Nella vita non bisogna mai arrendersi

Quando la declinazione della vita sposta il punto di osservazione, l’orizzonte cambia, i punti di orientamento che fino a quel momento erano stati i pilastri di un’esistenza costruita e vissuta, acquistano una nuova forma, una dimensione differente, e il mondo cambia radicalmente la sua atmosfera. Ci sono mondi come quello dell’arte, della creatività, della cultura che sono avvezzi a cambiamenti, dovuti a mille diverse percezioni, che danno vita a equazioni completamente differenti. In tutto questo accadere restano immutati alcuni principi che sono alla base del mondo della vita: lo stile, la personalità, l’essenza di una persona. È qui che Beatrice Fontana trova il suo spazio esistenziale, dove l’imperfetto diventa perfetto attraverso una magia alchemica interpretativa che fa di un’emozione un vissuto, di una sfumatura una sensazione, di un attimo una possibilità. Beatrice, già il nome richiama l’arte intrecciata nell’amore, e cantata da un poeta che ha fatto della vita una Divina Commedia. Al contempo la Fontana fa della sua innata creatività un’arte nell’arte della vita, non solo nel mondo reale ma anche nel mondo dei social. Se poniamo una riflessione attenta possiamo pensare la community Instagram come una grande Divina Commedia dove i gironi sono i livelli, le nicchie di appartenenza. Ognuno ha il suo pubblico, la sua capacità comunicativa tant’è che “l’eleganza è una questione di personalità, più che di vestiti(Jean Paul Gaultier)” infatti non dobbiamo mai dimenticare che “l’’individualità sarà sempre una delle condizioni di vera eleganza (Christian Dior)”, e Beatrice Fontana ha tanto da insegnare grazie alla sua personalità, alla sua eleganza e al suo stile.

 

Nel corso degli anni ho imparato che ciò che è importante in un vestito è la donna che lo indossa (Yves Saint Laurent)” con i suoi accessori, la sua borsa, le sue scarpe, il suo portamento cucito nel suo stile di essere e di esserci, potremmo dire parafrasando un po’ la filosofia di Beamood.

Perché in fondo “lo stile è essere te stesso (Oscar de la Renta)”, tanto ben sappiamo che: “la moda passa, lo stile resta(Coco Chanel)”, così che “se devi fare una cosa, falla con stile (Freddie Mercury)” perché sarà quello stile che attraverserà i tempi, le stagioni, i decenni. Beatrice Fontana si racconta, narrando il suo mondo, il suo stile, la sua armoniosa presenza nei social densa di cultura, appartenenza e cura. Lo stile in fondo che cosa sarebbe se non fosse cura e rispetto di sé.

Buongiorno Beatrice, sono Barbara, sono così contenta di sentirti e finalmente di intervistare una donna straordinaria come te!

Il piacere Barbara è anche mio. Sai cosa ho fatto aspettando la tua telefonata: mi sono accomodata sul lettino in giardino, una sigarettina, in attesa di fare una chiacchierata con un’amica.

Per me è un onore, cara Beatrice.

Ti ringrazio molto perché tu sei abituata a queste interviste.

Sei una persona che stimo molto, una stima che si è costruita nel corso del tempo, rafforzandosi giorno dopo giorno.

Bene, sono contenta. Nel mio lavoro ho sempre cercato di essere me stessa, sincera e vera. Io sono questa, non sono diversa da quello che si può cogliere anche dalla rete social.

È importante. L’autenticità aiuta le persone. Nel mondo che viviamo c’è fame di cose vere, sincere e autentiche. Nutrire questo bisogno aiuta le persone a ritrovare gli stimoli persi, oltre che farci sentire belle nonostante un fisico non perfetto.

Aggiungerei anche compresa.

Esatto!

Non bisogna nasconderci, soprattutto alla nostra età, così come essere cancellate dalla vita reale perché siamo un po’ agée.

Consiglio il tuo profilo a molte persone, sono convinta che possano trovare gli stimoli e le motivazioni di cui hanno bisogno.

Davvero?

Certo! Ci sono molte persone che smarriscono la strada e hanno bisogno di un punto di approdo, un porto sicuro. Tu sei per me un porto rassicurante, capace di dare una carezza a chi perfetto non è. Sentirsi bella comunque è fondamentale.

Devo dire che ricevo una quantità di messaggi. Ho delle interazioni con molte donne che cercano di riscoprire la loro bellezza, di far sbocciare il proprio stile. Ci sono molte donne interessanti. Girando nel mondo social ho scoperto che ci sono degli interessi comuni a molte donne. Il mio punto di vista coglie l’attenzione dell’altra come io sono incuriosita da altre situazioni, da altre storie di vita e vissuti. Scopri delle similitudini che prima nemmeno immaginavi. La nostra generazione ha ancora molto da dire, da creare, da fare. Siamo tantissime, lo sto anche scrivendo nel mio libro. Le donne per un tot di tempo sono state congelate dal dover crescere i figli, dai mariti, dai matrimoni, magari hanno dovuto cambiare lavoro quando ormai erano già adulte, e poi una mattina ti svegli rendendoti conto che il mondo è cambiato e tu non ti ritrovi più. Non ti ritrovi più da tanti punti di vista.

Il tempo che stiamo vivendo è un tempo molto particolare, tutto si è radicalmente trasformato in pochi decenni, dobbiamo fare uno sforzo enorme per vivere nel tempo che stiamo vivendo. Sono cambiati tutti i parametri anche nella relazione con l’altro. Oggi lo sguardo dell’altro può bucarti l’anima, può farti smarrire in un territorio ai confini del mondo.

Assolutamente sì. A questo si aggiunge il problema del giovanilismo. Oggi essere giovani ha un valore. Quando siamo nate noi, essere di una certa età era un disvalore, adesso è tutto molto cambiato. Dobbiamo fare un grande lavoro su noi stesse. È difficilissimo. Sto scrivendo un libro dove parlo anche di questo.

Ovvero?

Se non sei stata bella da giovane, arrivi a cinquant’anni suonati che hai fatto necessariamente un percorso alla ricerca di te. Viceversa, se sei stata bella, hai sempre goduto della bellezza dell’asino arrivi a 55 anni che tutto è cambiato, non ti ritrovi più, tanto da non sapere come affrontare il tempo che passa. Questo è un punto significativo.

I 50 anni sono più drammatici per chi si è sempre sentita ed è stata bella?

Certo. Chi non è mai stata carina si è costruita, ha cercato di tirare fuori altre caratteristiche come la simpatia, puntando l’accento su altri aspetti, creando interesse nell’altro. Se sei stata un figone … basta guardare le tipe che sono state belle, credono di fermare il tempo addobbandosi con cose che non rispecchiano il momento che stanno vivendo. Purtroppo, non riescono a comprendere che gli anni sono passati e la giovinezza appartiene al là e allora, il qui e ora è tutta un’altra storia.

L’abbiamo visto anche al MET Gala di NY?

Si! Sarah Jessica Parker adesso sembra Celin Dion. È emerso che cos’è la moda Europea, quali sono gli stilisti validi, seppur vedi delle caricature –il MET Gala è un evento in costume – ma sotto gli occhi ti passano delle caricature. Anche Anna Wintor, quando si è tolta la cappa, ha mostrato il braccino molliccio che certo non è gradevole da mettere sotto lo sguardo dell’altro. Le donne, anche da noi, sono così.

Che cosa vuoi dire con “le donne, anche da noi, sono così”?

Ricevo molti messaggi di stima però anche diverse critiche. Alcune mi dicono: “se io mi sento bene con le gambe in mostra e ho 58 anni, perché non le posso mettere, chi sei tu per dirmi di non farlo?”. Io non sono nessuno, mettile, però non sarai certamente una giustona, considerando che metti in evidenza le gambe accartocciate, oppure i capelli troppo lunghi che non stanno bene a tutte.

Perché fanno questo?

Sono gli stilemi, le convinzioni, legate anche alla sessualità, alla femminilità, ma non ti voglio annoiare ….

Questo argomento è interessante, credo che aiuterà a fare consapevolezza a chi leggerà. A un certo punto della nostra vita non solo dobbiamo fare i conti con l’età ma anche con il nostro stile individuale. Lo stile non lo acquisti in boutique, te lo costruisci.

Certo, una fatica … non lo costruisci in un giorno. Sbagli, ti rialzi, poi c’è la giornata che ti senti brutta, non ti vedi assolutamente in nessun abito che indossi. È un lavoro quotidiano continuo, non è semplice.

Non possiamo vivere dal chirurgo o dal medico estetico o nelle boutique luxory?

Non è certo quella la visione di bellezza. Non sei bella perché hai la possibilità di comprarti vestiti firmati spendendo un sacco di soldi. La bellezza afferisce ad altro, tuttavia, se non sei avvezza o abituata o non sai come funziona fai più fatica ad applicarlo.

Ci sono anche tanti pregiudizi?

Ci hanno insegnato che bisogna andare ai matrimoni con le calze. Se sei rimasta ancora lì, capisci che diventa un problema.

La calza è un aspetto un po’ retrò?

È il perfetto stile menopausa mood!

Che è terribile!

È terribile. Nella nostra generazione quelle che hanno svoltato e non mettono le calze non le indosseranno mai più. Mi ricordo un aneddoto simpatico.

Raccontaci?

Erano gli inizi anni ’90, mi trovavo a Los Angeles, aspettavo mi dessero un tavolo per pranzare, era il ristorante frequentato dalle star come Madonna. Una volta seduta, vedo entrare delle ragazze vestite con abiti sottoveste, senza calze, con delle ciabattine con tacchi alti, i piedi con lo smalto rouge-noir. Guardo il mio socio e gli dico: “certo che questa moda può vivere solo qua a Los Angeles, in Europa con il clima che c’è non potremmo mai vestirci così”.

Invece?

Arriva Tom Ford, il direttore creativo di Gucci, e fa diventare quella moda una moda anche Europea, globale. Mi ricordo che d’inverno andavo a Londra e New York senza calze, con delle gambe rosa. Mi compravo una specie di grasso di balena da mettere per proteggermi dal freddo.  Vedi come le convinzioni restano radicate ed è difficile produrre un cambiamento.

All’epoca eravamo abituate alle Maison parigine, dove la calza era necessaria?

Certo, certo.

Una curiosità: perché da Milano sei andata a vivere al mare?

Mio marito è napoletano, per lui il mare è vita. Ci siamo conosciuti a Milano, lui viveva lì. Entrambi amiamo molto il mare. Erano cinque anni che pensavamo di trasferirci, così siamo andati in giro a vedere un po’ di posti ma nessuno ci entusiasmava. Con la pandemia sono cambiate molte cose, ci siamo decisi, pur mantenendo un pied-à-terre a Milano. Sentivamo la necessità di uno spazio aperto meno caotico, seppur questo di adesso non sarà il posto definitivo.

È un’esperienza che vi farà avvicinare di più al vostro posto del cuore?

Brava, abbiamo capito che cosa dobbiamo cercare. Ciò che veramente fa per noi. Non è semplice cambiare.

Dico sempre che: “non so cosa farò da grande”, lo credi anche tu?

Anche io, anche io. Ho fatto una tappa, non definitiva, adesso rimetto le mie cose in valigia pensando a un nuovo luogo, una nuova realtà.

Perché non vieni a stare in Toscana?

La Toscana, per me, è sempre stata terra di lavoro, non la collego a ciò che cerchiamo, vogliamo il mare, ma non il mare della Toscana. Comunque troveremo il nostro posto del cuore.

#Beamood è una filosofia di vita o lo stile del momento?

È una filosofia di vita. Un #Beamood l’ho sempre avuto, nel senso che sono sempre stata diversa.

In che senso “diversa”?

Sono sempre stata diversa dai milanesi, pur essendo di Milano, così come quando giungevo da qualche parte per il mio lavoro. Facendo la consulente una volta che arrivavo dai clienti dovevo far vedere tutto quello che avevo di creativo, non solo esponendolo ma anche indossandolo. L’originalità e l’essere diversa dalla massa era una ricerca esistenziale. È sempre stato così, non gli ho mai dato i contorni.

Quando hai iniziato a dare i contorni?

Li ho dati per me, poi ho iniziato a mettere in fila queste “regole” – passami la parola – quando mi sono affacciata su Instagram. È una filosofia esistenziale che nasce da una crescita, una sofferenza, dall’esperienza di vita, dal trovare chi ero e dal comprendere chi sono, poiché l’unicità è la cosa che bisogna sempre cercare di portare avanti anche se poi ha un prezzo e ti prendi le portate in faccia. È difficile. È la stessa filosofia di vita che traduco in prodotti.

Tu sei una designer, una creativa?

Essendo una creativa, una designer subisco il momento che viviamo ma non per questo deve essere il per sempre. Quello che dico oggi non è definitivo. Il mio lavoro prevede anche la ricerca dell’attualità, cerco, per quanto posso, di mantenermi giovane di testa.

Come scegli le cose da raccontare su Instagram?

Sono tutte idee scelte e pensate con la filosofia #Beamood. Infatti, ci sono quelli che si arricchiscono, viceversa io non mi arricchirò mai. Perché non voglio fare cose commerciali soprattutto in questo momento, il mio è un profilo di nicchia.

Hai una collaborazione con Gioadri, una tua linea di abbigliamento?

Pensa che qualcuno mi ha anche criticata dicendomi che sono stata più brava a disegnare le borse piuttosto che gli abiti.

E tu?

Gli ho risposto: “non hai compreso la filosofia”. Io sono la regina degli accessori. Un abito deve essere semplice, confort, fluido, andare bene a tutte, poi ci metti gli accessori che fanno assolutamente la differenza. Questa è la filosofia di questa collezione. Di vestiti particolari è pieno il mondo. Se ci pensi la persona si personalizza con degli accessori particolari, che mette insieme seguendo il suo stile, la sua personalità.

Il vestito complicato ti complica la vita?

Brava!

Spesso sei imbalsamata in quell’abito e non puoi muoverti?

Esatto! Lo osservi spesso nelle persone che acquistano un abito per un evento che pur di eccedere sbagliano, solo perché non rispecchiano il proprio stile, aggiungendo così la borsa sbagliata o la scarpa che non si addice all’insieme.

Oppure non lo sa nemmeno interpretare perché non è il loro stile?

Questa è la cosa drammatica: non è il loro stile. Lo stile va declinato in quello che abbiamo, che rispecchia la personalità, non bisogna vestirsi apposta per quell’occasione perché il rischio di andare fuori tema e scegliere qualcosa che non ci appartiene è assolutamente possibile.

Ci fai un esempio?

Se sei una donna androgina e decidi per un matrimonio di fare la bambola romantica, capisci che qualcosa non torna: non sarai mai tu! Invece, molte fanno così. Il loro stile è jeans e maglioncino per poi ritrovarle a un evento con i volant, i fiori … non lo sanno portare.

Come sei approdata a Instagram?

Ho iniziato nel 2016 perché avevo talmente tante foto, tante ricerche per il mio lavoro, che ho deciso di metterle all’interno di questo contenitore social creando un mood board di stile come piaceva a me. Non volevo parlare di moda, sarebbe stato lavoro; infatti, nei primi anni parlavo di interior, di oggetti. Inoltre, c’era talmente tanta gente su Instagram che parlava di moda che non ce n’era bisogno di un’altra. Poi è arrivata la pandemia, lì sono cambiate molte cose.

Così accade che?

Nell’estate dopo il primo lookdown ero in Sardegna, un giorno c’era un vento pazzesco e lì mi è venuta in mente di giocare con IG iniziando a fare storie dove davo consigli su come vestirsi in alcune occasioni. Tutto è iniziato con i fashion tips.

Cosa hai capito?

Che la cosa che interessava di più alle donne non era tanto come arredare la casa, che era l’altra mia passione, quanto sapere come mixare una cosa, come vestirsi in una determinata situazione. Ecco come è successo. A ciò si sono aggiunte delle dirette fatte durante il lookdown dove mi sono cresciuti i followers.

Cosa raccontavi?

Come vivevo la situazione chiusa a casa, le mie emozioni, i miei pensieri. Inoltre, aggiungevo delle pillole di stile considerando che in quel periodo vestivamo tutte con delle tute. È stato tutto molto casuale. Accorgendomi nel contempo che mi seguiva un certo target di donne che i social non stavano considerando.

Poi hai raggiunto un vero successo?

Sai perché? A differenza di altre che facevano le casalinghe e che indossano abiti, io racconto il perché, spiego altre cose, guardo la moda da un altro punto di vista, non la indosso. La racconto come la può raccontare una persona professionista del settore, non mi metto addosso delle cose del negozietto e le mostro. Preferisco essere di nicchia piuttosto che pop.

Avrai pure qualche sassolino nella scarpa?

Ne ho due, forse tre. Mi dispiace tanto che le donne della nostra età non abbiano ancora compreso la potenzialità che c’è dietro ai social se li sai usare. Ti aprono la mente mettendoti in contatto con realtà di persone, prodotti, luoghi, stili. Oggi puoi vedere come vivono a Melbourne piuttosto che nell’isola più sperduta del Pacifico, imparando cose che non conosci. Molte donne si danno il limite dei social, pensando che sia una perdita di tempo. I social non sono solo una cosa da ragazzi, hanno un potenziale incredibile.

E l’altro sassolino?

Quanto Instagram può essere uno spazio per la Wanda Marchi di turno. Purtroppo, ce ne sono diverse e questo è un peccato perché danno informazioni sbagliate, però è un po’ come seguire i programmi sbagliati in televisione. Sei tu che scegli quello che vuoi vedere. C’è anche un altro sassolino, questo è un po’ più grande: nella vita non bisogna mai darsi per vinti.

Condivido!

Avevo una carriera pazzesca, di lusso nel mondo degli accessori, che con la pandemia i consulenti sono stati tagliati dai costi. Mi sono data per vinta un annetto cercando di tirare i remi in barca e comprendere come muovermi, cosa fare. Mio marito mi guarda e mi dice: “alla tua età reinventarsi così come hai fatto tu non è da tutti, soprattutto essere così amata”. Questo adesso sta diventando un vero e proprio lavoro. Nella vita ci possiamo reinventare. Questo è sicuramente il sassolino più bello.

Quando una è giustona è giustona in tutto?

Ti ringrazio! I momenti down li ho avuti anche io, ma penso ci sia sempre un’opportunità.

 

 

 

 

 

 

 

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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