Al Teatro Trastevere va in scena: “È l’ora della fine, Amen”, testo e Regia di Chiara Benazzi, con Carlotta Assisi, Barbara Monetti, Matteo Cazzetta.
“È l’ora della fine, Amen” è uno spettacolo tragicomico formato da un solo atto. La storia è ambientata ai giorni nostri e l’azione si svolge all’interno della casa di una giovane scrittrice, Rebecca. Il personaggio principale si fa portavoce di tutte quelle persone che vorrebbero fare della propria passione il proprio lavoro (soprattutto in ambito artistico) ma, a causa della società in cui viviamo, risulta sempre troppo difficile. Rebecca, per combattere il blocco dello scrittore e stimolare la propria creatività, decide di bere il limoncello della nonna e così finisce per portare in vita, con la sua immaginazione, i protagonisti della storia che sta scrivendo, Lucilla e Antonio. I due personaggi, quasi come fossero marionette, tra razionalità e irrazionalità, mostrano al pubblico i finali assurdi e comici che la scrittrice sta creando ma allo stesso tempo, sempre con la loro stravaganza, la aiutano a trovare il motivo reale per cui non riesce a completare la sua opera. Attraverso degli sketch divertenti, Rebecca capisce di avere paura della fine, perché teme il futuro e cosa succederà una volta che sarà terminato tutto!
È uno spettacolo diretto, pieno di dialoghi e scene che si susseguono una dopo l’altra al fine di sorprendere e tenere alta l’attenzione del pubblico. Una regia che mette al centro i movimenti e le espressioni, pronte a far ridere e allo stesso tempo far riflettere lo spettatore. Fondamentale è stata anche la scelta di utilizzare molti oggetti di scena, dettata dalla convinzione che per accentuare i tempi comici, bisogna trainare lo sguardo dello spettatore verso il corpo e i movimenti degli attori. È un mix esplosivo che unisce l’assurdo e il grottesco, che viene apprezzato e assaporato dagli spettatori di tutte le età. Abbiamo intervistato Chiara Benazzi che ci ha condotto per mano all’interno della sua drammaturgia e regia.
Quando arriva: l’ora della fine?
L’ora della fine, come la descrivo nello spettacolo, arriva ogni qualvolta che sta per terminare un lavoro, un percorso, un momento della propria vita e non si sa mai come metabolizzarlo a pieno! L’ora della fine, per la protagonista, arriva quando scopre che mancano poche ore alla consegna del suo testo e ancora non ha trovato il finale della sua storia.
Come si presenta?
Per ogni persona si presenta in maniera diversa, ma per Rebecca, la protagonista, e credo anche per la maggior parte delle persone e soprattutto dei giovani, si manifesta attraverso “l’ansia del futuro” e una confusione che sfocia in domande riguardanti le proprie abilità e l’incertezza sul proprio operato.
L’ora della fine è vicina?
Beh, speriamo di no… però le repliche di “E’ l’ora della fine, Amen” sono molto vicine, infatti saremo il 20, 21 e 22 Ottobre al Teatro Trastevere, per ironizzare insieme sulla fine e puntare a un nuovo inizio!
Quanta paura porta con sé la fine?
Chi non ha mai avuto paura della fine? A me personalmente fa molta paura ed è per questo motivo che ho deciso di scriverci uno spettacolo comico! La scrittura mi è servita sia per sdrammatizzare su un argomento che viene trascurato ma anche per entrare in contatto con tutte quelle persone che hanno la mia stessa paura e farle sentire meno sole.
La fine che cosa è?
Per spiegare che cosa è la fine utilizzo le parole che pronuncia la presentatrice all’inizio dello spettacolo: “Quando dici fine, pensi a un punto. E dopo il punto che ci sta? Il vuoto, lo spazio, e poi la lettera Maiuscola…”. La fine è strana, lo descriverei come un limbo tra ciò che abbiamo fatto finora e ciò che deve iniziare, un pendolo che oscilla tra il passato e il futuro.
Quanto è difficile mettere tutto in un solo atto?
Non è stato molto difficile scrivere e far entrare tutto in un solo atto, credo che fosse necessario ai fini dell’opera, ovvero mostrare una scrittrice sotto stress che deve sbrigarsi a terminare la sua opera! Scrivere un solo atto mi ha dato la possibilità di dare spazio al ritmo comico.
I personaggi che ruoli interpretano?
Rebecca è una giovane scrittrice disperata, per la prima volta nella sua vita le è stata commissionata un’opera, deve scrivere uno spettacolo teatrale e in cambio riceverà un rimborso spese. Lucilla e Antonio, invece, sono i protagonisti della storia che sta inventando ma anche dei personaggi immaginari che vivono nella sua testa e che l’aiutano nei momenti difficili.
Perché i due personaggi sembrano marionette?
I due personaggi, essendo immaginari e facendo parte della testa di Rebecca, seguono il suo pensiero e le sue idee, mettendo in scena i finali assurdi e comici che la scrittrice, in preda al panico, scrive!
Qual è la linea di confine tra razionalità e irrazionalità?
Molto sottile, soprattutto quando entra in gioco la paura! Infatti quando abbiamo paura del futuro si insinuano in noi delle domande e dei pensieri che non sono razionali e sfociano nell’irrazionalità e nel timore di ciò che potrebbe accadere. Con questo spettacolo però vogliamo ribadire l’importanza di mostrare entrambi i lati.
Chi è Rebecca?
Rebecca è la costruzione di un personaggio che nasce non solo dal mio vissuto e dalle mie esperienze ma anche dalle storie e dalle delusioni di tutti i miei amici e conoscenti. In Rebecca ci si rivedono in molti perché rappresenta la semplicità dell’essere fragili. Rebecca rappresenta tutti quelle persone che fanno fatica a trovare il loro posto nel mondo.
Quale messaggio volete dare al pubblico?
Il messaggio che vogliamo portare, ma che continuiamo a ripetere anche a noi stessi, è quello di non avere paura di inseguire i propri sogni, di non arrendersi quando l’incertezza prende il sopravvento e di continuare a lottare per le proprie passioni, senza dimenticare che durante il percorso di vita si può anche scegliere di cambiare strada!
Che cosa vi aspettate?
Ci aspettiamo come sempre di divertirci, emozionarci e di regalare uno spettacolo piacevole a chi ci viene a vedere e di festeggiare il nostro anniversario dal debutto insieme al pubblico! E soprattutto speriamo che vengano nuovi e tanti spettatori a vederci!
Chi sono i compagni di viaggio?
I miei straordinari compagni di viaggio sono Carlotta Assisi, Barbara Monetti e Matteo Cazzetta, giovani attori talentuosi che sono riusciti, attraverso le loro capacità attoriali e la loro passione, ad arricchire e migliorare il testo portando le loro idee e le loro improvvisazioni!
Progetti?
Vogliamo portare “E’ l’ora della fine, Amen” all’interno delle scuole, crediamo sia un testo fondamentale da proporre alle nuove generazioni sia per farli sentire capiti ma anche per spronarli a non mollare! E ovviamente il nostro progetto è quello di continuare a far girare lo spettacolo nei teatri italiani.
Vuole aggiungere altro?
Il mondo del teatro ha bisogno di pubblico, di persone che supportino l’arte e i giovani artisti; quindi, se il tema dello spettacolo vi piace, se anche voi, come noi, vi siete sentiti almeno una volta confusi, impauriti dalla fine e dal futuro, venite a vederci e non ve ne pentirete! Noi vi aspettiamo a Teatro!