Appuntamenti catastrofici L’uomo che parlava solo con il cane

Se è vero che ogni esperienza arricchisce, allora io dovrei avere il patrimonio emotivo di un oligarca. Perché nella mia carriera amorosa – che ormai ha più capitoli del Trono di Spade – ho collezionato appuntamenti talmente disastrosi che nemmeno Netflix avrebbe il coraggio di sceneggiarli. E tra tutti, il più memorabile resta lui: l’uomo che parlava solo con il cane.

Avevamo fatto match su una di quelle app di incontri che promettono l’anima gemella ma consegnano, nella maggior parte dei casi, solo traumi da raccontare al pub. Il suo profilo era discreto: foto con cappotto elegante, bio sobria, amante delle passeggiate, del buon vino e… del suo cane, Argo.

“All’anima sua!”, direbbe la signora Higgins. Ma io, ingenua come sempre, ho pensato: “Che carino, un uomo che ama gli animali! Sicuramente sarà empatico, affettuoso, sensibile”. Sì. SENSIBILE. Come un cactus.

Ci incontriamo in un caffè del villaggio. Lui arriva in perfetto orario… con Argo. Un Labrador biondo, lucido, bellissimo. E fin qui, tutto bene. Sorrido, mi presento, mi siedo. Poi inizia la conversazione. O meglio: lui inizia a parlare con Argo.

“Guarda, Argo! Che bella signora! Saluta, Argo! Dai, dimmi se ti piace!”. Io cerco di ridere, un po’ imbarazzata, convinta che stia solo rompendo il ghiaccio. Invece, no. È proprio il modo in cui comunica. Per tutto il primo quarto d’ora, ogni frase era indirizzata al cane.

“Argo, sai che profumo di biscotti ha?”

“Argo, secondo te ordina il cappuccino o è da tisana alla malva?”

“Argo, credo che Pippa abbia un bel sorriso, che ne dici?”

A un certo punto ho iniziato a pensare che forse mi fossi iscritta per sbaglio a un programma di dog dating. Il caffè è arrivato. Lui ha preso un tè verde (ovviamente), ma ha ordinato anche uno snack per Argo. Lo ha spezzettato con cura, lo ha disposto su un tovagliolino come se stesse servendo foie gras a Buckingham Palace.

“Pippa – mi ha detto – Argo percepisce le vibrazioni delle persone. Se lui si rilassa, allora vuol dire che c’è connessione.” Argo, nel frattempo, stava dormendo con la lingua fuori. Io non sapevo se sentirmi lusingata o ignorata.

Dopo 40 minuti – nei quali ho parlato più con il cane che con il suo padrone – ho tentato una fuga diplomatica. “Sai, ho un appuntamento… con… ehm… la mia estetista!” (un classico). Ma lui, serissimo, ha detto: “Argo è dispiaciuto. Aveva capito che c’era feeling.” Poi ha aggiunto: “Possiamo sentirci su WhatsApp, ma solo vocali. Così Argo può riconoscere la tua voce.”

Giuro. È tutto vero. Ho ancora il messaggio salvato: “Ciao Pippa, siamo noi… Argo e papà. Oggi stiamo pensando a te. Bau bau.”

Rachel ride ancora ogni volta che lo racconto. Gavin vuole farne un corto cinematografico. Kate invece ha detto: “Pippa, è già tanto se non ti ha chiesto di sposare entrambi.”

Da allora, quando vedo un uomo con un cane, mi viene un brivido. Ma poi ci rido su. Perché l’amore, alla mia età, è anche questo: una continua raccolta di storie assurde da infilare nel diario della vita. E se non altro… Argo mi stava simpatica.

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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