La creatività abita nella famiglia Gucci

Un mondo nel mondo come se fosse lo spartiacque sottile tra la fantasia e la realtà dove tutto può accadere e manifestarsi fuori dalla razionalità. “Lilith&Abrham” edito da Armando Curcio Editore è il romanzo d’esordio scritto, con passione e determinazione, da Drusilla Gucci, ma già ha il sapore del successo. Tant’è che la giovane rampolla della famiglia fiorentina della moda ha in serbo altri due romanzi che andranno a comporre una trilogia fantasy. Scrivere crea quel fascino intriso di mistero che da sempre affascina e cattura l’immaginario. Drusilla con la sua delicata ma incisiva presenza rende merito alla sua interiorità di scrittrice ponendosi come penna affermata da cui trarre insegnamento. Determinata, sicura, amante delle piante, con la passione per la vulture culture, si pone all’attenzione del grande pubblico costruendo un itinerario curioso che da amazzone affermata l’ha condotta nell’isola dei più famosi d’Italia giungendo poi negli scaffali delle librerie con “Lilith&Abrham”. In questa intervista ci racconta e si racconta portandoci nel suo mondo fatto di cose quotidiane, di sogni e desideri, di progetti e possibilità, il tutto condito dal sapore dolce amaro del romanzo fantasy.

 

Una laureata in lingue e letteratura a Firenze, e poi un diploma in garden design alla National Design Academy con sede a Nottingham, come si coniugano questi due ambiti formativi?

Sono due percorsi di studi ben differenti che però coniugano due delle mie più grosse passioni: la letteratura e lo studio delle piante.

Quali sono i tuoi interessi, cosa ami fare?

Sono una persona con molti interessi. Adoro leggere, appena finisco un libro ne inizio un altro. E sono incuriosita da tutto ciò che è inspiegabile e misterioso, da qui nasce la mia passione per lo sconosciuto e l’insondabile. Altro grande amore è quello per il viaggio, quanto si può imparare viaggiando è imparagonabile a qualsiasi altra attività. Mi piace tutto ciò che riguarda l’antropologia, il folklore e le leggende popolari. Sono anche un’amante sfegatata del mondo vegetale, infatti, ho moltissime piante.

Il tuo sport è l’equitazione, perché hai abbandonato l’attività agonistica?

Ho abbandonato l’attività agonistica qualche anno fa. Principalmente l’evento si lega alla morte del mio stallone, da lì ho deciso di smettere, sia per il dispiacere, sia perché l’agonismo non ti lascia spazio per nessun’altra attività.

Quando hai iniziato a scrivere?

Ho iniziato a scrivere storie non appena ho imparato a farlo, quindi da bambina, avevo 7/8 anni.

All’inizio del tuo percorso di scrittrice che cosa scrivevi?

All’inizio le mie storie ruotavano attorno ai 6 cani che aveva mia madre, scrivevo le loro avventure, storielle per bambini.

Che cosa rappresenta per te la scrittura?

La scrittura è totale libertà. È pace. È equilibrio.

Hai partecipato all’Isola dei Famosi 2021, perché questa scelta?

Ho deciso di partecipare all’isola proprio in vista del mio desiderio di pubblicare i miei scritti. Ho pensato che diventando conosciuta al pubblico sarebbe stato più facile. E così è successo.

Da lì si è aperto un nuovo ambito lavorativo tanto che sei diventata influencer, ti piace questa cosa?

Non mi reputo propriamente una influencer. In ogni caso, la cosa non mi dispiace. Ho scoperto che mi piace condividere le mie passioni con gli altri, da lì è nato il mio desiderio di sensibilizzare le persone su certi argomenti che stanno finendo nel dimenticatoio.

Sei una persona che ama i riflettori o la vita tranquilla?

Amo la vita tranquilla.

Come nasce la tua passione per la vulture culture?

Direi che è innata. Fin da bambina conservavo gli animaletti morti che mi portava la mia gattina.

È vero che possiedi una piccola collezione di teschi in via di ampliamento?

Sì, è vero. Mi piacciono molto, li trovo estremamente interessanti e affascinati. Mi piacerebbe un giorno poter creare una Wunderkammer.

Perché non hai fatto l’anatomo patologa?

Perché sono pigra, non amo particolarmente studiare.

Veniamo al tuo libro: “Lilith & Abrham”, è il tuo romanzo d’esordio, come nasce l’idea di scrivere un libro?

Scrivere è una necessità, ho sempre scritto romanzi, per così dire. Ogni volta che ne finisco uno, dopo un po’ ne inizio un altro.

Perché hai scelto di far firmare la prefazione al giornalista Alessandro Cecchi Paone?

Per me è stato un onore avere la prefazione di Cecchi Paone. Oltretutto è la prima persona esterna alla famiglia ad aver creduto nelle mie capacità, ad avermi messa in contatto con la casa editrice.

Come nasce la scelta del fantasy, unita al thriller e a note di psicoanalisi? Forse dal tuo amore per la vulture culture?

Ho sempre scritto cose di questo tipo, sono i miei argomenti preferiti. Non c’è una scelta specifica dietro. Non riesco a scrivere della realtà, è talmente grigia e deprimente che preferisco dipingere mondi paralleli.

Il tuo libro sarà l’inizio di una saga?

Certo, è una trilogia. Di cui sono già stati scritti gli altri due volumi. Il secondo dovrebbe uscire a dicembre.

Sei in giro per la presentazione del tuo romanzo cosa ti dicono i lettori?

Devo dire che ho ricevuto diversi commenti positivi, ne sono molto lieta.

La tua famiglia come ha accolto la tua vena da scrittrice?

I miei genitori sono sempre stati felicissimi, mi hanno sempre incoraggiata. Credevano più loro in me e nella mia scrittura, che io stessa.

Cosa consigliare a un futuro lettore? Perché dovrebbe scegliere il tuo libro?

Dovrebbe scegliere il mio libro perchè è un viaggio assurdo nelle menti malate di persone allucinanti. Tutto condito da note di folklore rumeno, sangue, amore e depravazione.

Hai un sassolino nella scarpa che vuoi togliere?

Sì, mandare un abbraccione a tutti quelli che mi hanno detto che ero una pecora nera. Ciaone.

Progetti?

Progetti futuri sono quelli di consolidarmi come scrittrice e realizzare una pellicola con la serie di “Lilith&Abrham”.

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