C’è chi sostiene che chi tradisce una volta, possa farlo ancora e ancora, come se fosse una modalità comportamentale che entra a far parte di quella persona. È una tentazione senza freni, cui non si può resistere, l’attrazione ormonale è così intensa che il passo si fa felpato e il leone o la pantera colpiscono.
Tra traditori o traditrici seriali non ci sono però delle differenze sostanziali: entrambi tradiscono con frequenza rapida senza curarsi di chi lasciano in favore della nuova conquista.
Ci sono quelli che lo fanno per bisogno, ad esempio per evadere da una situazione familiare soffocante o da una relazione insoddisfacente, chi invece è un traditore seriale. Questi sono una sorta di serial killer del sesso rubato qua e là, con flirt vissuti nello spazio di una sera e nulla più. Loro, sia uomini sia donne, hanno il tremendo bisogno di conquistare sempre nuove prede nonostante, una volta scoperti, affermino di mettere la testa a posto, oppure semplicemente si dissolvono senza dare alcuna spiegazione.
Nel traditore seriale il bisogno di tradire non nasce dalla criticità di una relazione, neppure dalla mancanza di sesso, così come non appartiene alla sfera della solitudine di un amore al capolinea, bensì proviene dalla necessità di incasellare una conquista dietro l’altra per aumentare e nutrire la propria autostima narcisistica.
Il traditore seriale è una persona che generalmente ha una base sicura stabile che funge da porto sicuro almeno nel suo immaginario: ad esempio una famiglia con tanto di figli, che rappresenta la sua solidità. Per nulla al mondo metterebbero in discussione questo status. Anzi, i bambini sono il salvagente quando l’amante si fa pressante per raggiungere una stabilità che non rientra assolutamente nelle corde di chi tradisce. Tra di loro ci sono anche i single che hanno necessità di sentirsi conquistatori.
Non dimenticatevi mai che il traditore seriale è una persona che vive nella menzogna, la sua vita è costellata di bugie utili a tenere in piedi il castello di sabbia che ha costruito. È una vita eretta sul nulla dove l’abisso è a portata di mano.
Il traditore seriale non mantiene nessuna promessa, perché di fatto la sua vita è impegnata socialmente con altre persone. L’organizzazione della sua personalità è basata sull’infedeltà cronica, sulla necessità di variare partner, sul bisogno di far entrare nella vita nuovi stimoli, nuove conoscenze, nuove opportunità.
Ha una fame bulimica di rinnovamento, il quotidiano rappresenta il non esistere, quindi l’unica possibilità per esserci sembra essere quella di sperimentare sempre cose, ambienti e persone nuove. La bugia è una fidata compagna di viaggio, da cui non si separa mai, poiché è la sua unica possibilità per mantenere un equilibrio inesistente.
Diciamo che abbiamo a che fare con un narcisista che ha bisogno di aggiungere sempre una tacca in più alle sue conquiste.
È pur vero che persone di questo tipo all’inizio catturano con la loro capacità seduttiva e manipolatoria, così che cadere nella loro trappola è facilissimo. Dall’entusiasmo assillante dell’inizio, si passa a una fase in cui l’indifferenza fa da padrona ed è il cardine per tessere una via di uscita verso un’altra persona. Così l’interesse vira in altri lidi e verso nuovi orizzonti, lasciando la preda abbandonata a leccarsi le ferite.
Proprio per la sua organizzazione di personalità, il seriale non ha sensi di colpa; si sente vincente e perfetto, tradire è il modo per aumentare la propria autostima e il proprio livello di popolarità. Le bugie, poi, sono il palinsesto su cui le varie sceneggiature vengono messe in scena. Il problema nasce dalla gran confusione che ne viene fuori, così nelle menzogne rischia di intrappolarsi anche il traditore. Per una persona che s’imbarca in una storia d’amore con questi individui è difficile riuscire a lasciarli, poiché riescono a creare una dipendenza fortissima. Senza di loro, la “vittima-preda dell’amore magnifico” si sente persa, in balia di qualcosa di ingestibile. Generalmente è chi mette in atto il tradimento a mollare la presa per far posto alla vittima successiva.
Difficilmente lasciano in sospeso le relazioni precedenti, anche se per il traditore o la traditrice seriale è più facile mantenerne in vita molteplici.
La bulimia sessuale che vivono si avvicina molto alla ninfomania. Emerge una profonda aridità nei sentimenti, non c’è capacità di costruire relazioni affettive stabili, amano tutti e poi, quando non servono più, vengono dimenticati. È un’altalena relazionale-affettiva che genera solo un ulteriore vuoto. La solitudine è la meta a cui tende la vita “piena” in apparenza di queste figure.
Per una persona è molto difficile tenere legato un traditore seriale, poiché tende a fuggire nel momento in cui il rapporto si consolida. È una sorta di meccanismo di difesa dalla paura di vivere, forse causata da una delusione ingestibile a livello emotivo, per cui la cosa migliore da fare è sostituire continuamente il partner.
Tentare di cambiarli è quasi impossibile, a meno di non essere dotati di una pazienza infinita e di una capacità di perdonare che non ha eguali, poiché verso un’età matura può essere che il traditore seriale abbia bisogno di stabilità emotiva e cambi alcune dinamiche relazionali. Non serve, per tenere legata a sé una persona di questo tipo, essere seducenti, rinfrescare costantemente il rapporto, cambiare per rompere la monotonia, poiché chi tradisce ha una necessità quasi organica-emotiva di farlo, per riuscire a sostenere il proprio essere nel mondo.
Laddove cambiasse, perderebbe le coordinate di sé e sprofonderebbe in un abisso di dolore. L’errore da evitare è sottovalutare le modalità comportamentali che emergono durante la relazione, oppure credersi il salvatore o la salvatrice di una persona che tutto vuole meno quello di essere soccorsa.
Questi individui hanno la convinzione inconsapevole di salvarsi da soli, saltellando qua e là come una farfalla alla ricerca costante di nuovi fiori. Il consiglio è di non farsi catturare dalla loro rete, fuggire al primo sintomo che annuncia qualcosa di questo tipo. Ne va della propria vita e del proprio equilibrio relazionale-affettivo.