Esperando el Porvenir Flamenco

“Esperando el porvenir flamenco” è uno spettacolo di flamenco e teatro con Francisca Berton. Lo spettacolo è ispirato alladimensione dell’attesa. Il mezzo per esprimere, il linguaggio utilizzato è il flamenco. Con la musica, il canto, il ballo, così caratteristico che è sufficiente ascoltare poche note o vedere pochi movimenti per identificarlo. Anche quando l’ambientazione o l’interpretazione che se ne fa è attuale; potrebbe non essere così? Potremmo nel 2023 ballare, cantare osuonare senza relazionarci al presente, senza metterci in relazione con noi stessi, artisti e pubblico, e con quello che ci èaccaduto? La condizione di attesa su cui abbiamo dovuto plasmare le nostre esistenze ci ha riportato a valorizzare ciò che ci circonda, a rivalutare la velocità del nostro “andare” collettivo, ci ha portato a fare ritorno alla realtà “quando all’improvviso/le rondini tornano in città”. Ma è davvero così?

“Esperando el Porvenir Flamenco” è uno spettacolo aperto, un momento per condividere lo spazio e il tempo, alla ricerca di ciò che gira intorno al flamenco, intorno a noi e intorno alle nostre esperienze. Lo spettacolo è patrocinato dalla OficinaCultural de la Embajada de España en Italia. Francisca Berton ci racconta non solo di sé ma anche del suo intenso spettacolo.

Cara Francisca, che meraviglia: una bailaroas! Spero di dica così altrimenti sai che figuretta!

Quasi…. bailaoras plurale, una bailaora

Raccontaci un po’ di te …

Ho iniziato a studiare danza a 6 anni, come fanno tante bambine di quell’età. Ho unito la danza contemporanea e sono rimasta folgorata dalla lezione di flamenco, guardavo le grandi esercitarsi con quella musica stupenda. A 14 anni circa ho iniziato, prima il classico spagnolo; poi a 22 anni circa mi sono dedicata quasi esclusivamente al flamenco, alla danza ovviamente, ma anche alla conoscenza della musica, dei palos (stili), del cante. E un percorso infinito, ho fatto il primo stage con un Maestro venuto dalla Spagna, il grande Paco Romero: non sapevo neanche contare la musica in 12 tempi. A ripensarci mi viene da ridere! Ora insegno, gestisco i corsi dell’Associazione Culturale Algeciras Flamenco, faccio coreografie per altri e per me stessa, scrivo e dirigo spettacoli.

Come nasce il tuo amore per la danza e per il flamenco?

Ascoltando e guardando. Nella mia famiglia si ascoltava sempre tanta musica, anche come sottofondo mentre si faceva altro: radio, cantautori italiani, Joan Manuel Serrat, Mina, Paco De Lucia con Al Di Meola, colonne sonore di Ennio Moricone, la Nuova Compagnia di Canto Popolare… Guardando le lezioni di danza a cui non partecipavo, guardando gli spettacoli in teatro, guardando le trasmissioni televisive tra gli ’80 e i ’90. Tutto questo mi ha sicuramente influenzata.

Il flamenco non è solo una danza, vero?

E’ vero. Il flamenco è una forma d’arte che spazia dalla rappresentazione festosa ed estemporanea basata sull’improvvisazione, alla rappresentazione teatrale, preparata e scritta; in entrambe baile, musica e cante sono in un continuo dialogo in cui si resta in ascolto poi si aspetta il proprio turno e si prende la ‘parola’. C’è la moda flamenca, l’arte figurativa, la poesia.

Permettimi di citare una poesia pubblicata nel 1936, a pochi mesi dall’inizio della guerra civile in Spagna, da Tomás Borrás:

Elegía del Cantaor

Y ser flamenco es cosa:

es tener otra carne
alma, pasiones, piel, instintos y deseos;
es otro ver el mundo,
con el sentido grande;
el sino de la conciencia,
la música en los nervios,
fiereza independiente,
alegría con lágrimas,
y la pena, la vida y
el amor ensombreciendo;
odiar lo rutinario,
el método que castra;
embeberse en el cante,
en el vino y los besos;
convertir en un arte sutil,
y de capricho y libertad, la vida;
sin aceptar el hierro de la mediocridad;
poner todo a un envite;
saborearse, darse, sentirse,
¡vivir!»

Perché il flamenco si chiama così?

La parola flamenco appare per la prima volta tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800. Sul significato di questo termine esistono diverse interpretazioni. I gitani, ad esempio, venivano chiamati flamencos, perché si credeva erroneamente che essi provenissero dai Paesi Bassi (Fiamminghi). Altre interpretazioni trovano dei legami con la traduzione letterale di flamenco dallo spagnolo, che significa “fenicottero”. Un’altra teoria accosterebbe il termine flamencos alla gente malavitosa che faceva uso di un grosso coltello proveniente dalle Fiandre. Spavaldi, arroganti, presuntuosi, focosi, sono cosi definiti i gitani a partire dalla fine del 1700. Flamenco potrebbe inoltre provenire da Flamancia, Flama, Llama e quindi fiamma: sarebbe quindi un modo di definire il temperamento dei gitani e della loro arte. Alcune delle teorie più accreditate dai flamencologi riportano l’etimologia della parola all’arabo “Felah-Mengus” che significa”contadino errante, contadino nomade”.

Come si unisce flamenco e teatro?

E’ una naturale unione, il flamenco ha già insita una teatralità nella gestualità , nel movimento, nell’interpretazione. Sono molti anni che è entrato in teatro e attraverso di esso si sono raccontate storie, rappresentati concetti e stati d’animo. Nell’attualità gli artisti di flamenco fanno due tipologie di spettacolo: nei tablaos, locali dove si mangia e beve e si puo’ godere di un’esibizione di flamenco, su un palco formato da una pedana (tablao) di legno; nei teatri, in Festivales famosi, con spettacoli teatrali con sceneggiatura e regia, spesso con collaborazioni importanti, con figure di spicco per altre discipline, ad esempio la danza contemporanea.

A che cosa si ispira lo spettacolo?

Lo spettacolo è ispirato alla dimensione dell’attesa e del tempo sospeso. La condizione di attesa su cui abbiamo dovuto plasmare le nostre esistenze ci ha riportato a valorizzare ciò che ci circonda, a rivalutare la velocità del nostro “andare” collettivo, ci ha portato a fare ritorno alla realtà “quando all’improvviso/le rondini tornano in città […]”. Ma è davvero così? Esperando el Porvenir Flamenco è uno spettacolo aperto, un momento per condividere lo spazio e il tempo, alla ricerca di ciò che gira intorno al flamenco, intorno a noi e intorno alle nostre esperienze.

La dimensione dellattesa perché è così significativa?

L’attesa è importante perché presuppone che arrivi qualcosa o qualcuno, un evento, un incontro. Il tempo che è sospeso può essere utilizzato per prepararsi, studiare, immaginare. Tutti ci siamo dovuti fermare, certo ben diverso è stato trascorrere il lockdown in una casa con giardino o in uno spazio piccolo, magari condiviso da più famiglie. L’attesa è stata a tratti drammatica, molto pesante come fardello, ma fuori non avevamo certo i bombardamenti, non esageriamo! Personalmente mi hanno aiutato tanto gli appuntamenti virtuali con la ginnastica, il flamenco, la musica, il teatro e il cinema. Non vedevo l’ora di tornare in sala! Come ho già avuto modo di dire, uscire di casa per entrare in un altro luogo ‘al chiuso’, ma aperto, luogo   allo stesso tempo reale e fantastico.

Tutti possono ballare il flamenco?

Si, assolutamente! Mi sembra importantissimo ricordare che si balla anche nelle celebrazioni familiari, tra amici, a livello amatoriale o professionale

Chi sono i tuoi compagni di viaggio?

Ana Rita Rosarillo al  cante

Sergio Varcasia alla chitarra

Paolo Monaldi alle  percussioni e cajón

Andrea Leonardi al  sax

Ballano con me: Valeria Castrucci, Serena Colantoni, Agnese D’Errico, Marica Pugliese

Paolo De Pascale ha scritto i testi e li narrerà.

Daniela Catone sta facendo i costumi.

Giulio Paravani sta realizzando video che… non diciamo troppo!

In Italia il flamenco è apprezzato?

Si. Ci sono scuole in molte città italiane, vengono organizzati molti stage con maestri di fama nazionale ed internazionale e Festival che richiamano il pubblico di aficionados. Anzi, fino a qualche anno fa all’Auditorium Parco della Musica di Roma c’era un bel Festival dedicato al flamenco in alternanza con la Bienal de Sevilla dove accorreva un pubblico dei cosiddetti addetti ai lavori e anche persone completamente estranee al flamenco ma curiose. È un evento di cui si sente la mancanza.

Ciò che ci circonda si trama in un andare collettivo che spesso non ha una meta, oppure?

‘…se hace el camino al andar’, come ha scritto Antonio Machado e cantato Joan Manuel Serrat.

 In un senso non deterministico, non pre-destinato, la meta non è uguale per tutti, ognuno traccia il cammino nel momento stesso che lo percorre, Senza etichette, caselle da rispettare.

Cosa accade quando allimprovviso/le rondini tornano in città”?

Ci rendiamo conto che intorno a noi qualcosa cambia ed è bello assistere a questo e averne consapevolezza, Il corpo ci dice che è possibile una “rivoluzione di felicità”, come nella sua prima poesia ci dice Paolo De Pascale.

Esperando el Porvenir Flamenco di fatto che cos’è?

Uno spettacolo di flamenco e teatro (música, cante, danza, poesia)

Il pubblico dopo una rappresentazione che cosa ti restituisce?

Tantissimo! In realtà per ogni spettacolo che abbiamo proposto ho avuto commenti diversi, anche molto lontani da quello che io avevo immaginato, molto interessanti. Poi qualcuna/o ha letto tutto esattamente come era nella mia testa e questo mi ha reso felice, non posso negarlo. Esperando el Porvenir è nato da una serie di domande che mi sono fatta e spero che gli spettatori le facciano proprie. Senza etichette, senza riferimenti troppo aulici per il mio che, non dimentichiamolo, è uno spettacolo di flamenco, l’arte più meticcia che io conosca, quella nomade. 

Andrete in tour?

Si, gli ultimi anni sono suddivisi in due fasi: l’inverno con i corsi, lo studio, le anteprime, i teatri, questo anno anche una esperienza televisiva; l’estate, con gli spettacoli anche all’aperto, i viaggi con la Compagnia, le cene in orari osceni, molto divertente. 

Progetti targati 2023?

Abbiamo già dei progetti, anche luoghi dove realizzarli 🙂

Vi invito a seguirci sui nostri social, Facebook/Instagram algecirasflamenco

Ma sogni ne abbiamo?

Si, e quanto è bello quando si riesce a realizzarne qualcuno? 

Vuoi aggiungere altro?

L’11 e il 12 febbraio vi aspettiamo al Teatro di Villa Lazzaroni con lo spettacolo ‘Esperando el Porvenir Flamenco’. Non mancate!

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

Follow Me

Novità

ARTICOLI POPOLARI

Newsletter

Categorie

Edit Template

Resta Connesso

NEWSLETTER

P.iva: 01809040510 – pec: dr.fabbronibarbara@pec.it | Cookie Policy | Privacy Policy
© 2024 Created with Love by Puntoweb Arezzo