Il potere delle parole non dette: come il silenzio può cambiare una vita

A volte, ciò che non diciamo pesa più di ciò che urliamo.

A volte, il silenzio costruisce muri così alti che nemmeno l’amore riesce a scavalcarli.

Elisa fissava il telefono tra le mani, le dita che tremavano appena.

Aveva mille cose da dire: “Mi manchi”, “Scusami”, “Non volevo ferirti”.

Eppure, non scrisse nulla.

Spense lo schermo e lasciò che il silenzio parlasse al suo posto.

Da quel giorno, la distanza tra lei e Marco si fece un fiume in piena.

Non fu una litigata, non fu una tragedia.

Fu il lento sgretolarsi di ciò che non aveva mai trovato parole.

Furono le verità non dette, i gesti trattenuti, le carezze rimandate.

È così che, spesso, si perdono le persone.

Non per quello che facciamo.

Ma per quello che non riusciamo a dire.

Il silenzio: complice o carnefice

Il silenzio può essere balsamo.

Un abbraccio senza suono, una presenza che cura.

Ma il silenzio può essere anche lama.

Può diventare l’arma più crudele nelle mani di chi ha paura di mostrarsi.

Di chi teme di essere rifiutato.

Di chi crede, sbagliando, che il tempo aggiusterà ciò che solo una parola può salvare.

Nelle relazioni, il silenzio è spesso più rumoroso di qualunque grido.

È l’assenza di un “Ti amo” che avrebbe fatto crollare le difese.

È il “Mi dispiace” mai pronunciato che avrebbe ricucito una ferita.

È il “Sono qui” che non arriva mai, mentre l’altro aspetta in un angolo della vita.

E così, senza neppure accorgercene, permettiamo al silenzio di scavare vuoti che poi diventano voragini.

Perché non diciamo?

Non diciamo per paura.

Paura di sembrare deboli.

Paura di non essere corrisposti.

Paura di rendere reali emozioni che preferiremmo ignorare.

Non diciamo per orgoglio.

Perché crediamo che l’altro debba capire, senza bisogno di parole.

Perché pensiamo che chi ci ama debba leggerci dentro.

Eppure, nessuno può ascoltare un cuore se non ha la chiave delle parole.

Nessuno può salvarci dal nostro stesso silenzio se non decidiamo di aprirci.

Come il silenzio cambia una vita

Il silenzio può cambiare una vita in due modi.

Può distruggere.

O può insegnare.

Può allontanarci da chi amiamo.

Ma può anche spingerci, prima o poi, a trovare la voce che abbiamo perduto.

A capire che ogni parola trattenuta pesa come una promessa mancata.

E che ogni silenzio non colmato lascia una cicatrice invisibile, ma indelebile.

Il coraggio di dire

Imparare a dire quello che sentiamo è un atto di coraggio.

Non di debolezza.

Dire “Mi fai paura”, “Mi fai arrabbiare”, “Mi fai sentire amato” è un atto rivoluzionario.

Dire è rischioso, sì.

Ma tacere è letale.

Perché il silenzio può proteggerti da un rifiuto.

Ma può anche privarti per sempre della possibilità di essere compreso, accolto, amato.

Elisa, quella sera, capì.

Capì che l’amore che non si dice, si perde.

E prese il telefono, con mani che ancora tremavano.

Scrisse solo due parole.

Non “Ti amo”, non “Scusami”, non “Torna”.

Scrisse: “Sono qui.”

A volte basta questo.

Non promesse. Non giuramenti.

Solo la verità nuda di una presenza.

Perché alla fine, le parole più importanti sono sempre le più semplici.

E chi le dice, chi osa dirle, diventa il custode della propria salvezza.

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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