«Se è capitato a una come Carrie …» – conclude Paola dopo avermi raccontato la sua esperienza di futura sposa mollata sull’altare il giorno stesso delle nozze.
Già! Il suo amato Stefano nel momento in cui avrebbe dovuto pronunciare un semplice «Si, lo voglio …», la guarda e con aria serafica le dice: «Non ti amo e non ti sposo! …».
Un incubo improvviso come un fulmine nel cielo estivo. Gli invitati increduli con lo sguardo perso alla ricerca di un perché mentre Stefano, disinvolto, va verso l’uscita della chiesa. Il silenzio è l’unica armonia che avvolge questo momento.
Una realtà atroce racchiusa in un istante che si affaccia su un domani buio e triste aggrovigliato in ricordi che non hanno più alcun senso e significato. Un’esperienza difficile da cancellare. Essere mollata dal futuro sposo all’altare il giorno stesso del matrimonio, pochi secondi prima del «Si, lo voglio …».
Paola, un po’ come Carrie, è in lacrime consolata dai suoi cari.
Si toglie con rabbia il velo. Getta il bouquet dietro a Stefano. Lui se ne va senza dare molte spiegazioni. Fuori dalla chiesa un amico lo aspettava con l’auto accesa. Si dileguano come due fuggitivi. Il parroco resta attonito con il libro del matrimonio aperto. I nomi dei futuri sposi restano impressi nella pergamena senza nessun altro segno che indichi il vincolo matrimoniale.
Tutto lentamente si sbiadisce. I colori acquistano la sfumatura del grigio. Il solo che poco prima risplendeva viene coperto da un sipario di nuvole. I petali di rose nel sagrato della chiesa sembrano lacrime di sangue e dolore.
La parola fine viene scritta prima di qualsiasi inizio. La rappresentazione si chiude nel peggiore dei modi.
Non solo nei film accadono situazioni come questa. Non solo alle persone dello spettacolo e alle star si presentano momenti così intensi. Il quotidiano è fatto anche di queste incredibili eventi.
Perché Stefano abbandona Paola il giorno stesso del matrimonio?
Perché non le risparmia questo colpo di scena confessandole la verità prima di giungere al lieto evento?
È davvero una scelta dettata solo dalla mancanza d’amore? Oppure è solo un alibi che nasconde qualcosa di più ampio?
Potremmo definirla semplicemente con fuga dall’amore? Oppure fuga per l’amore?
Una fuga promossa dall’ansia, dalla paura di prendersi delle responsabilità, dall’insicurezza sul domani, dall’incertezza del per sempre, dal non amare abbastanza l’altro/a. In un solo attimo si concentrano un groviglio di emozioni, pensieri, sensazioni che innescano una reazione istintuale non mediata dalla consapevolezza. La razionalità che fino a quel momento ha avuto la meglio lascia il posto all’istinto più antico. Il matrimonio viene vissuto con un attacco alla propria vita così l’unica risposta possibile è la fuga.
Il matrimonio per molti rappresenta una sorta di gabbia che delimita un cammino preciso e ostico. Un viatico dai confini ben delineati.
Alla fuga possiamo legare anche un atteggiamento immaturo dell’individuo nell’affrontare le decisioni, nell’esprimere il proprio sentire così da farsi trasportare per paura del confronto fino all’altare per poi, preso dal panico, fuggire a gambe levate.
Generalmente chi fugge si maschera dietro a menzogne, a falsità, crea una realtà che non c’è tanto da restandoci intrappolato.
«Stefano» – racconta Paola – «non ha mai dato segni di sofferenza, anzi tutto era normale, fin troppo normale! È stato lui a chiedermi di sposarlo. Lui ha comprato casa. L’abbiamo arredata insieme. Abbiamo acceso un conto in banca con i nostri nomi».
Con l’aiuto di un amico, Paola scopre che Stefano ha una relazione da più di un anno con una collega. All’inizio non ci crede.
«Lui è sempre stato lo Stefano premuroso e attento di sempre» – mi dice.
Eppure Stefano da più di un anno è riuscito a mantenere in piedi una vita parallela che con il matrimonio è giunta a un bivio. Difronte al prete lui sceglie. Sceglie di mollare per sempre Paola.
«Qualche ora prima del matrimonio mi chiama dicendomi che è emozionato e mi ama» – racconta Paola.
Come uscire da questa situazione con eleganza senza farsi travolgere dal pettegolezzo più spicciolo?
Si dice che persino la Casa Reale inglese per il matrimonio di Kate era pronta a tutto, anche a un possibile “no” della sposa. Per fronteggiare questa evenienza i servizi segreti britannici misero a punto un piano denominato “Operazione Zucca”. Decine di uomini nascosti tra la folla davanti a Westminster erano pronti a formare un cordone di sicurezza intorno alla sposa se mai avesse pensato di mettersi in fuga.
Quali regole seguire nel caso uno dei due scappa dall’altare?
- Comunicare immediatamente agli invitati la rottura del fidanzamento, tanto più se la fuga avviene davanti all’altare.
- Restituire tutti i regali ricevuti.
- Le spese sostenute vanno risarcite da chi fugge a chi ne è vittima.
- Non cercate le colpe, il tempo è saggio vi farà comprendere cosa è accaduto.
- Non perdetevi nei giudizi. Non servono.
- Ripartire da sé nonostante il momento difficile.
- Ricordarsi che nel mondo ci sono molte persone e che può esserci l’anima gemella.
- Mai arrendersi facendosi travolgere dal “povero/a me”!
Non dimentichiamoci mai che le persone si amano per quello che sono, e che non troveremo mai nessuno uguale a noi stessi.
Noi siamo ciò che siamo e noi siamo nel giusto come lo era l’altro. Le storie finiscono, semplicemente perché l’amore finisce, non è eterno.
Mai idealizzare l’altro. Le persone sono piene di limiti. Se prendono la decisione di abbandonarci, non dobbiamo continuare a idealizzare un sentimento unilaterale.
Motto: I momenti difficili servono a insegnarci qualcosa, nulla è mai perso c’è sempre un nuovo orizzonte dove volgere lo sguardo.
Film: Prima o poi mi sposo
Lettura: Come sopravvivere al matrimonio