E poi … c’è il sogno estetico

La moda è quella che viene suggerita e che spesso conviene evitare, lo stile è ciò che ciascuno ha e che deve conservare per tutta la vita (Giorgio Armani)”. Si coniuga qui la scelta estetica di Lucio Vanotti che osservando il mondo della vita in continua evoluzione ne coglie gli algoritmi perfetti per costruire il suo itinerario creativo che tocca l’anima e il cuore. Ben sappiamo che “eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare (Giorgio Armani)”, poiché in quel ricordo resta incisa la cifra del proprio stile che oltrepassa le mode restando indelebilmente inciso nell’immaginario dell’altro. La moda è ciò che compri, lo stile è ciò che possiedi. La chiave dello stile è nell’imparare chi sei, e per farlo ci vogliono anni. Non esiste una mappa della strada per ricercare il proprio stile. È un’espressione di sé stessi e, più di ogni altra cosa, è un atteggiamento (Iris Apfel)”. Lucio Vanotti di tutto questo è maestro e ci conduce all’interno del suo mondo con grazia e delicatezza, raccontandoci non solo di lui ma anche del suo concetto di moda e stile.

 

Caro Lucio, grazie per questa intervista ne sono felice, ci racconti di te?

Ciao Barbara, grazie a te per l’interesse!

Regalaci 3 parole che ti rappresentano?

Semplicità, verità, equilibrio.

Dove ti sei formato?

Studi artistici e, poi, l’Istituto Marangoni a Milano.

La moda, di fatto, che cos’è?

La moda è un movimento collettivo di desiderio e soddisfazione … in continua trasformazione.

Quanto la pandemia ha cambiato il concetto della moda e il fare moda?

Cambiato non direi, piuttosto ha accelerato un moto che porta verso il mondo della casa, che era già in atto. Vivere di più la casa, lavorare da casa, comprare di conseguenza da casa, ha allontanato fisicamente le persone.

Secondo te cambierà anche questa modalità acquisita durante il Covid-19?

Di sicuro ci sarà una reazione opposta a questo cambiamento. Vedremo.

Molti brand hanno avuto un momento di flessione in seguito al periodo storico che viviamo, secondo te il settore è in ripresa?

Il settore come sistema muta, non credo ci sarà mai una vera crisi. Vestirsi è un’esigenza oltre che un vezzo.  È il momento dei grossi gruppi, o degli indipendenti che sono quasi artigiani. Le vie di mezzo non sopravvivono.

Di cosa ti stai occupando in questo momento?

Mi sto occupando di estetica a 360 gradi.

Ovvero?

Lavoro come consulente per collezioni di moda, recentemente anche per un progetto di sneakers NFT; sono consulente estetico per interior design, e insegno moda quando me lo chiedono.

Stagione dopo stagione come organizzi le tue collezioni?

Seguo una naturale evoluzione della mia estetica che, stagione dopo stagione, si stratifica di piccole varianti, di nuove strade parallele, di nuovi interessi.

Hai una fonte d’ispirazione?

L’ispirazione viene dalla vita, da una città, da una sedia, da una persona, da un edificio. Per me è come creare ad ogni stagione una nuova vita.

Lo stilista che più ami?

Ho amato molto Martin Margiela, ha lasciato un segno fortissimo. Ma come tutte le cose belle, purtroppo, finiscono.

Giorgio Armani ti ha fatto un invito importante, ce ne vuoi parlare?

È stato una tappa significativa per la mia carriera, ho avuto l’occasione di presentare la mia prima sfilata al Teatro Armani.

Com’era la collezione?

La collezione aveva ispirazioni vicine all’estetica seguita anche da Armani: il razionalismo italiano, la divisa, ma con linee morbide e avvolgenti. Un momento sicuramente catartico della mia carriera.

Le emozioni non hanno voce un po’ come la creatività di un abito, una maglia, un capospalla, una giacca o un pantalone?

Non hanno voce per chi non sente, dipende sempre dalle persone. Un abito può essere interessante sulla persona giusta o banale su chi non lo sente. Non parlo di bellezza superficiale, ma di verità.

Cosa vuoi trasmettere con il tuo stile?

Cerco di valorizzare la persona, con forme semplici, con il confort. Vorrei che i miei abiti fossero come compagni di una giornata, e poi: c’è il sogno estetico.

Esiste ancora l’acquirente tipo?

Esiste l’acquirente che sente il tuo messaggio, e meno altri messaggi. Ma una persona può anche divertirsi e sentire diverse estetiche, giocare con diversi stili, oppure mixare gli stessi e farne uno proprio.

Chi interpreta meglio lo stile di questo periodo?

Le persone libere e sensibili.

Chi sono le celebrity stilose?

Non mi viene in mente nessuno, non perché non ce ne siano, ma non mi interessa molto il mondo delle celebrity. Credo si stia abusando di questo veicolo.

C’è una celebrity che può essere la tua musa ispiratrice?

Al momento mi ispirano di più le persone reali che mi circondano, o il mio cane.

Quando un uomo è davvero stiloso?

Personalmente credo che lo sia quando sento l’animale che c’è in lui.

Che vuoi dire?

Animalità intesa come verità del suo essere, senza artifici. La naturale bellezza degli animali è imbattibile.

Sei più artigiano dei sogni o cogli la tendenza del momento?

Sono un artigiano dei sogni collettivi.

I Millennials cosa cercano nella moda?

Mi trovi impreparato.

Minimal o classico, dove ti riconosci?

Nelle correnti classiche minimali del ‘900.

Cosa rende stiloso un uomo?

La cura di sé stesso. L’individualità.

Che cosa non deve mai mancare nell’armadio di un uomo stiloso?

Un girocollo blu.

Quanto è importante la rete e il mondo Social?

Molto, troppo.

Perché?

È una realtà a cui non ci si può sottrarre, conviene prendere il meglio che può dare.

La vita è densa di intemperie, tuttavia, l’importante non è quante volte si cade ma come ci si rialza, sei d’accordo?

L’importante è avere il coraggio di cambiare, di provare nuove strade, perché nulla è per sempre.

I tempi corrono e adesso Lucio Vanotti dov’è? 

Sono ovunque ci sia bellezza. Mi alzo la mattina per soddisfare questa esigenza. Quando non la trovo saluto e cambio strada.

Un sogno nel cassetto?

Costruire piccole incantevoli case.

Hai un sassolino nella scarpa da togliere?

In questo momento no. In genere i sassolini nella scarpa li tolgo subito e poi continuo a camminare.

Da grande Lucio Vanotti cosa farà?

Giocherà sempre come quando era bambino.

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