Al Teatro Trastevere in Roma il 18 e il 19 febbraio andrà in scena lo spettacolo “Sonno, paure e deliri notturni” di e con Nicola Bizzarri.
Ogni notte, ognuno di noi chiude gli occhi, dimentica completamente ciò che lo circonda e inizia a viaggiare verso un mondo di fantasia, pieno d’incontri amorosi, sesso, avventure spericolate, mostri, incidenti e colpi di scena…e poi…purtroppo suona la sveglia …ma cosa è successo? Nic si sveglia in piena notte, o almeno pensa di essere sveglio, gli occhi sono aperti, la mente è quasi lucida, ma il corpo è completamente paralizzato: Nic sta vivendo un’esperienza sconvolgente, sta avendo una paralisi del sonno! Nel complicato tentativo di spiegare cosa gli succeda, Nic conoscerà sonnambuli, persone che cucinano durante il sonno, altre che fanno sesso, altre ancora che uccidono, persone che fanno sogni bizzarri ed altre che mentre sognano scrivono romanzi, infine incontrerà scienziati che hanno studiato il sonno e i suoi segreti. Alternando momenti ironici, quasi comici, a momenti documentaristici, lo spettacolo mette luce sul sonno, su i suoi misteri e curiosità.
“Lo spettacolo nasce dalla personale esperienza di paralisi del sonno. Incuriosito e un po’ impaurito, ho deciso di saperne di più e ho scoperto l’enorme mondo che sta dentro di noi mentre dormiamo, una seconda vita che viviamo senza rendercene conto” ci racconta Nicola Bizzarri che lo abbiamo incontrato per questa intervista dalle mille e più declinazioni.
Cosa l’ha spinto a creare uno spettacolo sul tema del sonno e dei suoi disturbi?
Qualche anno fa ho vissuto alcuni episodi di paralisi del sonno…sono rimasto scioccato perché è una esperienza davvero terribile, quindi da prima spaventato e poi incuriosito mi sono messo a studiare il sonno e ho scoperto che viviamo una seconda vita mentre dormiamo, ho pensato che questa vita andasse raccontata in qualche modo a teatro!
Che cosa sono le paralisi del sonno?
Le paralisi sono un fenomeno davvero curioso e poco conosciuto, quando ne ho parlato con amici e conoscenti, sono rimasti tutti stupiti e alcuni anche impauriti. Dovevo farne uno spettacolo!
Ci racconti di più …
L’idea di creare uno spettacolo scientifico e documentaristico ma allo stesso tempo ironico mi è sempre girata in testa, diversi anni fa ho anche condotto un format per Focus TV qui a Roma, dove proprio con leggerezza si trattavano argomenti scientifici. Ricordo di essermi divertito molto.
Può descriverci la sua esperienza personale con la paralisi del sonno?
La prima volta è stato durante un pisolino pomeridiano, ricordo che sentivo la mia compagna scrivere al pc, la vedevo, ma non riuscivo né ad alzarmi né a chiamarla, è stato terribile anche perché non sapevo assolutamente cosa mi stesse succedendo e più mi sforzavo di muovermi più mi rendevo conto che era impossibile farlo! Gli episodi di paralisi si sono poi ripetuti altre volte, fino a scomparire del tutto.
Come ha tradotto l’esperienza della paralisi del sonno in una performance teatrale?
Ho pensato di raccontare la paralisi in diretta, come se mi stesse accadendo davvero in scena. Lo spettacolo, infatti, inizia ancor prima che il pubblico entri in teatro, io sono già sul palco che dormo, naturalmente fingo di dormire, ma alcune volte in attesa che tutto il pubblico entri mi sono addormentato per davvero! La paralisi, quindi, è il filo conduttore dello spettacolo, è l’esperienza vera che ho avuto e che ripropongo al pubblico esattamente come la ho vissuta. A questi momenti interpretativi si alternano momenti ironici su molti altri aspetti del sonno, tra cui sonnambulismo, interpretazione dei sogni, insonnia, è un mondo davvero immenso.
Quali sono state le sfide principali nel rappresentare scenicamente i fenomeni legati al sonno?
Portare in scena la paralisi non è stato semplice, si sono presentati diversi problemi tecnici sin dal primo momento, come il fatto che si è sdraiati, che si è immobili, che i pensieri sono molti in quel momento ma non si possono esprimere a voce, insomma tutti aspetti che non facilitano la recitazione. Quindi, dopo vari tentativi ho avuto l’idea di utilizzare una telecamera nascosta e proiettare il mio viso in diretta mentre interpreto il momento di paralisi. Gli occhi sono l’unica parte del corpo che si riesce a muovere durante la paralisi, il risultato è inquietante, proprio come le paralisi, sono molto soddisfatto! Gli altri temi trattati invece vengono raccontati e descritti attraverso esempi e testimonianze, in questo modo penso che il pubblico possa maggiormente riconoscersi in quello che viene mostrato in scena.
Come bilancia gli elementi comici con quelli più seri o scientifici nello spettacolo?
Quando costruisco uno spettacolo mi pongo sempre l’obiettivo di incuriosire, di raccontare qualcosa di serio ma alleggerito con ironia, cerco sempre un aspetto comico in quello che racconto, a volte cerco la risata, altre volte il sorriso, magari anche amaro. Ho avuto diverse volte conferma dal pubblico che ha assistito a Sonno che l’obiettivo è stato centrato. Dicono “molto interessante e divertente” questo per me è molto importante.
Quali sono stati i suoi principali riferimenti scientifici durante la ricerca per lo spettacolo?
Mi sono documentato molto, ho letto diversi libri e spulciato molto internet. Nello spettacolo cito molti scienziati che hanno studiato il sonno e il cervello come Aserinsky, Berger, naturalmente Freud, ho la fortuna di avere un parente medico che mi ha dato suggerimenti preziosi.
Come ha scelto di rappresentare visivamente i sogni e le esperienze notturne sul palco?
Lo spettacolo si sviluppa attraverso due linguaggi, quello delle paralisi, attoriale ed interpretativo con ausilio di videocamera e quello invece documentaristico e scientifico, dove racconto e mi faccio aiutare da alcune proiezioni. Questa parte è molto curiosa e si scherza tanto. Lo spettacolo strizza anche un pò l’occhio alla modalità social in cui si fa divulgazione scientifica, ho pensato che fosse la strada più adatta per avvicinarsi anche ai giovani.
Qual è il ruolo delle diapositive di Marta Dami nello spettacolo?
Le diapositive aiutano lo spettatore a seguire la storia, ho cercato di inserire elementi scientifici senza però rendere noiosa o troppo complicata la comprensione del testo, e a volte rispondono in modo ironico a quello che racconto. Sono molte e c’è anche un breve video realizzato da me. Marta si è occupata della grafica.
Come ha collaborato con Loredana Mazzoleni per creare l’atmosfera visiva dello spettacolo?
La scenografia è molto semplice, ma Loredana è stata attenta ai colori, un argomento legato al sonno è proprio quello del colore, alcuni colori aiutano a dormire, altri no. Loredana ha pensato bene di tenere un colore unico che si ritrova in tutto ciò che è in scena, il colore è il viola, a teatro non andrebbe mai portato, lo so, ma d’altra parte è il colore dei sogni, quindi non ho proprio potuto rinunciarvi! Ho dovuto correre il rischio!
Può parlarci dell’importanza della voce off di Nadia Corti nella narrazione?
Le voci fuori campo sono presenti in un solo momento ma sono essenziali, Nadia interpreta un medico un pò esuberante con cui interagisco quando si parla di insonnia e mi da qualche prezioso consiglio per dormire meglio. Questa scena è molto fisica, i consigli sono di ogni genere, ogni volta penso: ma guarda quante ce ne siamo inventate per cercare di dormire di più! Questa parte di spettacolo mi diverte molto.
Quali sono stati i fenomeni legati al sonno più sorprendenti che ha scoperto durante la sua ricerca?
Ci sono tantissimi episodi sorprendenti, non saprei davvero da dove cominciare, non voglio spoilerare troppo ma posso dire che mentre dormiamo facciamo davvero di tutto, molto di più di quello che facciamo da svegli! I sonnambuli sono sorprendenti, non pensavo si potesse arrivare a fare cose simili! Una parte molto interessante è anche quella legata alla ricerca sul sonno e del modo assurdo in cui sono state fatte alcune importanti scoperte. E poi il potere dei sogni, ai quali pensiamo poco ai quali diamo poca importanza, mentre nascondono un prezioso segreto!
Come affronta il tema del sonnambulismo nello spettacolo?
Il sonnambulismo è uno dei momenti più curiosi dello spettacolo, i sonnambuli ne combinano davvero di tutti i colori. Ho affrontato questo tema senza entrare troppo nello scientifico ma portando testimonianza di vari episodi stupefacenti. C’è da ridere, ma anche da preoccuparsi un po’…
In che modo lo spettacolo esplora il confine tra realtà e sogno?
Mi rifaccio ad una citazione molto famosa “La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?” Bene, alla fine dello spettacolo si esce dalla sala con una risposta! Sognare è importantissimo, i neonati imparano quello che vivono grazie ai sogni, sognare è come andare in palestra ad allenarsi, e senza fare fatica! Nello spettacolo non parlo di confine tra realtà e sogno ma anzi, cerco di sfondare quel confine, cerco di accogliere il mondo dei sogni come parte integrante della nostra vita. I sogni sono fondamentali per la nostra vita, realtà e sogno sono complementari. E poi cosa ci rimane se non la possibilità di sognare?
Quale messaggio spera che il pubblico porti con sé dopo aver visto lo spettacolo?
Curiosità! Spero che il pubblico esca più curioso, che possa essere stimolato ad ascoltarsi di più e che capisca il ruolo fondamentale che sonno e sogni hanno nella vita. Lavorare a questo spettacolo mi ha aiutato a dare importanza al sonno, ad impormi di dormire di più, a trovare il tempo per dormire, spero che il pubblico si sensibilizzi e cerchi di fare lo stesso.
Ha considerato di esplorare altre tematiche legate al subconscio o agli stati alterati di coscienza in futuri progetti teatrali?
Assolutamente sì, Sonno vuole essere il primo di un filone si spettacoli scientifico ironici sui misteri della mente, ho già qualche idea molto psicadelica a cui sto lavorando! Inoltre, vista la curiosità da parte del pubblico a fine spettacolo, ho deciso di aprire proprio in questi giorni una pagina instagram e tik tok che parla di sonno, si chiama il_sonno. L’idea è quella di divulgare con ironia alcune curiosità su questo argomento e perché no un domani anche di parlare di altro. Buona notte!