Frida. Una bomba avvolta in nastri di seta

Frida Kahlo raccontata attraverso la trasposizione teatrale di alcune delle sue opere più evocative delle sue emozioni, pensiero e vita. Frida è stata un limpido esempio della forza delle donne, icona di emancipazione e affermazione. Lo spettacolo rivela la vita della rivoluzionaria pittrice messicana attraverso le sue emozioni e la trasposizione in racconto di alcune delle sue opere più significative. Le sue parole sono state una eco dirompente, segno tangibile di una forza che ha superato ogni dolore fisico, grazie al suo modo sia spirituale sia sovversivo, inesauribile e esplosivo amore per la vita. Un testo tratto da diversi scritti e ricerche su Frida Kahlo e da una attenta analisi delle emozioni e pensieri sottesi nelle sueopere, il tutto reso nella forma di un racconto teatrale. Un monologo che va oltre la dimensione del monologo stesso,ma che diventa opera pittorica in scena, grazie alle scenografie realizzate da Luca Altamura e Paola Muccio, i costumi diLaura Consolini e il trucco di Anna Penazzo, ispirate alle tele della Kahlo. Il tutto è avvalorato da musiche messicaneoriginali dell’epoca frutto della consulenza musicale di Pablo Sartori e rese dal vivo in scena da Antonio Canteri e ClaudioManzini. Sul testo di Laura Murari s’innestano le musiche dal vivo che accompagnano la storia di una donna, in forma di trasposizione in racconto di alcune delle opere pittoriche più evocative del pensiero di Frida Kahlo, dense di emozioni, pensiero, sofferenza e vita a tinte forti. Il monologo è frutto di un accurato studio dei diversi scritti e ricerche su Frida Kahlo. Prende vita da una attenta analisi delle emozioni e pensieri sottesi nelle sue opere, il tutto reso nella forma di unracconto teatrale. Laura Murari interpreta in maniera magistrale la sua Frida Khalo creando quel mondo unico e assoluto che sembra riportare in vita l’artista messicana. Laura ci racconta questa sua straordinaria avventura che dal legno del teatro giunge diretta al cuore dello spettatore.

Quando si legge in una locandina “di” e “con” è sempre una bella emozione?

È sempre un’emozione incredibile. È stata una scommessa! Felice di averla affrontata e felice di aver ottenuto un risultato in termini di soddisfazione, al di sopra di ogni mia aspettativa.

C’è qualche richiamo a Frida Khalo?  

È Frida che richiama lo spettacolo, incentrato su di lei. Lei è una persona che ha vinto tutte le sue sfide contro il dolore fisico vivendo la vita al massimo, nel bene e nel male. È una artista autentica.

Come nasce la sceneggiatura di: “Frida. Una bomba avvolta in nastri di seta”?
Nasce da ricerche e studi approfonditi, naturale conseguenza di un’attrazione verso la sua incredibile vita, come simbolo ed esempio di resilienza che mi ha portata ad amarla profondamente sia come donna sia come artista. Non è uno spettacolo prettamente biografico, ma una rappresentazione della sua vita attraverso la trasposizione teatrale delle sue opere più famose restituite come racconto.

Perché Frida è “una bomba avvolta in nastri di seta”?

Perché fu una donna rivoluzionaria ma allo stesso tempo legata alle proprie tradizioni vestendo abitualmente abiti tipici del suo paese e acconciando i capelli non nastri e fiori.

Quanto è difficile essere l’unica interprete?

Con un team composto da due musicisti di grande spessore artistico, Antonio Canteri e Claudio Manzini, ed il regista Andrea Castelletti, che sono stati in grado di interpretare le idee sceniche, le difficoltà si sono trasformate in entusiasmo sempre crescente dalle prove e in tutte le repliche.

Possiamo dire che ha scritto una sceneggiatura teatrale calzata su sé stessa?

Posso dire che ho trovato un mio stile preciso e che sono riuscita a realizzare tutto quello che avevo in mente.

Quanta Frida c’è in lei e quanto di lei c’è in Frida?

Sento Frida molto in linea con un’identità di forza e di determinazione che miro a raggiungere. La sento come una amica. Ogni volta prima di iniziare lo spettacolo la ringrazio per l’opportunità che mi ha regalato. Le emozioni che mi dona sono intense e sono estremamente felice di questo.

Cosa vuol dire con: “In tutte le linee, in tutti i colori nello stupore dei miei occhi, nelle ultime lune del sole, anche se il sole non ha lune, in tutto. Dire in tutto è stupido e magnifico”?

Diego, suo marito, il grande pittore di murales messicano, rivoluzionario come lei, che ha amato tutta la vita, lo sentiva dappertutto, e lo ha espresso in questa appassionata poesia.

Che cosa rappresenta per l’immaginario collettivo la Khalo? 

Una artista rivoluzionaria che ha trasposto la verità della sua vita in autoritratti di sconvolgente realismo.

Lo spettacolo come racconta la Khalo?

Dopo una attenta analisi delle sue opere è stato naturale trasformarle in racconto biografico, unendo e mescolando le sue parole alle mie come autrice. Nello spettacolo esce tutta la passionalità di una donna che non si è risparmiata in nulla, nemmeno nelle sue trasgressioni.

Le opere della Khalo sono un grande testo letterario ed emozionale, quanto tutto questo è nella sua opera teatrale?

Direi in tutto, “dire in tutto è stupido, e magnifico”.

Chi sono i suoi compagni di viaggio?

Antonio Canteri, che suona in scena armoniche a bocca assieme a Claudio Manzini alla chitarra acustica. Entrambi contribuiscono anche a creare suggestioni sonore di accompagnamento alla messa in scena che aggiungono emozioni alle parole. Andrea Castelletti, regista e direttore di Modus, un teatro off di Verona.

Lo spettacolo su che cosa vuole porre l’accento? E perché?

La forza d’animo nonostante tutto, il non fermarsi davanti alle vicissitudini dolorose e imprevedibili così da trasformarle in opere d’arte.

«La forza dirompente che ha superato ogni dolore fisico e spirituale con il suo sovversivo, inesauribile e esplosivoamore per la vita», dice la Khalo e poi?

E poi nulla di più, questo scritto riassume tutto il significato più profondo di lei e della sua straordinaria esistenza contenuta nelle sue opere.

Progetti autunnali oltre a questo lavoro?

Un nuovo entusiasmante progetto, non ci si ferma. “Maria Callas. La Divina”.

Vuole aggiungere altro?

La felicità di essere in scena a ogni rappresentazione si moltiplica, spero di moltiplicare all’infinito.

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