Quando l’arte è un capolavoro accade che il suo percorso si fa virtuoso, attraversa gli anni, ripresentandosi sempre con la sua forza, la sua atmosfera, la sua capacità di emozionare. Da giovedì 20 a domenica 23 ottobre 2022 a Teatrosophia, a due passi da Piazza Navona, nel cuore di Roma, arriva la Sicilia in tutta la sua femminilità. Un viaggio lungo quello de “La Trinacria è femmina” che parte nel 2013 dalla Città del Gusto del Gambero Rosso, in cui Ilenia Costanza e Lorena Vetro raccontavano la loro terra preparando cazzilli e caponata. Da lì è stato un andare virtuoso e emozionante fatto di successi in successi. “Considerateci le Gorgoni che danno senso alla Trinacria: Medusa, che rappresenta la perversione intellettuale; Steno, la perversione morale; ed Euriale, la perversione sessuale. Ma lasciamo a voi la distribuzione dei ruoli!”, affermano le due meravigliose artiste Ilenia Costanza e Lorena Vetro. Già abbiamo parlato di questo spettacolo divertente e poetico che racconta la Sicilia partendo dal lessico femminile delle parole che la caratterizzano … “Siccità è femmina… – dice Costanza – Santa Rosalia e Sant’Agata sono femmine. Imprenditoria è femmina… selvaggia e disonorata però. L’emigrazione è femmina; la mafia lo è; la maschera di Pirandello e la roba di Verga. Ma anche la vigna, la mandorla e l’arancia. E il pistacchio. Sì, perché da noi il pistacchio si chiama ‘a fastuca! E diventa femmina… come la bellezza!”. Così il tutto si trama e snoda toccando lindi perfetti e densi di magia dove la cultura e l’appartenenza siciliana si dipana in un’alchimia perfetta fatta di essenze, parole, musica, cuore e anima. Ilenia Costanza cunta (racconta) la sua terra con le parole dei più grandi scrittori, da Pirandello a Quasimodo, da Buttitta a Bufalino e Sciascia; mentre Lorena Vetro, l’ultima Cantastorie, è voce portentosa e coinvolgente, con la sua chitarra canta le leggende. Come affermano loro: “Bastano una donna e un tamburo, per fare scoppiare una rivoluzione”, sarà così considerando l’infinito successo che di stagione in stagione riscuoto. Le abbiamo incontrate ancora una volta e ci hanno portato nel loro incantevole mondo di anima e poesia, cuore e nostalgia, appartenenza e possibilità.
Cara Ilenia, cara Lorena, ci ritroviamo ancora una volta, “La Trinacria è femmina” non smette di richiamare il pubblico. Sarete a Teatrosophia era in programma?
Era in programma, in cartellone già dalla scorsa stagione quando, ahinoi, siamo state fermate dal covid… questo significa che arriveremo sul palco con molta più grinta del solito, anche perché siamo davvero orgogliose di stare in questo piccolo grande spazio, che si distingue per l’attenzione nei riguardi degli artisti e del pubblico; non a caso dopo lo spettacolo, il teatro offre un ottimo aperitivo che vede artisti e pubblico insieme, complice un buon bicchiere di vino, a scambiarsi emozioni vissute nel tempo dello show. E stavolta l’aperitivo sarà squisitamente siculo!
Perché “La Trinacria è femmina” piace così tanto?
Immaginiamo per l’allegria, non tanto o non solo dei racconti e delle canzoni, ma per la complicità tra noi tre (Ilenia Lorena e Monica) … un po’ come le zitelle che vivono nello stesso cortile e si stuzzicano, litigano perfino, ma poi non possono fare a meno l’una dell’altra. Ed è lì che si crea poi la stessa complicità col pubblico, che si sente parte integrante del gioco. Anche questo è tipico: il siciliano ti fa sentire subito “di famiglia”.
Non è solo un tributo alla Sicilia, c’è di più?
È un tributo alla bellezza, alla poesia, necessaria alla vita, alla forza.
Come sappiamo, i grandi autori sono universali: Pirandello, Buttitta, Sciascia, Bufalino… e nella musica poi: Rosa Balistreri, Nonò Salamone, Otello Profazio, Domenico Modugno e Franco Battiato. La raccontiamo così questa nostra Sicilia, ma il senso di quel racconto poi diventa grande e viaggia per tutto il pianeta. Come la bellezza, appunto!
Da buone siciliane quanto è importante la trasmissione?
La trasmissione è memoria, e la memoria immortalità! Ma la memoria, ovvero la conoscenza della storia, è anche libertà. E oggi più che mai tutto questo è addirittura vitale.
Dopo questa nuova tappa dover porterete lo spettacolo?
Per questa stagione Trinacria si riposa, per ripartire in estate. Anche perché da novembre a maggio avremo tre nuove produzioni da portare alla luce, due delle quali proprio con Teatrosophia, e una col Centro Studi La Parabola; e questo, oltre a impegnarci particolarmente, ci riempie di gioia per una sorta di battaglia verso la rinascita culturale… cosa che, detto tra noi, troviamo necessaria per questo nostro Bel Paese.
Avete mai pensato di farne un lungometraggio cinematografico?
In verità, no. Abbiamo per il cinema un amore viscerale e usiamo spesso la videocamera per varie situazioni; ma questo spettacolo si fa col respiro, con la condivisione del famigerato qui e ora, con uno scambio di emozioni che vanno oltre la quarta parete. Diversamente, sarebbe altro da sé.
Quanta vita c’è ne “La Trinacria è femmina”?
Tanta, tutta. La nostra, quella dei nostri nonni … quella di un popolo che si lamenta e ride nel contempo. Se è vero com’è vero che i sentimenti fanno la vita, la risposta è chiara.
Oggi c’è bisogno di rivivere le antiche radici della nostra appartenenza?
Per forza! Ma paradossalmente le perdiamo un pezzetto alla volta quelle radici. E un grande siciliano diceva sempre “un popolo che ha perso le sue radici, è un popolo che perde la sua libertà”. Le idee vengono meno, e nella estenuante ricerca dell’originalità, diventiamo tutti copie di tutti. Sembrerà banale, ma quello che oggi ci sembra necessario per stare “al passo coi tempi”, domani ci scoprirà irrisolti, soli e perfino incapaci di essere davvero noi stessi.
I giovani amano “La Trinacria è femmina”?
Quelli che vengono a teatro, sì. E riescono perfino a cambiare idea, sia sulla storia sia proprio sul genere musicale che si trovano ad ascoltare, che non è proprio all’ultimo grido, ovvero non è proprio quello che ascoltano nei loro airpods. Ma i giovani che vanno a teatro, in generale, sono ancora troppo pochi. E questo è un ostacolo per quella battaglia verso la rinascita culturale di cui s’è detto prima.
Cosa vi restituisce il pubblico dopo lo spettacolo?
Amore. E questa è la forza del teatro. Come diceva Dante… “L’amor che move il sole e l’altre stelle”.
Progetti autunnali?
Parleremo del più imminente: dal 29 novembre al 4 dicembre debutta “Appuntamento a Londra”, di Mario Vargas Llosa, prodotto da noi e da Teatrosophia, che vede in scena lo stesso direttore artistico del teatro, Guido Lomoro, affiancato da Enzo Piscopo, con la regia di Ilenia e le musiche di Lorena. Un testo molto particolare, di teatro contemporaneo, in Italia messo in scena solo nel 2010 con Pamela Villoresi. Insomma, se non sono belle sfide, non ci piacciono!
Volete aggiungere altro?
Noi vi aspettiamo a teatro! Le Femmine della Trinacria vi aspettano per una serata rilassante e divertente, e perché, come diceva il grande Vittorio Gassman, “il teatro è una zona franca della vita, lì si è immortali”.