La mia amica Kate e i suoi divorzi memorabili

Ci sono amiche con cui condividi lo shopping, i segreti amorosi, i sabati sera sul divano. E poi c’è Kate, la mia amica avvocatessa divorzista, che condivide con me anche dettagli piccanti dei procedimenti legali più assurdi del Kent. Una donna affilata, elegante, cinica quanto basta… e capace di trasformare anche la rottura di un matrimonio in un racconto da stand-up comedy.

Kate è l’unica persona che riesce a parlare di alimenti e affidamento con la stessa passione con cui altri parlano di cioccolato fondente. Mentre io ho crisi esistenziali per aver ricevuto un messaggio visualizzato e ignorato, lei discute serenamente di patrimoni da spartire, liti per i bonsai e custodie condivise… dei canarini.

Il suo motto è: “L’amore è eterno finché non arriva l’atto di separazione”. E lo dice con una tale classe che sembra una poesia. Ha la battuta pronta, lo sguardo da sfinge e una collezione di tailleur che fanno sembrare ogni cliente un caso già vinto.

Una volta, durante una cena, ci ha raccontato il caso del “Divorzio dell’annaffiatoio”. Marito e moglie avevano litigato ferocemente per la custodia di un vecchio annaffiatoio di latta con valore affettivo (a quanto pare apparteneva alla nonna di lui, ma lei lo usava per il basilico). La cosa è finita in aula. Risultato? Annaffiatoio diviso equamente: un mese ciascuno. Kate, in quella causa, ha superato se stessa. “Ho fatto più per la botanica che per la giurisprudenza”, ci ha detto sorseggiando prosecco.

Poi c’è stato il “Divorzio del cane influencer”. La coppia aveva un bulldog francese con un profilo Instagram da migliaia di follower. Nessuno voleva rinunciare ai diritti d’immagine del povero animale. Kate ha proposto la gestione congiunta degli account social, con calendario editoriale incluso. Io ho riso per mezz’ora. “Pippa, l’amore finisce, ma i like restano”, mi ha detto con filosofia.

E chi può dimenticare il caso della “Vendetta del barbecue”? Lui l’aveva portato via con sé dopo la separazione. Lei, in segno di protesta, ha scritto su tutti i gruppi social del villaggio: “ATTENZIONE: uomo con griglia altrui, non fidatevi!”. Kate è intervenuta con una diffida legale e una risata epica: “Pippa, siamo passati dal diritto di famiglia al diritto alla brace”.

Il bello di Kate è che riesce a mantenere il sangue freddo anche quando i clienti sono più drammatici di una soap opera. Una volta una cliente ha pianto per tre ore raccontando che il marito aveva osato buttare via il loro “cuscino della felicità con ricamo tibetano”. Kate ha preso appunti e poi ha detto: “Signora, ricuciamo la felicità… ma su un altro cuscino”.

Eppure, sotto quella corazza di sarcasmo e codici civili, Kate è una romantica nascosta. Ogni tanto, quando abbiamo bevuto un bicchiere di troppo, confessa: “Sai, Pippa… io continuo a credere nell’amore. Anche se ho visto la sua autopsia troppe volte.” E lì mi si scioglie il cuore.

Kate mi ha insegnato che anche nei momenti peggiori, l’ironia può salvare. Che non serve sempre piangere per le rotture: a volte basta riderci sopra, firmare un paio di carte… e rifarsi la vita con una nuova pianta e un buon gin tonic.

E se proprio va male… ci sarà sempre una nuova causa da raccontare. Con tanto di sentenza e risata finale.

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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