Dal 19 gennaio al Teatro Trastevere in Roma lo spettacolo: “Pasticcio di carne”, un monologo pulp racconta una storia verosimile, con un finale sorprendente, tra fuochi, forni e fornelli delle cucine dei politici che contano.
Lo spettacolo scritto da Francesco Ferrazzoli vede alla regia Anthony Rosa, Danilo Zuliani, con la collaborazione di Sara Trainelli. Interpretato da Danilo Zuliani. Il protagonista, cuoco mercenario, vive nel tempo sospeso tra contratti a termine e in nero, tra i lustri e gli unti, in un network fatto di relazioni. A volte ne giova, altre volte lo conduce in luoghi imprevedibili, con guadagni spaziali lavorando per gli apparati digerenti delle persone che contano. Invitato a preparare squisite libagioni alla corte dei politici, quelli importanti, accarezza la sensazione di aver raggiunto il suo posto nel mondo, assieme al suo fedele aiuto cuoco bengalese Momun. Il fato però ha un altro progetto per loro.
Un monologo pulp racconta una storia verosimile, con un finale sorprendente, tra fuochi, forni e fornelli delle cucine dei politici che contano. Abbiamo intervistato Danilo Zuliani.
C’è ancora spazio per un “Pasticcio di carne”?
Diciamo che c’è sempre spazio per un pasticcio di carne. Anche se, in questo caso, il pasticcio è abbastanza particolare. Non so quanto poi possa risultare appetibile, ma non voglio anticipare troppo.
Che cosa racconta il monologo?
È La storia di un cuoco che crede di aver trovato la strada del suo riscatto nella vita, raggiungendo gli ambienti giusti: le cucine delle persone che contano, quelle veramente importanti; i politici. Ma qual è il prezzo da pagare?
Chi è il protagonista?
Il protagonista è un cuoco, sicuramente bravo e meritevole di attenzione. Bisogna però togliersi dalla testa l’idea edulcorate delle cucine stellate. Molte volte si tratta di personaggi senza scrupoli. Lui è diviso dalla sua giusta vocazione, per la quale il mestiere di cuoco è creazione, e il cinismo proprio delle cucine che frequenta.
Oggi la cucina entra anche a teatro non solo nei talk, perché?
Non so negli altri casi, non so nei talk show. In questo caso è un’occasione per affrontare alcuni temi eterni, come gli aspetti oscuri del potere, con un finale a sorpresa degno del genere pulp al quale si ispira.
Che cosa fa un cuoco mercenario?
Un cuoco mercenario è un tipo che accetta ogni tipo di ingaggio, soldi alla mano e possibilmente nessun contratto. Non importa se il ristoratore che ti ingaggia è legato ad ambienti malavitosi, nel quale il ristorante è solo una copertura. L’ambizione alla ricchezza poi lo porta a scelte non sempre condivisibili.
Quanto è difficile la vita del cuoco?
Credo che sia uno dei mestieri più stressanti al mondo: orari impossibili; sempre in piedi in ambienti con caldo infernale sia in estate sia in inverno; con la tensione delle ore di punta e sottoposto ad un costante giudizio rispetto al suo operato.
Sicuramente meglio chef?
Beh, non so se è solo una differenza semantica. Lo chef è anche un cuoco, solo che ha gestisce cucine più grandi con molte persone sotto di lui. Un cuoco, a volte, ha solo un aiuto cuoco e un lavapiatti.
Quanto è difficile trovare un luogo cui appartenere e dove sentirsi a casa?
Molto difficile se non si ha la consapevolezza che casa è ogni luogo che in realtà ti porti dentro.
Che progetto avrà il fato per lui?
Sicuramente qualcosa di molto particolare. Una scelta, se vogliamo obbligata, in cambio di una grande ricchezza.
Chi sono i suoi compagni di viaggio?
Non so se si parla del nostro cuoco e di me che lo interpreto. Il cuoco ha il suo fido aiuto cuoco, Momun.
Pe quel che riguarda me i miei compagni di viaggio sono: Anthony Rosa, che gestisce questa coregia, il mio occhio esterno. Artista visionario con il quale collaboro da quasi quindici anni e che cura gli allestimenti scenografici e i costumi di molti spettacoli della compagnia Nomen Omen. Poi c’è Sara Trainelli, attrice che mi assiste nel curare la recitazione. Poi Stefano Germani che disegnerà le luci di questo lavoro; Michelangelo Pettinelli che ne curerà le musiche e Carla Calandra che ha curato la foto della locandina. In ultimo, ovviamente non in ordine di importanza, Francesco Ferrazzoli, autore tra l’altro dell’eroina del jazz, che proviene dalla cronaca e con il quale abbiamo iniziato una collaborazione in chiave pulp.
Che cosa di spetta dal pubblico?
Qualcosa di particolare e che sicuramente farà riflettere
Andrete in tour?
Spero vivamente di si, anche se al momento non abbiamo ingaggi
Progetti 2024?
Lavoriamo molto con il teatro ragazzi. Questo lavoro è un ritorno al tetro per un pubblico adulto. Nella stagione 2024 – 2025 lavoreremo su diversi progetti, tra i quali il processo all’ombra dell’asino di Dürrenmatt
Ultima curiosità: lei chi è?
Lei chi? Io sono Danilo Zuliani, attore e regista teatrale con molta esperienza. Al livello attoriale debutto all’età di quattordicianni. Con la compagnia Nomen Omen ho curato molte regie e produzioni, sia nel teatro dedicato ai ragazzi che nel teatro per un pubblico adulto.