“Il sogno non si occupa mai di inezie; non permettiamo alle quisquilie di disturbarci nel sonno. I sogni apparentemente innocenti si rivelano maliziosi, quando ci si sforza di interpretarli (Sigmund Freud)”. Il sogno di Maria Laura Berlinguer attraversa l’immaginario percorrendo l’itinerario di una storia vera radicata nelle anse più antiche di una terra affascinante come la Sardegna. Nella sua storia si costruisce, tra leggende e riti propiziatori, un accadere che ancora riecheggia tra i flutti marini o nel territorio che si apre nel cuore dell’isola. È proprio tra le fessure della storia che fa capolino questa vicenda coinvolgente che cattura l’immaginario della nostra scrittrice portandola a fare un percorso di ricerca che si è poi, dipanato all’interno del suo romanzo di esordio. Un manoscritto denso di significato, carico di amore, avvolto tra le maglie del possibile che conduce il lettore a riflettere, a interrogarsi seppur rapito dalla narrazione che porta in un oltre dal sapore della meraviglia e del mistero. “È nel sogno che respirano le nostre anime (Katherine Pancol)” perché il sogno rappresenta la via di accesso a un possibile desiderato e nascosto all’interno del Sé. La Berlinguer ci invita ad attraversare quel meraviglioso mondo delle donne definite streghe. Ma le streghe che cosa sono? Che cosa rappresentano se non l’accesso agli inferi, alla parte più nascosta del nostro mondo interiore? Le streghe sono le custodi di antichi segreti che vanno dalla medicina naturale alla cura attraverso l’imposizione delle mani, attraverso il pensiero che accarezza l’anima. Sono loro che possono accedere, con la loro capacità empatica e intuitiva, al sommerso per farlo tornare alla luce. Maria Laura Berlinguer ci prende per mano conducendoci all’interno del suo avvincente viaggio di storia, magia e scrittura.
Cara Maria Laura, che gioia, è uscito il tuo romanzo! Raccontaci qualcosa?
Cara Barbara, il mio romanzo è nato così, con un sogno. Non un sogno del cassetto, non ho mai pensato di fare l’autrice di romanzi. Un vero e proprio sogno che mi condotto in Sardegna, dove sono nata, mi ha fatto scoprire territori mai conosciuti e una storia fantastica di una donna, condannata nel 1600 in Sardegna, durante l’Inquisizione. Da li un’ispirazione creativa immediata che mi ha portato con slancio a intraprendere questa avventura. Con il sogno è venuta alla luce una natura profonda non ancora emersa, una inclinazione che non si era mai manifestata in una maniera così evidente. Attraverso la mia capacità di raccontare ed usare la parola, ho fatto un viaggio dentro me stessa alla ricerca del mito femminile sardo. Ho creato un libro pervaso di energia femminile.
Come è nato il tuo interesse per le streghe? Le streghe cosa rappresentano nell’immaginario collettivo?
Come vedi il mio interesse è nato così, spinta dal mio inconscio più profondo che mi ha aperto la porta sul meraviglioso mondo delle donne definite streghe. Ma chi erano le streghe veramente? E soprattutto chi lo dice che le streghe siano cattive? Nel tempo di mezzo, tra il paganesimo e i roghi prima che l’inquisizione bruciasse il vero significato di questa parola, le streghe erano donne sapienti, guaritrici, fate e profetesse. In Sardegna, l’isola magica al centro del mediterraneo, la notte si popola di fate e di leggende. Si dice che le che le bambine nate a mezzanotte la notte di Natale diventeranno per certo delle streghe. Si racconta che le Janas divinità un po’ fatate, un po’ mitiche, un po’ reali, nel momento giusto torneranno tra noi comuni mortali. E sembrerebbe che le streghe, si trasformino di notte in barbagianni. Per rispondere alla tua domanda il libro giallo che ho scritto è stato funzionale per lo studio e il racconto antropologico della Sardegna. Attraverso un approfondimento sui miti e sul femminile sardo ho recuperato un substrato culturale ancora più importante della storia stessa. Ho compreso la storia di tante donne che praticavano la medicina naturale, che conoscevano le erbe e il loro potere, che leggevano i cicli lunari e che aiutavano gli altri.
Perché la Sardegna come luogo di svolgimento della storia?
Questo libro è un omaggio alla mia terra, alle mie radici e al suo substrato culturale. Un bellissimo percorso che mi ha consistito di tornare alle mie radici.
Il tuo romanzo per quale pubblico è pensato?
Sicuramente per le donne, ma non farebbe male neanche a qualche maschietto poter leggere questa avventura magica all’interno della Sardegna e dell’anima di ciascuno di noi.
È un romanzo Giallo, Thriller, Fantascienza, Fantasy, Romanzo storico, Rosa, Avventura o Horror?
Diciamo un giallo antropologico? E come mi ha scritto una bravissima giornalista dell’Unione Sarda, Maria Francesca Chiappe: “un romanzo che mescola passato e presente, realtà e superstizione, storia e leggenda in una trama su tre piani narrativi che accompagnano il lettore in una Sardegna sconosciuta e meravigliosa”.
Quanto è importante in questo mondo così inafferrabile scrivere romanzi e soprattutto pubblicarli ancora in cartaceo?
È importantissimo. La carta è qualcosa che possiamo toccare e sfogliare, che ha un profumo. Ma anche la lettura su device elettronici ha la sua importanza, soprattutto in termini di spazi. Avere delle grandi librerie potrebbe essere un lusso. Io sono ancora fedele alla carta ma non so fino a quando.
Per te che cos’è la scrittura?
La scrittura per me è un momento di studio, di ricerca, e soprattutto di introspezione. Scrivere è un viaggio all’interno di noi stessi, del nostro passato e della nostra vita.
Come inizia la tua carriera di scrittrice?
Con questo libro. Sempre che ci sia un seguito…
Di che cosa ti occupi oltre che scrivere romanzi?
Sono una esperta di comunicazione che ha creato un blog e che promuove il Made in Italy, dando visibilità alle tante eccellenze italiane meno conosciute. Lo faccio attraverso il mio sito www.marialauraberlinguer.com e i miei canali social Facebook https://www.facebook.com/marialauraberlinguer e Instagram https://www.instagram.com/marialauraberlinguer
Sarà il primo romanzo di una trilogia?
Stiamo a vedere, sarebbe bellissimo.
La cosa che più ti affascina e coinvolge?
Studiare, scrivere, descrivere e raccontare.
Hai più ricci o fai più capricci?
Più capricci, sempre.
Nella vita c’è sempre un colpo di scena?
Sì, devo dire è una costante. Ogni tot anni cambio e intraprendo nuove avventure.
Quando ti senti davvero a tuo agio?
In genere io sono sempre a mio agio, soprattutto perché faccio ciò che voglio e che mi piace di più.
È più importante amare o amarsi?
Entrambi: amarsi è fondamentale per noi stessi, e se non ci amiamo non siamo in grado di amare nessuno.
Sei innamorata?
Certo!
Andrai in tour con il tuo romanzo?
Per ora giro in Sardegna. Nel momento in cui scrivo sto per prendere la nave e tornare a casa per presentare la mia nuova avventura in alcune città dell’isola.
La cosa che più ami fare?
Nuotare nel mare.
Quello che non avresti mai voluto fare nella vita?
Non riuscire a cambiare, ad evolvere.
I tempi corrono e adesso tu dove sei?
Come ti dicevo sono a Roma ma mi aspetta la Sardegna per due mesi.
Progetti?
Continuo la mia attività di ambasciatrice del Made in Italy e presentare il libro.
Sogni?
Spero proprio di farne uno nuovo: per il secondo romanzo.
Ma nel cassetto cosa c’è ancora?
Il bello è proprio questo, cercare di scoprirlo!
Vuoi aggiungere qualcosa?
Perfetto così. Grazie.