La prepotenza del ricordo

Dal 18 febbraio al 10 marzo 2023 la galleria Art GAP, a due passi da Largo di Torre Argentina, è lieta di accogliere la personale “La prepotenza del ricordo” di Eleonora Albanese, a cura di Annalisa Di Domenico. La mostra verrà inaugurata sabato 18 febbraio 2023 alle ore 18:00. Nei lavori di Eleonora Albanese esposti nella mostra “La prepotenza del ricordo”, il pesce rappresenta un pensiero fisso, un mal d’amore che viene elaborato nella mente invece che nella pancia. Esso non vuole andare via e diventa un’angoscia palese oppure latente e anche se, a volte, sembra scomparire, d’improvviso può ripresentarsi e dominare, di nuovo, la mente dell’artista. Il pesce ci riporta a un’ossessione dalla quale è difficile liberarsi, esso è quasi sempre nella testa delle donne presenti nei quadri di questa mostra e anche se tali figure provano ad allontanarlo dalla loro mente – infatti in alcune opere vediamo il pesce collocato in altre posizioni – questo tenta comunque di risalire verso il capo. Eleonora ha imparato a lasciar andare tale inquietudine attraverso il contatto con il mare, che per lei è stato curativo. In un’azione catartica, l’artista ha “liberato” il pesce nel mare, affrancandosi da quel dolore che quell’amore reciso le aveva provocato. Il pesce deve tornare nel mare, quel mare che riallinea le prospettive e cura le menti prigioniere dei loro “incantesimi”, quel mare che ridefinisce i confini e separa ciò che è da ciò che sembra, che spinge le donne e gli uomini al viaggio e alla conoscenza, che consola e mitiga i loro umori. Solo allora saremo guariti. Abbiamo intervistato Eleonora Albanese.

   

La prepotenza del ricordo, il titolo della sua mostra. Sono curiosa: perché il ricordo è prepotente?

Non sempre il ricordo è prepotente ma nel caso specifico rappresentato in questi miei dipinti lo è perchè invadente e fuori luogo. Qualcosa che invade il nostro spazio contro la nostra volontà.

Che cosa l’ha portata ad amare e scegliere di fare la pittrice?

Fin da piccola ho avuto la propensione a disegnare, allorché i miei genitori non si sono opposti alla mia scelta di frequentare il liceo artistico dove poi nel tempo ho coltivato la passione e l’attitudine. Non ho imparato molte tecniche ma da sempre guardo, vivo, le cose che mi circondano come fossero trame da dipingere.

Chi sono i suoi maestri?

Non ho maestri se non tutto ciò che mi gira intorno. Imparo, ci provo, dalle situazioni di vita. Non amo definirmi ma se proprio dovessi, direi che sono una pittrice emotiva. Spesso, istintivamente, mi ispiro a ciò che sento.

Perché nei suoi lavori il pesce rappresenta un pensiero fisso?

Nel caso di questa serie di quadri il pesce non rappresenta altro che un qualcosa di scomodo da sopportare e soprattutto comunque fuori luogo. I pesci devono stare nel mare.
E per me il mare è il luogo per eccellenza dove lenire le ferite.
Il pesce è un dolore elaborato male, cioè in un canale non a lui dedicato, quello della testa. Meglio farlo nuotare nell’anima per restituirlo al mare.

Che cos’è il mal d’amore?

La risposta qui è secca: Una cosa insopportabile!

Quanto il mal d’amore diventa compagno di viaggio?

Innanzitutto, non auguriamocelo. Non essendo io una masochista ho odiato che il mal d’amore mi seguisse in ogni dove.

Perché il mal d’amore diventa un’angoscia palese oppure latente e anche se, a volte, sembra scomparire, d’improvviso può ripresentarsi e dominare, di nuovo?

Questo credo vada chiesto a uno psicologo. Io trovo che sia normale. Sarebbe come chiedere: “Perchè l’essere umano ama?”

Le ossessioni cosa rappresentano per lei?

Non sono un’ossessiva in quanto ho un’alta capacità di distrazione e quindi non ne soffro solitamente, ecco perchè ho trovato tremendo vivere per un periodo con questa particolare ossessione dolorosa che rappresento in questi quadri.

Perché un’ossessione dalla quale è difficile liberarsi, è quasi sempre nella testa delle donne?

Si dice che noi donne siamo più celebrali, soprattutto in amore. Tant’è che verbalizziamo troppo spesso un qualcosa che invece dovrebbe restare muto nei baci.

C’è una via per liberarsi da tutto questo?

L’arte, il mare. Gli amici. Il bosco. Una chitarra. Ballare a passi liberi. Ridere. Compiere atti generosi verso altri. Guardare il cielo. Non ascoltare la fretta degli altri che premono perchè ti passi.

Che cosa vuole significare al suo pubblico con le sue opere?

Nel mentre si dipinge non esiste il pubblico. Chiaramente una volta in esposizione spero di mandare un messaggio positivo e propositivo. non sarebbe la prima volta che qualcuno definirebbe la mia pittura, ciò che rappresento come catartico. Insomma, se può aiutare ben venga. 
Ma comunque ognuno legge e interpreta con la propria chiave di lettura.

Non è che i pesci, in fondo, siamo noi?

No, cioè non in questi che ho dipinto. Qui il pesce è la rappresentazione di un dolore elaborato male.

Vuole aggiungere altro?

Grazie, vi aspetto. Eleonora Albanese

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