Sabato 26 novembre debutta allo Spazio Arteatrio: Tango malEducato “Yo soy mi libertad”. Uno spettacolo scritto e interpretato da Claudia Portale. La direzione musicale è affidata a Gabriela Gali mentre la supervisione artistica a Maria Letizia Gorga. Uno spettacolo condito di magia che giunge da due terre uniche: la Sicilia e l’Argentina. Maria, giovane donna siciliana, vive una tormentata vita all’interno di una famiglia numerosa di soli uomini. Decide di sfidare una cultura rigida di quegli anni, rifiutando un matrimonio combinato in nome della propria libertà. Sarà l’incontro con una donna a cambiare il suo destino. Tra ambientazioni argentine e sapori siciliani, si avrà̀ la sensazione di respirare gli odori di un passato in cui erano gli italiani ad essere un popolo di emigranti. In scena come unica interprete una straordinaria Claudia Portale che ci racconta non solo di sé ma anche di questo suo significativo lavoro.
Cara Claudia, parlaci di te: chi sei, cosa fai?
Sono una donna di 33 anni che da diversi anni ha la fortuna di fare il lavoro che ama.
Inizio il percorso come cantante, divento “la bambina prodigio” della scuola alle medie, anche se nessuno sospettava che questo un domani sarebbe diventato il mio vero lavoro. Il tutto era nato perchè i miei genitori, essendo due commercianti, cercavano un’attività extra-scolastica a scuola. La visione che si è sempre avuta di me è che potessi essere un buon medico o un buon avvocato, insomma diciamo che la parlantina già da piccola non mi mancava.
Quando arriva l’incontro con il teatro?
L’incontro con il Teatro è avvenuto in un’età più matura, anche se, come sostengo io, nulla accade a caso. All’età di 10 anni vidi nella parrocchia, dove ero assidua andare, un signore dagli occhi chiari che “a pelle” mi stava molto simpatico. Lo osservavo tutte le volte andare verso una discesa che conduceva verso una tenda rossa. A distanza di anni questo uomo è diventato colui che ha rivoluzionato la mia vita, facendomi appassionare al Teatro e allo spettacolo, sto parlando del Maestro Enzo Garinei. Così inizia il mio percorso: mi incuriosisco sempre di più, studio i classici, ricerco video su internet … insomma cerco a mio modo di recuperare il “tempo perso”. Negli ultimi anni ho lavorato anche per RTR99 CANZONI E PAROLE FUORI DAL CORO come speaker in un programma pomeridiano, dove erano inseriti anche i “miei personaggi”.
Perché hai deciso di fare l’attrice?
Il teatro è sempre stato un posto che mi ha fatto stare bene. Io credo che sia fondamentale inserirlo nelle scuole. Nel mio caso è stato molto terapeutico. Ti insegna a calibrare l’energia, ti stimola curiosità, ti dà la possibilità di farti ascoltare senza fare male a nessuno. Io non mi sono mai definita un’attrice e basta. Se dichiarassi questo è come se tagliassi una parte di me. Io sono Claudia che canta, che recita, che se la cava con la danza e che fa imitazioni. Insomma, quella simpatica o scomoda che sta all’interno delle comitive.
Dove hai studiato?
Ho avuto il privilegio di avere degli splendidi incontri nella mia vita. Nel mio percorso ho conosciuto, oltre il Maestro Garinei, Beatrice Bracco, con la quale ho ritrovato l’amore del divertirsi in scena e la quale mi ha sempre detto che “per essere un bravo attore, devi anche essere un bravo essere umano” e questa è una frase che porto sempre nel mio cuore. Ho frequentato il primo anno di Officina Pasolini, altra esperienza straordinaria che mi ha dato la possibilità di lavorare, poi successivamente, con Massimo Venturiello e di incrociare il percorso con una persona che sarebbe poi diventata una mia cara amica e poi supervisione artistica di Tango MalEducato: Maria Letizia Gorga.
Dove e come hai imparato il difficile mestiere dell’artista e dell’attore?
Molte cose di questo mestiere le ho imparate principalmente stando in scena, ho sempre amato intrufolarmi dietro le quinte e osservare i grandi Attori. Così tutte le sere lo facevo vedendo Massimo Venturiello in Profumo di Donna, Giampiero Ingrassia nella Piccola Bottega degli orrori, Pino Ammendola in A Natale divento Gay e attualmente Edoardo Siravo e Isabel Russinova con i quali sono in scena con il Re Muore per la regia di Maurizio Scaparro. Altra giornata che porto sempre con me e quando sono andata in sala di registrazione ad incidere i brani che avrei cantato per lo spettacolo “Pensaci Giacomino” per la regia di Fabio Grossi, e lì ho conosciuto Leo Gullotta. Un incontro karmico che ricordo come se fosse accaduto oggi, e questo lo devo al Maestro Germano Mazzocchetti, un altro caro amico che mi ha dato la possibilità di farmi ascoltare da lui.
Ma il Tango perché è malEducato?
Partiamo dal fatto che il Tango nasce a Buenos Aires nei primi anni del 900. Da una sorta di esigenza popolare: gli immigrati erano costretti a lasciare le proprie case e l’incontro delle culture europee e quelle locali hanno fatto sì che nascesse questo genere. Si ballava nelle case, nei conventillos e nei bordelli, dove le donne venivano pagate per ballare con gli uomini. Quello che mi sono sempre chiesta è stato “Cos’è che è giusto?” “Chi è che decide se una cosa sia sbagliata o meno”.
Perché ci viene insegnata in questo modo, non vuol dire che sia la forma corretta. In questo caso con il concetto di MalEducation ho voluto sottolineare che spesso ciò che ci viene insegnato da piccoli non è detto che possa essere ciò che poi porteremo avanti nel nostro futuro. Ognuno ad un certo punto della propria vita decide chi vuole essere. Scegliere anche il Maestro Astor Piazzolla non è stato un caso. Secondo i puristi del tango la sua musica è ANTI-TANGO: provocatoria, mi verrebbe da dire anche femminile nel suo gusto, non segue i vecchi schemi cantati da Carlos Gardel e tanti altri esecutori per lo più uomini. Accostare la storia di Maria, protagonista del testo, con le musiche del Maestro Piazzolla e Rosa Balestrieri, mi sembrava il tramite giusto per parlare di ciò che non è educato secondo le classiche convenzioni.
Come è nata l’idea di scrivere questa commedia?
Volevo rendere omaggio alla terra di mio padre. Ascoltando i racconti di mia nonna, mi sono domandata spesso come una Donna potesse sottostare a determinate regole, subire determinate violenze. Tendo a sottolineare che mia nonna è sempre stata rivoluzionaria anche nei suoi anni e ha sempre fatto ciò che si sentiva di fare, nonostante abbia avuto anche lei un matrimonio combinato e sia stata fortunata a trovare una persona straordinaria come mio nonno, entrambi atipici rispetto all’epoca che hanno vissuto. Noi ci stupiamo ancora quando sentiamo parlare dai telegiornali degli altri paesi europei e non solo sentendo “forte ondate di migrazione”, “spose bambine”, “donne violentate” … Tuttavia, altro stimolo è stato il periodo storico sociale e culturale che stavamo vivendo qualche anno fa. Spesso rimanevo colpita da ciò che leggevo e vedevo in televisione o ascoltavo in radio. Era come se la storia non ci avesse insegnato nulla e che stavamo ricadendo nello stesso errore. A modo mio ho voluto dire il mio punto di vista “io mi dissocio da tutto questo” senza per forza scrivere un post su Facebook, ma semplicemente facendo il mio lavoro.
Che ruolo interpreti?
“Yo soy Maria”, citando appunto la nota canzone di Astor Piazzolla.
Ti sei scritta la parte giusta per te?
Il fine ultimo non era quello di scrivere il giusto ruolo per me.
Ammetto che spesso in passato sono stata tentata di cederlo a qualcun’altra, ma poi sarebbe stato un modo per nascondermi e non metterlo mai in scena.
Ciò non significa che in futuro non lo possa fare.
Io volevo semplicemente raccontare una storia attraverso la quale molte persone in qualche modo si possano sentire coinvolte.
Ma poi esiste la giusta parte per un attore?
Stanislavskij diceva “Non esistono piccoli ruoli, esistono piccoli attori”. Ecco spero di non rientrare nella categoria. Ogni volta che mi veniva proposto un nuovo progetto non ho mai contato le battute, sono sempre stata incuriosita dalla storia. Ogni personaggio ha la sua importanza e la sua vita.
E la regia, non ci hai pensato?
Certamente. Prima di decidere di mettere in scena lo spettacolo, l’ho fatto leggere
a persone con molta più esperienza di me e che in qualche modo stimassi. Tutte mi hanno detto la stessa cosa “Claudia lo spettacolo già sai come farlo, prova” e così mi sono fidata. Non è un caso che poi abbia scelto Maria Letizia Gorga come supervisione artistica. Mi è stata accanto durante la stesura del testo e ad attuare alcune idee che avevo in mente. Non potevo avere una partner migliore con la quale confrontarmi e consigliarmi. Grata di averla nel progetto.
Di cosa parla la commedia?
É la storia di Maria, giovane donna siciliana che vive una tormentata vita all’interno di una famiglia numerosa di soli uomini. Decide di sfidare una cultura rigida di quegli anni, rifiutando un matrimonio combinato in nome della propria libertà. Sarà l’incontro con una donna a cambiare il suo destino.
Scommetto sei una ballerina di tango?
Dire che sono una ballerina sarebbe un grande affronto alla categoria della danza. Mi sono avvicinata al tango argentino 6 anni fa, prendendo delle lezioni e divertendomi andando in Milonga.
Quanto è difficile vivere in Sicilia contornata da un mondo di uomini?
Beh, diciamo che le cose non sono proprio del tutto così. Negli anni la situazione è cambiata e fortunatamente c’è stata una forma di evoluzione. Le donne si sono emancipate, anche se in alcuni paesi, non solo siciliani, ancora si sente parlare di “patriarcato”
Che cosa accadrà a Maria?
Il destino di Maria lo si scoprirà venendo in teatro.
Andrete in tour?
Sono previste altre date e non solo in Italia.
Cosa ti aspetti dal pubblico?
Vorrei che uscisse con un’opinione, che pensasse … lungi da me fare della morale con questo spettacolo, ma suscitare un giudizio positivo o negativo che sia, l’importante è che si esca con un’idea, anche se si dovesse sentire la necessità di metabolizzarla.
Progetti?
Per una forma scaramantica non voglio dir nulla. Ci sono dei progetti molto importanti e belli di cui ne parlerò a tempo debito. Attualmente sono in scena con il Re Muore di Ionesco per la regia di Maurizio Scaparro e le musiche di Nicola Piovani. Ho incontrato delle splendide persone con le quali mi diverto in tournée e questo devo dire che non è poco.