlesi sta vivendo un momento intenso e magico per la sua carriera. Incontrarla è un dono e lei con la grazia che la caratterizza ci prende per mano accompagnandoci all’interno del suo mondo artistico e creativo.

   

Cara Sasha dopo tanto tempo ci ritroviamo, ci sono belle novità, raccontaci qualcosa?

Ciao Barbara, è per me un grande piacere ritrovarti! Allora… novità? Beh, si a parte che, come hai visto, sto seguendo la promozione del mio ultimo lavoro ai festival, devo dire che è, per me, un periodo in cui si stanno iniziando a muovere e spero presto a concretizzare diverse cose!

Il giardino dei sogni perduti” ha ricevuto un grande successo al Film Festival del Cinema di Roma, come ti sei sentita?

Che dire… ormai la Festa del cinema di Roma è tra i festival italiani più importanti ed è stato un onore per me anche solo essere presente, figuriamoci ricevere il premio Starlight come “Miglior corto sociale”! Bella emozione… e poi il Red Carpet… Bellissimo per una che sogna piccoli e grandi traguardi cinematografici da tutta la vita.

Come è nata l’idea di un cortometraggio dal significato così intenso e profondo?

Guarda in realtà… Ti dico la verità… Ho scritto questo cortometraggio ben undici anni fa… Faceva parte di una raccolta di corti chiamata “Anime”. Erano tutti i corti dove la vita e la morte si incontravano tra di loro, si mischiavano talvolta convivevano… Alcuni affrontavano tematiche più sociali, altri erano un pochino più di genere anche se un piccolo messaggio c’è sempre nei miei lavori, d’altronde il cinema serve per intrattenere ma anche per comunicare un qualcosa… Beh insomma, per farla breve il tema dell’aborto affrontato all’interno de “Il giardino dei sogni perduti” è un tema molto attuale sempre, anche ultimamente se ne sta parlando spesso… Perciò nonostante la sceneggiatura fosse datata l’ho trovata molto attuale e ho deciso che era arrivato il momento di farla vivere!

Chi sono i tuoi compagni di viaggio?

I miei compagni di viaggio sono in primis i miei attori, artisti che reputo bravissimi ma con i quali ho anche un legame affettivo molto forte. Ciro Buono, attore straordinario, versatile, in grado di ricoprire mille ruoli! Deve essere molto guidato, è un attore che nonostante abbia lui stesso molte nozioni e una laurea in regia si affida molto al regista; io penso che un attore possa essere bravo quanto vuoi, il regista non è che ti insegna a recitare ma che avendo ben chiaro il film in testa sa in che direzione mandarti ed è presuntuoso da parte di certi attori pensare di non averne bisogno… Si lo so, sembra strano ma ce ne sono! Ciro non è così, nonostante il rapporto forte che ci lega non si è mai preso la libertà di mettere in dubbio o contrastare quelle che erano le mie visioni sul suo personaggio, ne abbiamo parlato tanto, certo… Ma alla fine mi ha lasciato sempre la decisione finale a me… Questo fa un professionista. Il suo, tra l’altro, era veramente un ruolo difficile… Un personaggio invecchiato di 10 anni con un continuo in & out tra l’età adulta e l’età infantile. È difficile fare una cosa del genere senza essere ridicoli… E lui non lo è stato assolutamente! Poi c’è Martina Palladini, giovanissima attrice ma che negli ultimi anni ha lavorato tantissimo nel cinema e questo le ha consentito di migliorare veramente tanto. L’ho vista crescere negli ultimi tempi in un modo incredibile, tralasciando una maturità umana assolutamente rara alla sua età. Martina ha tra l’altro capito, cosa che in pochi riescono a capire che al giorno d’oggi nel cinema bisogna darsi da fare, non stare solo a casa ad aspettare l’agente che ti chiama se vuoi fare l’attore. Occorre studiare, imparare non solo come si lavora davanti ma anche quello che succede dietro… Per essere più empatici come attori, conoscere il ruolo degli altri, sapere a chi si può chiedere cosa quando sei sul set… Ma anche per avere più possibilità lavorative, osservare e creare cinema da più punti di vista…. È vero che ognuno deve alla fine specializzarsi in qualcosa, ma è bello vivere il cinema a 360°…. Perciò il mio consiglio è: volete fare gli attori? Ok va bene, fatelo, provateci… ma non vi limitate, scrivete, studiate regia, andate sui set a portare i caffè o qualsiasi altra cosa, inventatevi e reinventatevi sempre! Sto divagando? Sì come al solito…. In realtà tutto questo era per dire che stimo molto Martina Palladini perché lei a ventidue anni tutto questo già lo ha capito e oltre a essere una bravissima attrice è già una promettente brava produttrice! E poi c’è lei ma… ho l’impressione che mi farai questa domanda nella domanda successiva … è così? Vai falla!

Nel cast anche Patrizia Pellegrino, che ruolo occupa?

Eccola qui! La domanda che mi aspettavo! Patrizia, che per me è anche una grande amica e questo lavoro ci ha legato ancora di più, nel corto interpreta un’attrice …. o meglio, una di queste bimbe che vivono in questo giardino meraviglioso e onirico situato in un mondo paradisiaco che se mai fosse venuta al mondo sarebbe stata una grande attrice ma che… No questo non posso dirvelo perché vi dovete vedere il corto. Si tratta di un ruolo, comunque, molto vicino a quella che è un po’ la storia artistica di Patrizia, forse troppo all’inizio nonostante il ruolo non fosse stato scritto su di lei… Ti svelo un segreto che ancora non ho detto a nessuno. Il personaggio da me creato indossava abiti da drive in anni ‘80… Essendo nato negli anni ‘60, negli anni ‘80 era all’apice della carriera ed era una famosissima showgirl di quel periodo… Avevo pensato di vestirla così! Patty all’inizio ha acconsentito poi con molta delicatezza mi ha fatto capire che questo sarebbe stato esattamente ciò che la gente si sarebbe aspettata da lei e ciò non avrebbe consentito né a me né a lei come attrice né al corto stesso di fare un passo in avanti. Patrizia non rinnega il suo passato ma ora è un artista con tanta esperienza alle spalle che avrebbe piacere di farsi conoscere come tale. Forse al cinema non le sono ancora state date moltissime opportunità di farsi vedere in altra veste ma vi assicuro, io che ho avuto l’onore di dirigerla più di una volta che è un’attrice preparata, con tante emozioni dentro in grado di tirare fuori quando viene diretta bene. Ha la sensibilità d’animo tipica degli attori veri, quelli più profondi e capaci di toccare il cuore. L’attore è uno strumento musicale nelle mani del regista, bisogna solo imparare a suonarlo… Va beh comunque detto questo, abbiamo creato un personaggio più sobrio, elegante che poi nel contesto e legandolo alla storia che andava a interpretare, le ha conferito uno spessore molto importante. Il regista decide è vero ma non si siede su un piedistallo e comanda… Parlare, confrontarsi con i propri attori, ma non solo, con la squadra intera dalla produzione alla troupe è molto importante, i punti di vista degli altri sono sempre molto importanti a dare al lavoro un valore aggiunto, delle sfumature in più che spesso un solo punto di vista non ti può dare!

Il tema trattato ne Il giardino dei sogni perduti” s’incastona nell’immaginario collettivo come una mano tesa verso la consapevolezza e la riflessione, cosa ti ha restituito il pubblico?

Credo di aver dato un’emozione, vedere le lacrime durante le proiezioni, stringere la mano a persone visibilmente emozionate dopo la visione, ricevere messaggi di gente che ti ringrazia perché l’hai fatta commuovere… Io sono una regista di cuore, non di tecnica…. Anche se la tecnica è molto importante e non la sottovaluto comunque mai… Ma questo per me questo è molto importante!

Dove si può vedere il cortometraggio?

Al momento si può vedere solo durante i festival e durante gli eventi che via via verranno programmati spero un po’ in tutta Italia. Poi tra un annetto, due al massimo lo daremo alle maggiori piattaforme e lì sarà a disposizione di tutti. Se seguite però la nostra pagina Facebook dedicata al cortometraggio, o le mie pagine social (Facebook e Instagram), sarete sempre aggiornati su tutte le novità. Sulla pagina ufficiale, intanto, vi potete vedere il trailer!

Cosa si sperimenta dietro la macchina da presa?

La macchina da presa è uno strumento magico! È incredibile, hai un’idea, immagini dei personaggi delle storie e… prendono vita! Non è magia questa?

Quanto è difficile oggi il tuo mestiere?

È difficile perché in questo paese che io nonostante tutto amo tanto, il cinema viene visto a stento come un lavoro. È un lavoro per pochi… pochi attori, pochi registi, pochi produttori che hanno fatto il salto e possono permettersi di chiamarlo “lavoro”… Per tutti gli altri è una grande passione, ed è proprio in virtù di questa passione che sopravvive… Ma implica rinunce sacrifici… A stento ci campi, spesso devi fare altri lavori per andare avanti! Eppure, potrebbe essere un grande mezzo per un sacco di cose… che poi lo è ma qui come lo facciamo da noi non abbastanza. È utile per promuovere luoghi, attività…. Ma soprattutto per passare messaggi importanti, accrescere la cultura o semplicemente intrattenere, svagare…far sognare! È triste vedere che da noi tutto queste potenzialità forse non vengono ritenute abbastanza importanti… Non c’è sostegno! E poi c’è l’eccessiva competizione, si tende a cercare di distruggere l’altro per prevaricare, anziché cercare di migliorare sé stessi o addirittura collaborare, cooperare per crescere assieme. È un mondo dove spesso ci si usa tra di noi, si è amici solo di qualcuno che ci può dare… Hai amici solo se puoi dare…Quando non puoi dare più tutti spariscono…  Certo non è sempre così, la grande passione per una cosa spesso tende anche ad unire molto le persone, quando sei su un set dopo due giorni ti pare di essere in famiglia… Però ecco, è un mondo dove si deve stare sempre con gli occhi bene aperti, perciò, è difficile…sempre sul chi va là… Scegliere bene le persone con cui condividere… emozioni, progetti, amicizia e tanto altro ancora!

Dopo la pandemia possiamo dire che il cinema ha ripreso più forte di prima?

Diciamo che il periodo di stop forzato, quella vita, non vita così “strana, surreale” che abbiamo vissuto in quel periodo ha ricaricato la gente di voglia di fare… Ma è normale, a volte perdere quelle piccole cose che siamo abituati a dare per scontate ci porta poi a dare loro un valore diverso quando le riacquisti!

Una curiosità: ma tu non reciti più?

Bellissima domanda per me in questo momento… Diciamo che ho un po’ accantonato la cosa nell’ultimo periodo poiché ho dato priorità ad altro, ma non ti nascondo che ultimamente ci sto pensando molto…  mi piacerebbe tornare a interpretare qualche bel ruolo!  Non dico che diventerà mai il mio primo lavoro, ma è una cosa che mi piace fare e che sono anche in grado di fare discretamente, quindi perché no…se ne capita l’occasione, il progetto giusto, il ruolo giusto, si lo farei ancora volentieri! Come ti dicevo prima, nel cinema si deve e soprattutto è bello viverlo da più punti di vista… E più cose si sanno fare meglio è… ed è giusto farle! Non si devono fare solo le cose che non siamo in grado di fare, quelle meglio lasciarle a chi sicuramente le farebbe meglio di noi! Io sono nata con la recitazione, la mia formazione è partita da lì… Il resto l’ho imparato sul campo strada facendo, ma la recitazione resterà sempre il mio piccolo grande amore… Platonico o no!

Che cos’altro hai in cantiere?

Guarda Barbara…. Un sacco di cose! Mi stanno contattando per diversi progetti ma prima di parlarne vorrei essere più sicura… Avere qualche certezza in più! Non voglio che restino solo parole tra di noi… L’unica cosa che ti dico è che visto che ormai sono passati 4 anni dall’uscita del mio film “Le grida del silenzio”… beh è giunta per me l’ora di ricominciare a pensare … “in lungo”… Poi c’è un altro progetto, top secret, ma molto importante  che se andrà in porto, ci risentiamo ad anno nuovo e sarò molto felice di parlartene!

Qualche sassolino nella scarpa lo abbiamo?

Sassolino nella scarpa no… Ho sempre fatto quello che ho voluto fare conscia dei limiti e delle difficoltà che ci sono in questo lavoro. Per una brutta storia personale ho perso 4 anni, forse non della mia vita (poiché alla fine ogni cosa ti da sempre qualcosa o ti insegna e sempre di toglie altro) ma di questo lavoro… 4 anni in cui ho lavorato poco a causa di questi motivi personali e ho creato ancora meno! Adesso ho tanta voglia di fare ho recuperato la mia creatività ed è mia intenzione ripartire per recuperare il tempo perso con più voglia, energia ed entusiasmo di prima!

Un desiderio che vorresti diventasse realtà?

Niente di particolare, forse solo il sogno di chi fa cinema… Lasciare questo mondo tra 100 anni, quando sarà il momento, soddisfatta della mia vita sulla terra, voglio continuare a creare magia fino a quando avrò respiro, fino all’ultimo giorno, non voglio avere rimpianti… E tutto questo sarebbe splendido se vicino a me ci fosse una persona con cui condividere tutta questa meraviglia…

Vuoi aggiungere altro?

Non ti sembra già abbastanza? Ahahahahah scusa, sono la solita logorroica e quando parlo del mio lavoro mi dilungo sempre troppo! Va bene così grazie! A presto Barbara!

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