Hai mai avuto la sensazione che, proprio quando le cose iniziano ad andare bene… qualcosa dentro di te faccia retromarcia? Come se una parte nascosta, silenziosa, iniziasse a sabotare tutto.Rimandi, dubbi, ansie… e quella vocina che ti dice: “Non te lo meriti”, “Sicuramente andrà male”, “Non esultare troppo presto”.
Benvenutə in un fenomeno psicologico sorprendente: l’autosabotaggio.
Immagina: una relazione sana dopo anni di drammi. Un lavoro che finalmente ti valorizza. Un sogno che inizia a realizzarsi. Eppure… ti scopri ansioso, distratto, insoddisfatto. Inizi a cercare il pelo nell’uovo, a litigare per sciocchezze, a procrastinare, a tirarti indietro. Perché? Perché la mente umana ha un complesso rapporto con il benessere. Soprattutto se quel benessere contraddice le convinzioni che abbiamo su noi stessi.
Molto spesso, l’autosabotaggio nasce da credenze profonde e inconsapevoli.
Se dentro di noi abbiamo registrato che “l’amore è sofferenza”, “il successo è per gli altri”, “non valgo abbastanza”… allora qualsiasi situazione che smentisce queste idee ci mette in crisi. Il nostro sistema cerca coerenza, anche a costo della felicità.
E quindi, paradossalmente, preferiamo avere ragione e stare male, piuttosto che essere felici ma sentire di non riconoscerci.
Un altro motivo per cui ci sabotiamo è che ogni passo avanti richiede un cambiamento. Cambiare significa lasciare qualcosa indietro: identità, relazioni, routine, comfort. Anche il successo può far paura. Perché ci espone. Perché ci chiede di rinnovarci.
Perché “se poi va male?” sarà peggio di non averci mai provato.
Il primo passo è accorgersene.
Fermati e chiediti:
– Questa mia resistenza viene da un pericolo reale o da una paura antica?
– Cosa sto cercando di proteggere?
– Quale parte di me ha paura della felicità?
Spesso dietro l’autosabotaggio c’è un bambino interiore che ha imparato a non fidarsi, a non aspettarsi niente di buono, a proteggersi.
E va rassicurato. Con ascolto, convalidazione e piccoli passi.
Ricorda: non sei tu il problema. Il sabotaggio non è un fallimento del carattere, ma un meccanismo di protezione. E ogni volta che te ne accorgi, hai già fatto un passo verso il cambiamento. Meriti di stare bene. Anche se non sei perfettə. Anche se non ti senti pronto. Anche se non sei abituatə a dirti: “Sì, lo merito davvero”.