Da qui non è mai uscito nessuno

Un monologo divertente, che attraverso un linguaggio ironico e vivace, consegna agli spettatori una serie di domande sulla contemporaneità e qualche risata amara stretta tra i denti.

In scena al Teatro Di Documenti l’11 e il 12 gennaio alle 20.45 “Da qui non è mai uscito nessuno” scritto e diretto da Alessia Cristofanilli con Giulia Mombelli.

Di chi sono le scelte che facciamo? Sappiamo discernere quello che ci piace da ciò che ci disgusta? Oppure ci aggiriamo disorientati tra gli scaffali dei supermercati e delle nostre esistenze, riempiendo il carrello di ciò che ci troviamo davanti agli occhi?

Visto dagli occhi della signora U il mondo a cui siamo abituati e assuefatti, assume sembianze stranianti, quasi mostruose. E così una semplice passeggiata al centro commerciale diventa un viaggio dentro universi bizzarri e grotteschi, ai quali U si ribella, a suon di domande, provocazioni e citazioni sofisticate.

Un personaggio contemporaneo, quello di U, una donna piena di dubbi e contraddizioni, alle prese con piccole e ridicole sfide quotidiane. Come un animale in gabbia, si dimena, scruta, ricerca, si sente fuori posto “come un cespo di lattuga sullo scaffale dei cereali”, e dal suo angolo di mondo scardina i meccanismi, spezza l’ingranaggio, graffia la vetrinetta di cristallo, buca il paradigma. Punge, come le zanzare.

Attraverso un linguaggio creato su misura sul personaggio, lo spettacolo vuole essere una domanda, un dubbio applicato a tematiche ampie e complesse quali la scelta, la libertà e il pensiero critico. Nessuna risposta, nessuna tesi da dimostrare, ma lo stimolo e l’invito ad una riflessione aperta da portare fuori e oltre le pareti del teatro. Abbiamo intervistato Alessia Cristofanilli.

“Da qui non è mai uscito nessuno”: ci racconti come nasce?

Nasce da un fastidio nello stomaco, da una zanzara che ti ronza nell’orecchio in piena notte. Nasce dal voler parlare di tematiche che sento urgenti, quali il consumismo e la libertà di scelta, ma che per la loro complessità considero quasi impronunciabili. Impronunciabili perché il rischio di cadere nella retorica è altissimo. E allora per affrontare queste tematiche dovevo creare un altro mondo, con leggi, regole e linguaggio propri. Così nasce la signora U, il suo mondo. La signora U è interpretata da Giulia Mombelli, attrice magnetica che è riuscita fin da subito a risuonare con il personaggio e con il suo linguaggio surreale, fatto di metafore e accostamenti improbabili. Così nasce anche l’ambiente in cui si muove, ideato da Eleonora Ticca, che sembra  un’installazione di pop art, in scena non c’è nessun elemento che possa rimandare al nostro ordinario. Così nasce il costume pensato da Nina Campisi “una vestizione sgrammaticata che non risponde praticamente ad alcuna regola di armonia”. Così nasce questo, che più che uno spettacolo è un progetto, fortemente voluto da me e Giulia Mombelli, fiorito anche grazie ad Alberto Bellandi che ha curato la supervisione artistica.

La contemporaneità che cosa è e come si vive?

Mi sembra qualcosa che appena nomini, già è cambiata, un concetto difficilmente afferrabile. Si dovrebbe far ricorso ad una terminologia difficilmente maneggiabile se non sei un ricercatore. Posso dire cosa è per me. Una raffica di vento continua, che rimescola gli ordini, che sposta i confini, che inverte la segnaletica. Noi molto disorientati, cerchiamo di seguire una strada mentre il mondo si ribalta di continuo.

Di chi sono le scelte che facciamo?

È la domanda che pongo nelle note di regia. Non è una domanda retorica, ma una domanda vera e propria. Non ho idea di chi siano le mie scelte, sicuramente non solamente mie.

Sappiamo discernere quello che ci piace da ciò che ci disgusta? Oppure ci aggiriamo disorientati tra gli scaffali dei supermercati e delle nostre esistenze, riempiendo il carrello di ciò che ci troviamo davanti agli occhi?

È l’altra domanda che pongo allo spettatore. Credo nella potenza delle domande, perché aprono al dialogo, allo scambio. Se ci si fa domande è necessaria poi una comunità per cercare possibili risposte. Se si forniscono tesi o risposte si crea una spaccatura tra chi è d’accordo e chi non lo è. Mi sembra che la tesi divida e invece la domanda ci inviti a riunirci. Mi viene in mente Augusto Boal che negli anni 60 in Brasile ha inventato un tipo di teatro che fa domande agli spettatori e li invita a rispondere attraverso le azioni. Mi viene in mente Danilo Dolci che negli stessi anni in Sicilia, andava a fare domande ai contadini, domande semplici e meravigliose come “Cosa è il silenzio?”. La mia è una scelta quasi metodologica, è a questi giganti che si ispira il mio piccolo teatro.

Chi è la signora U?

La signora U è un personaggio che sfugge anche regole drammaturgiche, che vorrebbero un personaggio ben delineato, con caratteristiche precise. La signora U è disegnata a matita, molto sfumata, sappiamo poco di lei, se non che ragiona tantissimo, troppo, e questo le crea un vero e proprio disagio.

Che cosa vuole stimolare nello spettatore l’opera?

Non voglio stimolare il pubblico a qualcosa, ma aprire la questione, questo sì, vorrei che se ne parlasse. Molte persone, mi dicono, si rivedono nella signora U, questo mi basta, sentirsi per un attimo meno sbagliati.

L’eterna domanda da dove veniamo, dove siamo e dove stiamo andando come viene affrontata nello spettacolo?

Rispondo come risponderebbe la signora U. Veniamo dal reparto degli elettrodomestici, siamo nel reparto degli acquari giganti, davanti a noi uno scintillante reparto dei surgelati.

Un sassolino nella scarpa della signora U?

Ha le scarpe piene di sassolini, e nello spettacolo la vediamo togliersene uno ad uno, con tutte le conseguenze del caso.

Andrete in tour?

Ci stiamo lavorando, non anticipo niente, incrociamo le dita.

Progetti 2024?

Tanti, mi dedicherò ai laboratori di teatro con i miei alliev*, sto scrivendo alcune nuove cose, e probabilmente il debutto di un nuovo monologo.

Un’ultima curiosità: quanta signora U c’è nella sua vita?

Quanto basta per comprenderla senza assecondarla troppo.

Successivo
Fausto

Top 3 Stories