Cari lettori del Daily Whisper, benvenuti a un nuovo episodio surreale di ‘Pippa’s Pickle’, dove la vostra affezionata cinquantaseienne single si imbarca in una missione che fa sembrare le dodici fatiche di Ercole una passeggiata nel parco. Per un intero mese, ho deciso di dire “sì” a ogni strana opportunità che mi si presentasse. Perché, mi sono detta, cosa potrebbe andare storto? Spoiler: TUTTO.
Come sempre, ho coinvolto la mia fedele squadra di amici in questa follia: Vivian, la perfettissima nobildonna locale; Rachel, la cinica divorziata seriale; Kate, l’avvocato divorzista; e Gavin, il mio sarcastico amico gay che crede che l’unico vero amore sia quello per i suoi gatti persiani.
Giorno 1: Vivian mi invita a una lezione di yoga aereo. “Sarà rilassante”, dice. Due ore dopo, sono appesa a testa in giù come un prosciutto in una salumeria, cercando disperatamente di non vomitare il mio breakfast smoothie. Rachel, ovviamente, sta filmando tutto per la posterità (e probabilmente per YouTube).
Giorno 3: Kate suggerisce di partecipare a una sessione di speed dating per over 50. “Sarà divertente!”, esclama. E io penso: “ancora!”. La realtà? Venti uomini che parlano principalmente dei loro problemi alla prostata e una signora che mi chiede se sono interessata a unirmi al suo club del libro erotico per pensionate. Gavin, che si è infiltrato nell’evento “per supporto morale” (leggi: per ridere di noi), finisce per essere il più corteggiato della serata.
Giorno 7: Rachel, nel suo infinito sadismo, mi iscrive a un corso di pole dancing per principianti. Il risultato? Ho scoperto muscoli che non sapevo di avere, ho quasi causato il crollo strutturale del locale, e ora ho un livido a forma di Polonia sulla coscia sinistra.
Giorno 10: Vivian decide che è il momento di “ringiovanire” il mio guardaroba. Mi ritrovo in un negozio di abbigliamento per adolescenti, cercando di infilarmi in jeans che sembrano essere stati progettati per bambole Barbie anoressiche. Il commesso, un ragazzo che potrebbe essere mio nipote, mi guarda con un misto di pietà e orrore.
Giorno 14: Kate mi convince a partecipare a un “ritiro dell’amore” nel bosco. Trascorro tre giorni in una tenda, mangiando bacche, abbracciando alberi e cercando di “connettermi con la mia dea interiore”. L’unica cosa con cui mi connetto è un’orticaria da contatto e la certezza che la mia dea interiore preferisce decisamente i cocktail ai frullati di erba.
Giorno 18: Gavin, evidentemente stufo della mia nuova personalità “yes woman”, decide di mettermi alla prova. Mi sfida a partecipare a una gara di karaoke in un bar gay. Il brano scelto? “I Will Survive” di Gloria Gaynor. La mia performance è così tragicamente comica che finisco per vincere il primo premio: un buono per una ceretta brasiliana gratuita. Grazie, Gavin.
Giorno 23: Rachel, forse sentendosi in colpa per il pole dancing (o forse no), mi iscrive a un corso di cucina molecolare. Passo la giornata cercando di trasformare una semplice zuppa di pomodoro in una serie di sfere gelatinose fluttuanti. Il risultato assomiglia più a un esperimento scientifico fallito che a qualcosa di commestibile.
Giorno 27: Vivian insiste che ho bisogno di “adrenalina” nella mia vita. Mi ritrovo su una piattaforma di bungee jumping, chiedendomi come diavolo sono finita lì e se la mia assicurazione sulla vita copre la “stupidità volontaria”. Mentre mi preparo al grande salto, scopro che urlare “Cosa diavolo sto facendo?!” per tre minuti di fila è un ottimo modo per liberarsi lo stomaco prima del lancio.
Giorno 30: L’ultimo giorno della mia follia. Kate, nella sua infinita saggezza, decide che il modo perfetto per concludere questo mese è con una seduta spiritica. Ci ritroviamo tutte (Gavin incluso) in un seminterrato scarsamente illuminato, cercando di comunicare con gli spiriti. L’unico spirito che risponde sembra essere quello di mia nonna, che apparentemente ha un messaggio urgente per me dall’aldilà: “Smettila di fare l’idiota e mettiti un maglione, prenderai freddo!”.
Alla fine di questo mese di follia, mi ritrovo esausta, leggermente traumatizzata, ma stranamente… viva. Ho scoperto che posso sopravvivere a situazioni che non avrei mai immaginato, che il mio corpo può piegarsi in modi che sfidano le leggi della fisica (grazie, yoga aereo), e che forse, solo forse, uscire dalla mia zona di comfort non è poi così male.
Ma la lezione più importante? L’ho imparata l’ultimo giorno, mentre eravamo tutti seduti nel mio salotto, bevendo vino e ridendo delle nostre disavventure.
“Sapete una cosa?” – ho detto, guardando i miei amici – “Ho detto sì a tutte queste pazzie, ma la verità è che avrei detto sì a qualsiasi cosa, purché fosse con voi”.
Ci fu un momento di silenzio sentimentale, interrotto solo da Gavin che disse: “Oh, per l’amor del cielo, non diventare sdolcinata adesso. Ho una reputazione da mantenere!”.
E così, cari lettori, ho imparato che la vera avventura non sta nelle cose folli che fai, ma nelle persone con cui le condividi. Anche se quelle persone ti iscrivono a lezioni di pole dancing o ti convincono a saltare giù da un ponte con un elastico legato alle caviglie.
Con affetto e la promessa di dire “no” almeno una volta al giorno per il prossimo mese, la vostra sempre avventurosa (e leggermente dolorante) Pippa
P.S. Se qualcuno là fuori sta pensando di intraprendere un mese di “sì”, il mio consiglio è: fatelo. Ma assicuratevi di avere un buon fisioterapista, un avvocato in stand-by e amici abbastanza pazzi da seguirvi in questa follia. Oh, e forse un’assicurazione extra. Non si sa mai quando potreste ritrovarvi appesi a testa in giù a dieci metri da terra, chiedendovi dove avete sbagliato nella vita.