Dal 1 al 3 novembre 2024 al Teatro Trastevere in Roma debutterà lo spettacolo “Cercando Monica Amando”, scritto e curato da Ilaria Agostini, per la regia di Agostino Franchi. Aiuto di Regia Marco Zordan. Tra gli interpreti troviamo: Danila Stalteri, Maria Pia Tanturli, Andrea Vasone. La musicaoriginale dal vivo a cura di: Fabio Falaguasta, chitarra, Alessandro Vecchia, oboe, Raffaele Filaci, percussioni. Con la partecipazione di Anna Boccolini, voce.
“Cercando Monica Amando” è uno spettacolo teatrale che rende omaggio alla grande Monica Vitti. Attraverso un viaggio tra momenti iconici, lo spettacolo esplora la vita, l’arte e la femminilità di una delle figure più amate del cinema italiano. Monica Vitti è celebrata non solo per il suo talento ma anche per la sua capacità di rappresentare la fragilità e la forza delle donne in modo unico.
“La regia si concentra su un tributo intimo e sentito a Monica Vitti, utilizzando una combinazione di narrazione, dialoghi e musica originale, eseguita dal vivo. La mostra di opere dedicate all’attrice, quale omaggio collettivo, ospitata nel foyer del Teatro Trastevere, accoglierà il pubblico all’ingresso prima dell’inizio dello spettacolo, con il fine di creare una esperienza immersiva e collegare il pubblico fin dai primi istanti con l’eredità artistica e umana di Monica Vitti” ci racconta l’autrice e curatrice Ilaria Agostini che abbiamo intervistato.
Che cosa è “Cercando Monica Amando”?
Cercando Monica Amando è un viaggio alla scoperta e riscoperta di Monica Vitti, un omaggio che vuole portare il pubblico nei luoghi, nelle emozioni e nei pensieri che hanno definito la sua carriera e la sua vita. Un’esperienza che mette insieme immagini, parole, e suoni per far rivivere suoi momenti iconici. Attraverso riferimenti ai suoi film, come e citazioni di suoi scritti e interviste rilasciate (come quella che le fecero Oriana Fallaci ed Enzo Biagi) lo spettacolo accompagna il pubblico in un percorso che esplora la sua arte e – almeno questo è stato il tentativo – la sua personalità, cercando di intravedere Monica in tutte le sue sfaccettature.
Perché la cercano?
La cerchiamo perché Monica Vitti è stata una donna che ha saputo vivere intensamente il proprio tempo, e una delle poche capaci di dare voce a un’intera epoca. Nel nostro spettacolo, esploriamo il suo impatto sul cinema italiano e sulla società. La vediamo passare da momenti di profonda introspezione, come quando riflette sul suo rapporto con il mare, a scene di pura comicità. C’è un momento in cui racconta con entusiasmo del suo amore per i film western, mostrando quel lato giocoso che il pubblico adorava. La cerchiamo anche per riscoprire il suo modo unico di vedere il mondo, profondo e leggero al tempo stesso, disperato e gioioso… e per la sua capacità di rendere autentico ogni ruolo che ha interpretato.
Soprattutto chi la sta cercando?
Io, personalmente, la cerco ogni giorno. Fin da bambina, ai tempi in cui la vedevo duettare ne “La Tosca” di Luigi Magni con Gigi Proietti. Mi ci incantavo. Monica Vitti è stata una delle ragioni per cui ho scelto di scrivere e dipingere. Se c’è un talento che spinge va ascoltato perché ti terrà in vita nel vero senso della parola, e questo me lo ha proprio insegnato coi fatti. La cerchiamo noi, che abbiamo amato i suoi film e che siamo stati toccati dalle sue interpretazioni. Ma io spero la cerchino anche le nuove generazioni, che non hanno avuto modo di conoscerla a fondo. Quando ho scoperto che le mie figlie non avevano idea chi fosse, è stato un colpo duro. La cerchiamo quindi per mantenerne viva la memoria, per trasmettere quello che ha significato per il cinema e per la cultura, e perché ha rappresentato un’icona capace di essere al contempo irraggiungibile e vicina al pubblico.
Monica Vitti, non solo una grande attrice: ce ne vuole parlare?
Nello spettacolo espoloriamo i suoi molteplici talenti, é stata una scrittrice, una femminista, a modo sua rivoluzionaria. Lei non scendeva in piazza, lei sceglieva ruoli. E poi c’è che la sua dedizione all’arte era accompagnata da una profonda umiltà. “Quando recito, cerco sempre quella… quella cosa sottile che ho qui dentro. Non so bene cos’è, ma so che devo trovarla ogni volta.” Ecco, é il suo desiderio costante di autenticità e di esplorazione interiore. E poi c’è la capacità di ridere di sé stessa: “Con questa strana voce che mi ritrovo, i personaggi che mi offrivano erano sempre donne di strada, donne del popolo, delinquenti, ubriacone.” Queste sono citazioni tratte dal copione, ma derivano da suoi pensieri espressi, prima o poi, da qualche parte che sono l’impalcatura dello spettacolo.
Come si articola lo spettacolo?
Cercando Monica Amando è un mosaico: strizza in parte l’occhio al docu-teatro ma allo stesso tempo abbiamo monologhi intensi, dialoghi brillanti e momenti di poesia. Le musiche originali sono state composte da Fabio Falaguasta (chitarra) e Alessandro Vecchia (oboe), e dal vivo si aggiungono Raffaele Filaci alla batteria e la splendida voce di Anna Boccolini.
Poi c’è la mostra collettiva. Artisti eccezionali l’hanno ritratta e potremo vedere le loro opere (partecipo anche io alla collettiva). Ringrazio Artaporter e Vania Lai per essersi fatti tramite e per avermi portato artisti davvero notevoli. Un altro elemento della collettiva è la proiezione del cortometraggio “Scandali Segreti” di Cecilia Foti, girato a Messina, città dove Monica Vitti ha vissuto per otto anni con la sua famiglia. Il corto, ispirato a un testo teatrale di Michelangelo Antonioni ed Elio Bartolini, affronta temi come la crisi degli stereotipi di genere.
Chi è stata veramente Monica Vitti?
Monica Vitti è sempre stata inafferrabile. Un poliedrico agglomerato umano di forza e vulnerabilità insieme. Di certo una donna che non ha mai avuto paura di affrontare i grandi temi della vita. C’è una scena nello spettacolo dove cito il film “La ragazza con la pistola”: Monica, attraverso il personaggio di Assunta ha affrontato, ridendoci su, il tema dell’indipendenza femminile e della libertà sessuale e anche quello del matrimonio riparatore. Con grandissimo impatto sulle persone, sulle donne. Potente, è stata potente almeno quanto il NO di Franca Viola in quegli anni.
Monica era capace di farci riflettere e di farci sorridere con la stessa intensità.
Che cosa ha lasciato Monica Vitti al suo pubblico?
La capacità di essere autentici. Ha insegnato al pubblico che non c’è niente di male a essere vulnerabili, che la fragilità può convivere con la forza. “Forse può bastare un film come L’avventura per fare una carriera, per provare tutta la gamma di cose che accadono in una vita.” È un pensiero che mostra la sua consapevolezza e umiltà. Ha lasciato un messaggio forte: di non aver paura di mostrarsi per quello che si è veramente.
Quale messaggio lo spettacolo vuole inviare al pubblico?
C’è una scena in cui Monica parla del suo rapporto con il mare, e dice che le faceva una “paura fottuta”, ma finiva sempre per nuotarci dentro. Questo rappresenta perfettamente Monica: una donna paurosa, perché lo era, come diceva, aveva paura di tutto, ma alla fine sempre capace di affrontare le sue paure. Spero che il pubblico, soprattutto quello femminile, si riconosca in questo coraggio.
Emozioni, parole, sentimenti: che cosa rende unico questo spettacolo?
La sincerità e la profondità. Il tentativo di catturare la complessità di Monica Vitti, passando dai suoi ruoli drammatici con Antonioni alle sue brillanti performance comiche. C’è un momento in cui parla del suo amore per i film western e dice: “I western? Mamma mia, mi fanno impazzire!” Questo contrasto tra momenti profondi e momenti leggeri è ciò che rende Monica così affascinante. Le musiche originali, le proiezioni video, e la mostra d’arte arricchiscono ulteriormente l’esperienza, offrendo un omaggio il più possibile completo.
Quanto è stato difficile parlare di Monica Vitti?
È stato difficile perché Monica Vitti è un’icona, e il rischio di cadere nella retorica è alto. Volevo restituire la sua complessità, senza semplificazioni. Ma allo stesso tempo è stato emozionante, perché ho scoperto lati di lei che non conoscevo. Monica ha sempre cercato l’autenticità, e questo rende il racconto della sua vita… vicino al cuore.
Chi sono i suoi compagni di viaggio?
I miei compagni di viaggio sono artisti straordinari. Danila Stalteri, Maria Pia Tanturli e Andrea Vasone per dare vita al racconto di Monica sul palco. Le musiche originali di Fabio Falaguasta, Alessandro Vecchia e Raffaele Filaci, insieme alla voce di Anna Boccolini sono stupende. E poi la regia di Agostino Franchi che deve mettere insieme tutto questo… e non è facile? L’aiuto regia di Marco Zordan che non finirò mai di ringraziare per aver creduto in questo progetto.
Progetti?
Intanto con questo spettacolo esce anche il libro “Cercando Monica Amando” che troverete in teatro. Vorrei portarlo un po’ in giro. E poi chi mi conosce sa che ho sempre fin troppi progetti in fase di generazione. Vediamo quale sarà il prossimo a vedere la luce.
Sogni?
Il mio sogno è continuare a raccontare storie che suscitino riflessioni, emozioni, risate, storie capaci di lasciare un segno. Ma soprattutto mi è interessa il percorso. Arrivare ad un obiettivo senza aver costruito relazioni importanti intorno ad esso a me non interessa.
Vuole aggiungere altro?
Ringrazio tutti i miei compagni di viaggio, il Teatro Trastevere, il Municipio I di Roma centro per questa bellissima opportunità. E chi vorrà venire a scoprire Cercando Monica Amando.