Se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che ha inizio

Le declinazioni della vita sono molteplici, inafferrabili, sfuggenti. Eppure, a volte, quello che sembra solo un sogno diventa realtà tangibile e vivibile. La storia di Camper Evviva è una narrazione di passione, desiderio, determinazione e solidarietà. Un mondo nel mondo per strappare un sorriso, tendere una mano, costruire un itinerario gentile e accogliente. Antonella e Daniela hanno dato vita a un sogno che sta divenendo una realtà vivibile e soprattutto possibile.

Grazie per questa intervista, siamo curiosi vogliamo conoscere il vostro progetto, com’è nato?

Il progetto sociale Camper Evviva nasce da un sogno condiviso. Daniela, ha sempre sognato di avere un camper tutto suo e di viaggiare in giro per il mondo, mentre Antonella da figlia di genitori camperisti, ha passato buoni anni della sua infanzia e della sua adolescenza in viaggio con il camper, conservando solo bellissimi ricordi.

Quando è nato?

Il progetto è nato nel 2019, esattamente quando quello che consideravamo un “caro amico”, ci propose di acquistare il suo vecchio camper (un Volkswagen lt31, classe 1983), assicurandoci di essere in condizioni ottime, se non per la carrozzeria che esigeva alcuni lavori di manutenzione. Sin da subito, i nostri occhi cominciarono a brillare, diverse idee si fecero spazio nel nostro immaginario.

Infatti?

Non avevamo dubbi, dovevamo acquistarlo. Solo per noi! Per realizzare i nostri sogni! Per realizzare dei viaggi noi due amiche e raccogliere avventure “personalmente”. No! Ci sembrava davvero riduttivo e incompleto.

Così?

Sin da subito, realizzammo che questo sogno dovevamo condividerlo con qualcuno, e quel qualcuno sapevamo già chi potesse essere.

Chi erano?

Tutti coloro che nella vita non hanno mai potuto viaggiare, che per cause di forza maggiore hanno dovuto abbandonare anche solo l’idea di sognare, di vedere alternative e opportunità nel mondo.

Daniela e Antonella chi sono oltre che due amiche che amano viaggiare?

Siamo due amiche molto unite, condividiamo la stessa passione e lo stesso lavoro. Lavoriamo presso una comunità d’accoglienza per donne e gestanti con figli, trovandoci a combattere quotidianamente situazioni di grave svantaggio e sofferenza. Così l’idea è nata dalla nostra esperienza lavorativa a fianco dei più fragili e sfortunati.

Ovvero un viaggio in camper?

Cosa c’è di meglio di un viaggio in camper come strumento educativo per grandi e piccoli e come mezzo di riscatto per tutte quelle donne che a causa di una situazione di violenza hanno dovuto chiudere i loro sogni in un cassetto, privandosi della loro identità e libertà.

Così arriva il progetto?

L’idea del progetto era quello di dar loro l’opportunità di viaggiare e di riscoprire le bellezze del mondo lì fuori, lo stesso mondo che a loro risulta spesso sconosciuto. In più, ci entusiasmava l’idea del camper da rimettere in sesto, per trasmettere il messaggio che anche un camper apparentemente da rottamare può avere una seconda opportunità e tornare a percorrere ancora molti km.

Dal camper ai gadget il passo è stato breve?

Abbiamo iniziato a realizzare i nostri gadget solidali, per raccogliere i soldi necessari a comprare un altro camper, quello da cui tutto è iniziato non ne voleva sapere di fare altri chilometri, avevamo acquistato un camper ormai fuori uso da tutti i punti di vista. Sapevamo che la strada sarebbe stata lunga, ma la volontà di realizzare questo progetto era più forte di ogni altra cosa. Siamo riuscite a raccogliere 2500 euro in molti mesi grazie al sostegno di tante persone che credevano in questo progetto. L’11 gennaio 2020 il Camper Evviva era nostro.

Qual è il vostro bisogno?

Attualmente la continuità di questo progetto è garantita dal sostegno delle persone che credono in ciò che facciamo. Tutti i viaggi che noi organizziamo e realizziamo li facciamo come volontarie. Il ricavato che otteniamo dalla vendita dei gadget realizzati a mano lo utilizziamo per sostenere le spese di manutenzione del camper (un Elnagh del 1996), del carburante e delle spese relative ai viaggi. Mantenere un camper comporta dei costi, e noi vogliamo continuare ad andare avanti insieme a chi crede nelle opportunità che Camper Evviva può dare. Il bisogno attuale resta, quindi, quello economico, perché tutto ciò che facciamo, ovvero la partecipazione ai viaggi con le donne e i bambini per noi è solo una grande opportunità che cogliamo con grande voglia ed entusiasmo, ma essendo due giovani ragazze che lavorano nel sociale non riusciamo a sostenere le spese da sole. Ecco perché siamo sempre dell’idea che “insieme si può”.

Voi due chi siete, raccontateci qualcosa?

Siamo prima di tutte due grandi amiche, legate da un bene molto forte l’una per l’altra. Ci siamo conosciute grazie ad un progetto Erasmus+ k2. In quel viaggio è nata questa forte amicizia, che ci ha portato a considerarci come sorelle, a condividere momenti belli e brutti sempre l’una accanto all’altra, e naturalmente siamo poi arrivate anche a condividere i nostri sogni dando vita a Camper Evviva.

Chi è Antonella?

Ho 39 anni, sono una maestra d’arte, laureata in beni culturali, lavoro da educatrice in comunità mettendo così insieme la mia passione per l’arte e quella per il sociale. Integro perfettamente l’arte come strumento educativo per grandi e piccoli, realizzando laboratori e attività creative. La mia arte è ben impressa in Camper Evviva, perché durante il periodo covid ho dipinto diverse parti dell’interno del camper con coloratissimi dipinti, dal valore simbolico molto forte (l’importanza di un abbraccio, la vicinanza e l’integrazione tra le culture, i sogni dei bambini con sfondo il nostro quadro preferito “notte stellata” di Van Gogh).

Chi è Daniela?

Ho 29 anni, sono un’assistente sociale, specializzata in progettazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali. Ho la passione per i bambini e per l’ambito educativo, tanto da arrivare a svolgere la professione di educatrice in comunità mamma/bambino. Ho bisogno di entrare in relazione con le persone. Amo viaggiare e prendermi cura dell’altro.

5 aggettivi che vi rappresentano?

Sognatrici instancabili, unite, buone d’animo, sensibili e determinate. Non per peccare d’umiltà, ma semplicemente donne.

E il nome “Camper Evviva” è ispirato a qualcosa o a qualcuno?

Il nome Camper Evviva nasce spontaneamente dal pensiero rivolto ai bambini. Quando sono felici, sorpresi e vivono momenti di estrema contentezza, urlano spesso “Evviva”. Quindi, non poteva esserci esclamazione più adeguata da associare al nome di questo progetto. Ricordiamo benissimo, che quando ci è balenata questa idea, per confermare se fosse il nome giusto, abbiamo fatto un piccolo esperimento. Eravamo in un locale a Mesagne, una città nei pressi di Brindisi, e siamo uscite a fermare la gente dicendo solo “evviva”, e il risultato è stato straordinario, alla maggior parte spuntava un sorriso sul volto (da aggiungere anche che ci sono state persone che ci hanno preso per matte, ma è un particolare su cui possiamo sorvolare). Evviva è la parola chiave del nostro progetto, vogliamo che questo camper doni gioia, felicità, contentezza e sorpresa a tutti coloro che non vivono ormai da troppo tempo questi stati d’animo.

L’attenzione all’altro, di fatto, che cos’è?

Bellissima questa domanda!

Perché?

Può sembrare davvero semplice ma allo stesso tempo molto complessa e soprattutto crediamo che la risposta sia soggettiva. Noi pensiamo che l’attenzione all’altro sia preoccupazione, premura e cura rispetto al suo stato di benessere, nel senso più ampio del termine. Essere attenti verso l’altro, vuol dire sentirsi vicini a quest’ultimo, provando quell’empatia tale e necessaria a far sentire quella stessa situazione vissuta dal prossimo come una situazione che avrebbe potuto presentarsi nel corso della nostra stessa vita. C’è una canzone di un cantautore italiano che noi amiamo, Niccolò Fabi che si intitola “Io sono l’altro”. Ecco se solo noi ci mettessimo di più nei panni dell’altro, forse in questo mondo ci sarebbe molta più solidarietà, vicinanza, generosità e tutto ciò che di buono può provare l’essere umano. Tutti noi dovremmo essere vicini all’altro prestandogli attenzione, la stessa attenzione di cui noi avremmo bisogno se fossimo nella sua situazione, perché in qualsiasi momento noi stessi potremmo diventare “altro” da ciò che siamo oggi, tutti potremmo ricadere in una situazione di svantaggio economico, sociale, familiare, tutte noi donne potremmo ricadere da un momento all’altro in una situazione di violenza. Camper Evviva nasce con e per l’altro. Avremmo potuto farlo solo per noi, per realizzare un nostro sogno, ma non abbiamo avuto alcun dubbio a farlo diventare invece un sogno di tutti e per tutti.

Cosa fate nello specifico?

Nello specifico ci occupiamo di pianificare, organizzare e realizzare dei viaggi con donne in situazione di svantaggio con i loro figli e non solo. Abbiamo dato vita ad un’associazione di promozione sociale chiamata Evviva, iscritta ufficialmente al RUNTS, della quale Antonella è la presidente e Daniela la vicepresidente. È stato necessario per poter essere ufficialmente riconosciute dallo stato, per poter avviare e concretizzare il progetto in toto. Questo ci permette di collaborare con diversi servizi del territorio pugliese e altre associazioni appartenenti al terzo settore.

Avete una fonte d’ispirazione?

La nostra fonte d’ispirazione sono i sogni, e la forza di crederci perché siamo certe che prima o poi si avverano, noi con il nostro progetto ne siamo la prova. Abbiamo sempre come faro orientativo i bambini che incrociamo ogni giorno con il nostro lavoro. Vediamo e tocchiamo con mano la loro resilienza, la loro volontà di farcela nonostante tutto e tutti. Crediamo fortemente che i bambini siano un seme preziosissimo che bisogna annaffiare quotidianamente e di cui bisogna prendersene cura, per sperare in un futuro diverso da quello attuale, in cui gli adulti di oggi continuano a reiterare errori del passato.

Le emozioni non hanno voce, un po’ come la creatività, Camper Evviva è un camper creativo?

Camper Evviva è un camper super creativo, è un camper intriso di arte e creatività e lo si può notare non appena lo si guarda esternamente. Non appena lo abbiamo preso, uno tra i primi pensieri è stato quello di volerlo rendere degno di essere “Evviva”. Ecco che ci siamo rivolti ad un nostro caro amico artista Francesco Africa, che sposando appieno il progetto, ha scelto volontariamente di dedicarsi a lui per renderlo speciale e unico. Il colorato manto di cui si ricopre Camper Evviva, è frutto della sua creatività e della sua arte, mentre alla parte interna ci ha pensato la maestra d’arte Antonella, che si è prefissata di voler continuare il suo lavoro non appena possibile, affinché anche gli interni siano “Evviva”!

Cosa volete trasmettere alle persone che appoggiano il vostro progetto?

Il viaggio deve essere opportunità per tutti e non privilegio per pochi. Siamo abituati a pensare che il viaggio può concederselo solo chi può permetterselo economicamente e noi con il nostro progetto vogliamo ribaltare questo concetto, rendendolo accessibile a tutti, valorizzando quanto questo possa essere strumento educativo e di riscatto per chi vive situazioni difficili.

Crediamo e vogliamo anche trasmettere il potenziale di un camper, del fatto che può essere un luogo meno formale e istituzionale attraverso il quale poter prestare aiuto a chi vive in una situazione di svantaggio. Camper Evviva, essendo una casa viaggiante molto meno formale, può essere un luogo più accogliente in grado di trasmettere quel senso di libertà a tirar fuori tutto ciò che si vuol manifestare senza il timore di essere osservati istituzionalmente.

Le persone, oggi, cosa cercano?

Le persone secondo noi, oggi, sono abituate a cercare la tanto desiderata felicità, quella finta felicità che il mondo esterno e mediatico ci fa credere esista solo nelle cose materiali. Le realtà con le quali il nostro lavoro ci porta a scontrarci, invece ci invita a riflettere, di quanto la felicità quasi sempre è intorno a noi, nei singoli attimi di vita che viviamo quotidianamente.

La felicità che cos’è?

La felicità è svegliarsi la mattina sotto un tetto di una casa che ci protegge dal freddo e dalla pioggia o dal caldo torrido dell’estate, è nel calore delle persone vicine, nella fortuna di avere una famiglia, un amico, un animale che ci sta accanto, nella libertà di fare ciò che ci pare nel rispetto altrui, nel vivere in un paese democratico e non bombardato dalla guerra, è poter andare a fare una passeggiata, ammirare l’alba, un tramonto, bere un caffe caldo, avere la possibilità di avere un pasto caldo a pranzo e a cena, viaggiare, sognare e vivere in salute. Pensiamo che in fondo basterebbe apprezzare e riconoscere quello che si ha, perché l’essere umano sfortunatamente valorizza ciò che possiede solo una volta perso. La felicità è una somma di piccole cose.

Perché si fa fatica ad aiutare l’altro?

Non si fa fatica ad aiutare l’altro, semplicemente si fa fatica a mettersi nei panni dell’altro e di conseguenza diventa difficile tendere la mano.

Dove vi possiamo trovare?

Sin da quando questo progetto ha preso vita, ci siamo subito affacciate nel mondo dei social riconoscendo quanto al giorno d’oggi siano necessari alla diffusione di un progetto. Ci troviamo sulle piattaforme social più conosciute come Facebook e Instagram sotto il nome, appunto, Camper Evviva per entrambe e poi abbiamo aperto un sito: www.camperevviva.it.

Avete dei testimonial?

No, non abbiamo testimonial.

La vita è densa di intemperie, tuttavia, l’importante non è quante volte si cade ma come ci si rialza, siete d’accordo?

Il lavoro che facciamo e il nostro progetto ci mette difronte a storie in cui le cadute sono davvero tante e spesso sembra quasi impossibile rialzarsi, eppure siamo testimonianza di come diverse donne e bambini ce l’abbiano fatta. Camper Evviva, vuole essere la mano che aiuta a rialzarsi da brutte cadute, perché crediamo fortemente che anche da quelle più brutte ci si può rialzare e camminare.

Un’anticipazione dei vostri impegni futuri?

L’idea che con Camper Evviva si possa realmente fare davvero tante cose è concreta e reale. In effetti, come prima cosa vorremmo allargare il nostro target, ovvero affacciarci alle istituzioni pubbliche come le scuole e i servizi sociali del territorio per poter presentare il nostro servizio e renderlo aperto a chiunque voglia usufruirne. Abbiamo anche l’idea di trasformare il nostro Camper Evviva in un centro di raccolta itinerante di abiti e giochi da distribuire poi nei quartieri più svantaggiati. Abbiamo inoltre pensato di far si che Camper Evviva possa diventare anche un centro di ascolto itinerante, che parcheggiato davanti alle scuole possa accogliere tutti i ragazzi che spontaneamente si sentono di voler esporre episodi legati al bullismo di altro genere, garantendo naturalmente all’interno del Camper Evviva, un’equipe professionale adeguata a prendere in carico tali situazioni (psicologa, assistente sociale ecc.). Stessa funzione potrebbe farla come centro di ascolto itinerante per donne vittime di violenza.

I tempi corrono e adesso @camper_evviva dov’è?

@camper_evviva attualmente è parcheggiato sotto la nostra sede, pronto per partire per nuove avventure estive.

Un sogno nel cassetto?

Desideriamo che il nostro progetto Camper Evviva, sia solo il primo di una lunga serie, chissà se un giorno potremmo avere un secondo Camper, così da garantire la possibilità di ospitare più passeggeri a bordo e fare viaggi con più persone.

Da grande cosa farete?

Faremo quello che facciamo oggi in piccolo ma aprendo questa opportunità a più persone se mai avremmo più camper da guidare. Vorremmo davvero tanti Camper Evviva, non solo in tutta Italia ma in tutto il mondo. Tutti verso la stessa strada, a regalare opportunità e avventure a chi non può viverle da sé. Sogniamo una catena di coloratissimi Camper Evviva, pronti a riaccendere sogni di grandi e piccini.

 

 

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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