Mi Una mamma per amica o una figlia come confidente? La nuova modalità di relazionarsi con la propria figlia è un limite o una risorsa? Il rapporto con la propria madre è un legame speciale che ha inizio nove mesi prima della nascita. Già lì, nell’utero che accoglie e nutre, si organizzano le prime basi della relazione. Poi, con l’arrivo nel mondo, la madre è la base sicura, lo specchio che riflette ciò che lei pensa della sua creatura, lo stesso che permette alla figlia di costruire la sua identità; il faro che illumina la notte buia, la regola che offre suggerimenti, la solidità che sa dare i giusti limiti, i rispettosi “no”. Insomma, è colei che ha in mano il difficile compito di nutrire, stimolare e soddisfare la sua creatura facendola crescere come persona. È un piano relazionale così intimo e intenso, tanto da proteggere il suo equilibrio senza alterarlo o falsarlo.
Finché una bimba è piccola la cosa è più semplice, poi, quando cresce e arriva nella pre-adolescenza, le cose si complicano. Molte madri vedono nelle figlie potenziali amiche, vogliono entrare nella loro vita, conoscerne i segreti, condividerne le perturbazioni, ma una madre deve portare rispetto alle metamorfosi che la crescita, e soprattutto l’adolescenza offre, restando salda nel suo ruolo di madre ristoratrice, accogliente, utilizzando la sua autorevolezza là dove serve. La giovane che sta incamminandosi verso un’età adulta avrà così la possibilità di avere una guida solida cui attingere nel momento del bisogno. Questo permetterà uno sviluppo sano e un rapporto con sé stesse e la vita soddisfacente.
Purtroppo, però, ci sono mamme che creano con le proprie figlie un rapporto amicale, archiviando il ruolo genitoriale a vantaggio di un’errata modalità di stare in relazione. Ci sono madri che ricercano nelle figlie quella complicità che troverebbero in un’amica, più o meno coetanea, a cui chiedono implicitamente di accogliere le perturbazioni di una donna adulta alle prese con le salite ripide della vita, o semplicemente di condividere con la giovane figlia l’ultimo dei suoi flirt.
Insomma, piani relazionali completamente snaturati da quello che dovrebbe essere il giusto equilibrio genitore-figlia.
Se fino a qualche anno fa questo rapporto era incastonato in un viatico ben preciso, con regole da rispettare e con determinati ruoli da non sradicare, oggi, nell’epoca dell’amore 2.0, della comunicazione attraverso i social, le separazioni frequenti, tutto è rivoluzionato. C’è una grande confusione di ruoli, non si sa più chi è madre e chi è figlia. Assistiamo a madri che si comportano come adolescenti e figlie adolescenti che devono fare da madre al genitore, imbarcate in un momento di furore per un amore “giovanissimo”, conosciuto non si sa dove, oppure intrappolate in una separazione all’ultimo sangue, o semplicemente perché non si arrendono al passare del tempo, tanto da vestire i panni della ventenne.
Così il ruolo della madre che dà regole, consigli, suggerimenti si snatura a favore di un rapporto amicale che confonde i vari piani relazionali, che crea terreno fertile per perdersi in un luogo non luogo, privo di radici. Fiumi di riflessioni e considerazioni, sono state fatte da coloro che si occupano del rapporto madre-figlia; tutti sono giunti a ritenere che, per una crescita e uno sviluppo sano, equilibrato e armonioso, non bisogna confondere i ruoli. Ed è assolutamente così. Confondere un piano relazionale così importante contribuisce a creare situazioni faticose, altera la formazione emotiva della figlia, porta la madre a non avere alcun ascendente educativo. Inoltre, le madri perdono totalmente la loro credibilità. La figlia vivrà la frustrazione di non avere un punto di riferimento nel genitore, così da crescere sola e senza un vero ancoraggio nella vita.
L’amicizia tra madre e figlia può lasciare sole entrambe, soprattutto quando la seconda diventerà una giovane adulta che reclamerà un punto fermo da parte della mamma.
Essere madre è un’esperienza meravigliosa, unica, assolutamente coinvolgente. Una buona madre deve essere in grado di dare radici solide e ali forti affinché il volo nella vita possa essere sicuro, con una base sicura dove tornare nella difficoltà. La mamma perfetta non esiste e non esistono nemmeno manuali dove poter apprendere questo difficile compito; sta alla madre stessa cercare la strada migliore per essere una buona figura di riferimento, almeno per la propria figlia.