“Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com’egli l’ha dentro? Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai! (L. Pirandello, Sei personaggi in cerca d’autore)”. Eppure, la vita insegna e regala, offre e stimola, indirizza e svela, un po’ come il teatro dove all’interno del suo mondo si crea quell’alchimia perfetta dove la magia si rende possibile come se si fosse “Tutti sulla giostra”. La giostra della vita va, gira intorno, si allontana per poi ritornare, ma nel suo andare regala opportunità, occasioni, passioni e incontri. Che vita sarebbe se non ci fossero gli incontri con gli altri. Gabriella Ferri ci insegna che ogni vita vera è incontro e questo omaggio che Tonino Tosto fa alla grande interprete ne traccia i fili sottili del suo essere nel mondo alla ricerca di un approdo, un ancoraggio, una presenza. In questa meravigliosa giostra tutto può accadere, si può tornare a sognare e sperare che tutto abbia un nuovo inizio e la fine sia solo lo spartiacque per una nuova possibilità. Tonino Tosto non ha bisogno di presentazioni, perché lui è: Tonino Tosto.
Caro Tonino, eccoci qui per l’intervista, spero di non disturbare?
Stavo facendo il nonno.
Allora ho disturbato il tempo del nonno?
Il tempo del nonno è un tempo lungo. Giorno e notte.
Un bell’impegno?
Per chi fa il nostro lavoro incastrare i tempi è sempre molto difficile. Per un uomo è più semplice ma una donna, come mia figlia Eleonora, che lavora in teatro, che dire è tosto.
Il giro di parole è divertente?
Essere tosto per un Tosto è cosa seria.
Sarai al Teatro Marconi con “Tutti sulla giostra”?
Sì. debutteremo il 14 luglio.
Perché uno spettacolo dedicato a Gabriella Ferri?
Allora, intanto per noi romani e soprattutto teatranti non possiamo dimenticare ciò che ha rappresentato Gabriella Ferri. Gabriella è da una parte un’anima popolare dall’altra ha rappresentato una grande innovazione per la canzone romana. Una cosa è ascoltare una canzone romana interpretata da Gabriella Ferri, altra cosa con interpreti diversi, con tutto il rispetto, ma Gabriella è Gabriella. È tutto un altro mondo.
Perché? Che cos’ha di così diverso?
Dentro alla sua interpretazione c’è oltre alla conoscenza della città di Roma la sua disperazione. E poi c’è quell’ironia tutta romana e dice: “vabbè, ma che credevo … così è?”.
Quanto è stato difficile raccontare la Ferri a teatro?
Lei è una vera artista, un’anima particolare. Parlare di Gabriella senza fare un concerto non è semplice. Durante tutta la stesura del testo ho immaginato una grande festa durante la sua ultima notte, prima che cada dalla finestra.
Cosa accade in questa festa?
Immagina di organizzare una festa con tutti i suoi amici e le persone che avrebbe voluto conoscere. Così la va a trovare Mia Martini e naturalmente Califano, Federico Fellini, Eduardo, Totò, Modugno, e così via.
E cosa accade?
Con ognuno di loro dialoga come se stessero in sua compagnia, prima arriva Pasolini e poi gli altri. Lei dice una cosa a Pasolini: ti vedevo a Campo dei Fiori quando stavo da amica mia (Mara Venier che lì aveva un negozio). Tutti questi incontri dialogati sono alternati da canzoni. Infatti, c’è mia figlia che canta e mia moglie che recita.
Perché la giostra?
La giostra è quella che lei immagina di avere organizzato a casa sua con Renzo Arbore, Montesano, Califano e con tutti quelli che in qualche modo ha avuto un rapporto, un significato nella sua vita.
Interessante il rispecchiamento madre-figlia?
Assolutamente.
È una sorta di rispecchiamento? Una dualità narrata di Gabriella Ferri tra la parte adulta e quella bambina che confluiscono nella giostra?
Poi dentro ci sono aneddoti, storie vere poco conosciute.
Ci fai un esempio?
Poco si sa di Gabriella ragazzina. Lei a nove anni cadde con la motocicletta, erano in tre in una lambretta e un ferro le si conficca dentro una gamba, così è costretta a stare mesi e mesi in ospedale. E da lì lei inizia a volare con il pensiero, pensando di rivedere le sue amiche. Gabriella aveva una fantasia molto fervida oltre che una grande sofferenza; tuttavia, nello spettacolo non possiamo farlo vedere. Ci tengo molto a dire che non è il solito concerto durante il quale una cantante, più o meno brava, canta le canzoni di Gabriella. Non è un’imitazione di Gabriella cantante, Eleonora Tosto che interpreta le sue canzoni lo fa seguendo la sua anima, la sua modalità interpretativa attraverso la sua profondità del tutto personale.
Credo sia bello proporre questa visione di Gabriella Ferri, soprattutto nel tempo che stiamo vivendo?
È l’immagine forte di una donna che comunque, nonostante le intemperie, è riuscita a diventare una grande artista. Guarda, se posso ti faccio un esempio.
Certamente.
Mia figlia è una cantante, da poco è diventata madre, questo bimbo è una gioia immensa, tuttavia, per una donna che fa il nostro mestiere è anche impegnativo. I tempi e i ritmi degli attori o dei cantanti sono strutturati in una maniera differente da chi fa un lavoro, consentimi il termine, tradizionale. Edoardo, il mio nipotino, spesso è affidato alle cure di una tata o quando possono dei nonni.
Quanto è difficile dirigere una figlia e una moglie?
Bella domanda! Non è facile, non è assolutamente facile.
Perché?
Devi saper mediare cercando sempre di mantenere un equilibrio e una buona energia. Però anche per uno come me che ha i capelli bianchi fino a 100 anni ha bisogno di sognare! Il teatro, le arti in genere sono anche un prolungamento del tuo corpo, della tua mente, della tua visione del mondo.
Un mondo che si sta consumando da solo, che sta implodendo?
Esatto!
Il piccolo Edoardo cosa farà da grande? Ha già un nome importante!
Che farà da grande? Sai sta in questa famiglia. Il padre, in questo momento, fa concerti sulle navi, lui è parte di una band famosa che fanno le cover dei Beatles, sono i più conosciuti in Europa. La madre canta e fa l’attrice. I nonni sono attori e registi oltre che autori. Da grande lui farà quello che vorrà, sceglierà la sua strada. Farà il fruttarolo!
Andrete in tour con lo spettacolo dopo la data al Teatro Marconi?
Dopo il Teatro Marconi portiamo lo spettacolo un po’ in giro per il Lazio. Poi vediamo perché mia figlia contemporaneamente ha altri spettacoli in Europa. Dopodiché c’è un soggetto importante, un testo su Pasolini, anche lì ci sarà Eleonora.
Molti impegni?
Il lavoro per fortuna non manca, sta riprendendo.
Una curiosità: Tonino da grande che cosa farà?
Tonino Tosto?
Eh sì, già il cognome Tosto la dice lunga?
Di cose ne ho fatte tante, però in questo momento quello che mi diverte di più è la scrittura.
Un bel libro con tutti i tuoi testi teatrali?
Beh, questa è una buona idea. Anche se ho all’attivo ben sedici pubblicazioni. Però la scrittura mi affascina e mi interessa molto in questo tempo della mia vita.