Le tradizioni familiari si dipanano in un itinerario virtuoso dove la creatività si sposa con la capacità imprenditoriale. Incontrare Sara Parati, figlia di una dinastia di gioiellieri, è come entrare nel Paese delle Meraviglie dove, in ogni angolo, scopri qualcosa di affascinante e irresistibile. La sua è una famiglia importante. Il padre è il creatore di questa storia che grazie ai figli, Sara e Andrea, sta continuando a camminare lungo il corso della sua vita con successo e determinazione. Sara è l’anima e il cuore di questo straordinario sviluppo.
Un ricordo di quando eri bambina?
Sono emozionata, lo si avverte dalla mia voce. Non ho molti ricordi se non un evento che ha segnato la mia infanzia. Ho avuto un brutto incidente. Mio padre era sempre molto impegnato nel suo lavoro, io e mio fratello siamo stati cresciuti dalla mamma. Spesso in estate passavamo le vacanze solo con la mamma perché il lavoro non permetteva a mio padre di stare con noi per lunghi periodi, a volte, ci raggiungeva il fine settimana.
Come nasce il tuo amore per i gioielli?
È una tradizione di famiglia. Tutto nasce da mio padre. Nonostante un’origine umile, con la sua determinazione e volontà, è riuscito a dare una svolta importante alla sua vita professionale e di conseguenza alla nostra. Sin da piccola passavo molto tempo in negozio. Il nostro primo negozio lo ricordo ancora con molto affetto, era il mio spazio familiare.
Chi ha fondato Damiano Parati?
La Damiano Parati nasce nel 1978, l’anno della mia nascita. È stata fondata da mio padre e da un socio che poi, dopo qualche anno, ha preso una strada diversa. Il babbo all’epoca aveva una buona conoscenza del mondo orafo, era modellista e capofabbrica; dopodiché giunto alla maggiore età ha fondato la sua azienda. All’inizio era un laboratorio di riparazione di orologi e creazione di gioielli unici, disegnati appositamente su richiesta del cliente. Anno dopo anno le cose sono migliorate così nasce il primo negozio di gioielleria. Non sono stati anni facili, ma mio padre ha sempre avuto una grande determinazione, si è impegnato con sacrificio e forza per poter raggiungere la sua meta.
Cosa ti ha insegnato tuo padre, la tua famiglia?
L’impegno, la costanza, la determinazione e soprattutto: il sacrificio premia sempre. Non c’è risultato se non c’è sacrificio, questo è per me un insegnamento fondamentale cui mi aggrappo sempre. Cerco di insegnarlo anche ai miei figli anche se questa che viviamo è un’epoca molto diversa.
In azienda c’è anche tuo fratello, parlaci di lui?
In azienda è arrivato prima lui, è più grande di me. Entrambi ci siamo impegnati in questo mondo. Ci siamo fatti le ossa con sacrificio, abbiamo dovuto superare le nostre piccole difficoltà, come la timidezza per mio fratello. Essere i figli del capo non è semplice, devi dimostrare di essere sempre qualcosa in più, devi dare l’esempio. Non ci sono sconti per i figli del capo, dovevamo essere responsabili in tutto. Io e Andrea abbiamo due ruoli diversi, ma ci integriamo tantissimo. Lui si dedica di più all’estero, io mi occupo dei clienti italiani e del contatto con i brand.
Possiamo dire “siete una grande famiglia”?
Si! Siamo davvero una grande famiglia. Venti anni fa è entrata in azienda anche Samuela, la moglie di mio fratello Andrea. Ognuno di noi ha il suo ruolo. Siamo molto in sintonia. Oltre che soci siamo anche fratelli, con due personalità distinte ma che guardiamo nella stessa direzione.
Come coniughi tre figli, un marito e il lavoro?
Il lavoro è la mia priorità, non si può diventare una realtà come la nostra se non si sacrifica qualcosa, per raggiungere determinati obiettivi l’impegno è assoluto. Siamo una realtà internazionale, questo presuppone essere presente in molti territori come Porto Cervo e altre località Vip. La nostra clientela è internazionale, la seguiamo, passo passo, durante tutto l’anno. Cerchiamo per ogni cliente di trovare il gioiello giusto, che racconti di quella persona, che narri la sua essenza. Custodisco con emozione e cura i gioielli delle mie nonne, sono le cose più preziose che possiedo seppur nella loro assoluta semplicità. Non è il valore di un gioiello ma ciò che rappresenta.
E poi arriva il Covid?
La pandemia mi ha fatto molto riflettere. Ho avuto molto tempo da vivere nel quotidiano con i miei figli, mi sono resa conto che ho perso delle tappe importanti, mi è dispiaciuto fare consapevolezza di questo ma al tempo stesso mi ha fatto riflettere. Ho tre figli maschi molto vicini tra di loro, è vero: mi sono persa la loro infanzia. Sono stati anni difficili, gli ho dato il mio cuore seppur con una presenza risicata. L’aiuto delle nonne e delle tate è stato un grande supporto. Con il Covid mi sono resa conto che potevo organizzare il mio tempo lavorativo in maniera diversa gestendo una maggior presenza con i miei figli. Adesso se c’è bisogno di passare del tempo con loro arrivo più tardi in negozio, cerco di esserci e non perdermi più nulla. Con il Covid è cambiato anche il modo di vendere, i clienti contattano via Social e questo mi ha permesso di ritagliare del tempo prezioso per loro.
La Damiano Parati ha il suo brand?
Abbiamo un brand di gioielli dedicato ai Millennials. È cambiato il modo di fare acquisti. Abbiamo una e-commerce molto attiva, lavoriamo con la Cina ormai da tempo, oltre che in Italia e in Europa. I Millennials non entrano più in negozio ma fruiscono dell’acquisto in rete. La comunicazione è virtuale, tutto passa per l’online. Gran parte di questo lo devo a mio fratello che è stato un visionario dal punto di vista commerciale. Noi curiamo personalmente le nostre piattaforme Social, raccontando i gioielli che proponiamo, spiegando la loro storia sin dall’origine.
Hai uno stile ricercato e al tempo stesso minimale, ti ispiri a qualcuno in particolare?
Il mio stile è molto minimale. Jeans, camicia, sneakers è stato il mio mood sin da ragazzina. Iniziando a lavorare le cose sono un po’ cambiate seppur lo stile minimal è sempre con me.
Che cos’è il bello per te?
Ovunque c’è il bello non solo nei gioielli, negli abiti, ma anche in una tavola, in un lenzuolo, in una parola, in uno sguardo. Però, non potrei mai uscire di casa senza un gioiello.
La tua cliente tipo?
Sono donne semplici ma al tempo stesso ricercate. Donne che ricercano il particolare non la perfezione. Donne di classe, che hanno il loro stile glamour e raffinato.
Quello che avresti voluto fare nella vita.
Volevo fare l’ingegnere chimico! Ma c’era il negozio. Dopo sei mesi di università ho deciso di entrare nell’attività di famiglia. Non rimpiango questa scelta seppur lascerò i miei figli liberi di seguire la loro strada senza dover per forza entrare nell’azienda di famiglia.
I tempi corrono e “tu adesso dove sei”?
È un momento della mia vita molto particolare. Ho ancora tanti sogni nel cassetto seppur il Covid ha fatto riflettere su dove eravamo, dove siamo e dove vogliamo andare. A volte corriamo troppo e ci perdiamo le cose che sono intorno a noi. Sto recuperando il mio essere mamma. La mia presenza tangibile nella loro vita. Oggi l’esempio, come ho avuto io, non è più sufficiente, c’è bisogno di altro di presenza costante e accompagnamento nelle tappe più significative.
Un sogno nel cassetto?
Aprire un negozio a Capri! È l’isola del mio cuore, il luogo dove voglio invecchiare. E poi ho un altro sogno nel cassetto: continuare a essere una persona vera, onesta, sincera, vedere i miei figli crescere e realizzarsi nella vita.
Hai un idolo?
Il mio babbo! È una persona vera, onesta che ancora si mette in gioco, la sua vita è in negozio e lui non perde un solo istante per continuare a contribuire nel nostro immenso progetto familiare.