“Non fermarti nel bosco e altre favole sulle donne” scritto e diretto da Silvia Bruni, con Silvia Bruni e Antonello Coggiatti debutterà in occasione della ventiquattresima “Giornata Internazionale della violenza contro le donne”, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999, presso ’Hic – vizi e sfizi da salotto il 25 novembre prossimo.

Il reading racchiude più storie: storie di donne ferite, di uomini violenti. Una lettura a due voci, che nasconde nella risata la solita triste verità formata da disuguaglianza e dolore.

“Come ogni anno, il 25 novembre – Giornata internazionale contro la violenza nei confronti delle donne – il bistrot ‘Hic Vizi e Sfizi da salotto mi regala l’opportunità di dedicare una serata a questa importante giornata. Quest’anno ho scelto di sfruttare come canale comunicativo la lettura, insieme ad un mio amico e collega Antonello Coggiatti, ispirandomi a fatti di cronaca e a come questi fatti siano stati trattati dai media. Penso sia un compito doveroso da parte di noi attori, quello di divulgare messaggi importanti attraverso la nostra forma d’arte e non solo durante queste ricorrenze.”, afferma l’autrice Silvia Bruni.

Silvia Bruni intende così rimarcare l’importanza dell’evento, la Giornata Internazionale della violenza contro le donne, che tutt’oggi vive anche di simbolismi di colore rosso che nel tempo si sono aggiunti a tutte le manifestazioni che si propagano nelle città del mondo, per commemorare le vittime divenute universali.

Sono, infatti, le donne a estendere all’unisono le loro voci, le loro urla contro tutte le morti generate per mano di uomini brutali e aggressivi. E avviene ogni 25 novembre.

Attraverso cambi di personaggi, dunque, si lascerà immergere lo spettatore nella cruda attualità, fornendogli gli strumenti necessari per immaginare e percepire. Un momento per raccontare tutte le “altre favole sulle donne” che – purtroppo – abbiamo reso realtà.

“Non fermarti nel bosco – e altre favole sulle donne” racchiude più storie: storie di donne ferite, di uomini violenti. Di cronaca e di pensieri. È una lettura a due voci, che nasconde nella risata la solita triste verità formata da disuguaglianza e dolore. Cambi di personaggi che fino all’ultima riga lasciano immergere lo spettatore nella cruda realtà, fornendogli gli strumenti necessari per immaginare e percepire. Un momento per raccontare tutte le “altre favole sulle donne” che – purtroppo – abbiamo reso realtà.

Il luogo dove verrà rappresentato è a ‘Hic Vizi e Sfizi da salotto, un piccolo e grazioso bistrot situato nella zona periferica di Primavalle.

Valentina Malgieri, proprietaria del locale, ha deciso di avviare questa attività con l’intenzione di riqualificare il quartiere, offrendo l’opportunità a chiunque voglia di usufruire dello spazio per eventi culturali: concerti, performance, letture e mostre fotografiche hanno preso vita numerose volte durante i tre anni di apertura.

Abbiamo intervistato l’autrice e l’interprete Silvia Bruni.

Perché “Non fermarti nel bosco” che cosa si può trovare?

Secondo alcuni il Lupo. Il titolo é un riferimento all’infelice frase di Giambruno, dopo lo stupro avvenuto a Palermo il 7 luglio scorso. Ho deciso di sfruttarla perché nel testo faccio riferimento a tutte le colpe che vengono ingiustamente affibbiate alle donne quando vengono abusate e non solo.

Quanto la fiaba è catartica?

Credo che ognuno di noi abbia una fiaba in particolare con cui esiste uno speciale tipo di legame. La catarsi deriva dal momento di vita in cui quella fiaba era la nostra lettura preferita. Ci riporta all’infanzia ed é un ottimo punto di partenza per un processo di questo tipo.

Ancora oggi la fiaba rappresenta un testo avvincente, perché?

Perché la fiaba ha il potere di farti credere che sia tutto possibile.

Quali sono le favole sulle donne?

In questo caso specifico, quelle che vengono scritte dai giornali e raccontate dai giornalisti, alcuni giornalisti, che tendono troppo spesso a fare del victim blaming.

La violenza sulle donne è un tema pregnante e doloroso, si risolverà?

Lo spero, ma mi rendo conto che é una problematica talmente radicata nella società, che sarà molto difficile da risolvere. Fa parte della nostra cultura e per riuscire a cambiare modo di pensare bisogna aprire le proprie menti, imparare ad ascoltare ed essere disposti al confronto, a mettersi in discussione. Non é semplice. Sicuramente negli ultimi anni si sta muovendo qualcosa di importante per sconfiggere questa enorme piaga.

Che è Silvia Bruni?

Bella domanda! Non lo so, dovrebbe chiederlo alla mia terapeuta.

Quanto una lettura conduce a una riflessione?

Dipende da chi legge o ascolta.

Perché è “un compito doveroso da parte di noi attori, quello di divulgare messaggi importanti attraverso la nostra forma d’arte e non solo durante queste ricorrenze.”?

Trovo che l’arte sia un mezzo di comunicazione potentissimo perché può arrivare a chiunque, che si tratti di cinema, teatro, letteratura e via dicendo; e penso fortemente che le persone vadano educate, abituate. Gli artisti hanno il privilegio di possedere un talento, un dono, ed é giusto sfruttarlo per portare il fruitore a ragionare su ciò che accade intorno a noi.

Chi sono i suoi compagni di viaggio?

Dipende da dove voglio andare!

Progetti?

Si, molti. Oltre ad essere in scena a febbraio con Antonello, l’altra voce di questa lettura, sto progettando una serie di letture che abbiano come protagoniste le donne e le loro vite. È un progetto ancora in fase embrionale. Oltre questo sto scrivendo uno spettacolo in dialetto romanesco ed un altro a quattro mani con una mia amica attrice che stimo molto. Da gennaio, inoltre, partirà una rubrica che racconta le donne su un magazine di arte e cultura online con cui collaboro.

Vuole aggiungere altro?                                                             

Si, venite ad ascoltarci in tanti e confrontiamoci!

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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