Lungo le vie del cuore – Società Teosofica, la storia italiana

“Ogni cosa nell’universo – e in tutti i suoi regni – ha coscienza”  (H.P. Blavatsky)

Nel silenzio che precede la creazione, ogni idea autentica sembra nascere da un ascolto interiore. Così è stato per “Lungo le vie del cuore”, il nuovo film documentario di Maria Erica Pacileo e Fernando Maraghini, che abbiamo intervistato, dedicato alla Società Teosofica Italiana e alla sua straordinaria storia, iniziata nel 1902 a Roma.

Un viaggio spirituale e culturale che attraversa più di un secolo, intrecciando scienza, filosofia, religione e arte, per raccontare l’avventura di uomini e donne che, nel silenzio del tempo, hanno cercato la luce nell’essere umano.

“Lungo le vie del cuore” è un titolo poetico e profondo. Da dove nasce e cosa racchiude per voi?

Maria Erica Pacileo: Il titolo è ispirato  a un libro di Antonio Girardi che è stato segretario generale della Società Teosofica Italiana. “Lungo le vie del cuore”rappresenta per noi il cammino interiore che ciascun essere umano può intraprendere quando decide di ascoltare la propria voce più autentica. È un percorso che non ha confini geografici, ma solo risonanze dell’anima. La Teosofia ci invita proprio a questo: riconoscere che la conoscenza più alta non viene solo dalla mente, ma dal cuore illuminato.

Fernando Maraghini: Sì, e anche dal desiderio di raccontare un’esperienza spirituale non come qualcosa di astratto o distante, ma come una realtà viva, che si muove dentro le persone. La Teosofia parla di fratellanza universale, ma questa fratellanza non si costruisce con i concetti: si costruisce attraverso l’esperienza del cuore, l’ascolto e la condivisione. Il titolo è la sintesi di questo viaggio umano e interiore.

Com’è nata l’idea di raccontare la storia della Società Teosofica Italiana attraverso un film?

Fernando Maraghini: Nel giugno del 2024, quando abbiamo iniziato a lavorare al progetto, ci siamo resi conto di trovarci di fronte a una storia poco conosciuta ma di una profondità straordinaria. La Società Teosofica Italiana è nata nel 1902, ventisette anni dopo la fondazione del movimento a New York da parte di Helena Petrovna Blavatsky e Henry Steel Olcott. È una storia che attraversa l’Italia culturale e spirituale del Novecento: filosofi, scienziati, psicologi, scrittori, artisti… molti di loro, in modi diversi, hanno dialogato con la Teosofia. Sentivamo che questo patrimonio doveva essere raccontato e condiviso.

Maria Erica Pacileo: Abbiamo iniziato ponendoci una domanda: “Da quale punto di osservazione iniziare la narrazione di un progetto spirituale così vasto?” E la risposta non è arrivata subito. L’abbiamo aspettata in silenzio, lasciando che fossero le parole e le esperienze dei teosofi a guidarci. Così abbiamo raccolto un flusso di testimonianze, di visioni, di passioni. Il film è nato da questo ascolto.

Qual è stato l’aspetto più complesso nel dare forma cinematografica a un tema spirituale come la Teosofia?

Maria Erica Pacileo: La sfida era raccontare l’invisibile. Non si trattava solo di ripercorrere eventi storici o biografie, ma di far percepire allo spettatore una vibrazione, una frequenza interiore. Per questo abbiamo scelto un linguaggio che alterna la parola al silenzio, la testimonianza alla contemplazione, le immagini alla musica.

Ogni scelta visiva è stata pensata per accompagnare chi guarda dentro un’esperienza, non dentro una lezione.

Fernando Maraghini: Esatto. Abbiamo cercato di evitare l’approccio didascalico. Il nostro obiettivo non era “spiegare” la Teosofia, ma lasciarla emergere. Il cinema può essere un mezzo di meditazione, se usato con la giusta intenzione. Ci siamo lasciati guidare più dall’intuizione che dal progetto, più dal cuore che dallo schema.

Nel vostro manifesto creativo si parla di una “carestia etica e spirituale” nel mondo contemporaneo. Quale messaggio desiderate trasmettere con questo film?

Fernando Maraghini: Viviamo in un’epoca in cui l’uomo ha moltiplicato le connessioni tecnologiche ma ha smarrito quelle interiori. Il pensiero teosofico, invece, ci ricorda che l’essere umano è parte di un tutto, che esiste un principio di unità e di sacralità in ogni forma di vita.

Il nostro film è un invito alla memoria spirituale: ricordare chi siamo, da dove veniamo, e perché siamo qui.

Maria Erica Pacileo: La Teosofia custodisce tre principi fondamentali che restano attualissimi:

1. Formare un nucleo di Fratellanza Universale dell’umanità, senza distinzione di razza, credo o genere.

2. Incoraggiare lo studio comparato delle religioni, delle filosofie e delle scienze.

3. Investigare le leggi inesplicate della natura e le facoltà latenti dell’uomo.

Sono principi che appartengono a ogni essere umano, indipendentemente dal credo. Essi non impongono, ma invitano. Ecco perché la Teosofia, oggi più che mai, non è solo una dottrina: è una necessità evolutiva.

Qual è stata l’emozione più forte durante la realizzazione del documentario?

Maria Erica Pacileo: L’incontro con i teosofi italiani e stranieri. Ognuno di loro custodisce un frammento di luce, una parola che può aprire un varco nel cuore di chi ascolta. Durante le interviste ci siamo sentiti parte di una grande famiglia spirituale, unita da un intento comune: lavorare per l’evoluzione dell’essere umano.

Fernando Maraghini: E forse anche la consapevolezza che questo film non ci appartiene. È un’opera collettiva, un canale. Noi abbiamo semplicemente raccolto e armonizzato una voce corale, quella di chi crede nella possibilità di un mondo più consapevole e fraterno.

Il film è anche un atto di servizio spirituale, oltre che artistico. Come avete vissuto questo doppio ruolo?

Fernando Maraghini: Lo abbiamo vissuto come un atto di gratitudine. Il cinema, per noi, è un linguaggio sacro, una forma di preghiera visiva. Servire la bellezza, la verità e la fratellanza attraverso un film significa partecipare a un progetto più grande di noi. Ogni fotogramma è stato un gesto di devozione.

Maria Erica Pacileo: E anche un atto di fiducia. Abbiamo sentito che, lungo questo cammino, qualcosa ci guidava. Per questo abbiamo scelto di intitolare il film “Lungo le vie del cuore”: perché è il cuore il vero regista di questa storia.

“Lungo le vie del cuore” non è solo un documentario: è un invito al risveglio della coscienza, un atto d’amore verso la vita e verso l’essere umano.

In un tempo che spesso confonde progresso con frenesia, questo film ricorda che la vera evoluzione è interiore e che ogni passo, se guidato dal cuore, ci conduce più vicini alla nostra origine divina.

Prodotto da Fez Film e Società Teosofica Italiana

Regia: Maria Erica Pacileo – Fernando Maraghini

Riprese: Fernando Maraghini, Massimo Giani

Montaggio: Maria Erica Pacileo

Musiche: Artlist

“Perché l’anima dell’uomo è un raggio della luce universale. E lungo le vie del cuore, essa riconosce la propria casa”.

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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