Ci sono donne che catturano l’anima, aprono una finestra di osservabilità densa di mondo e significato. Ilenia e Lorena, siciliane, hanno nel loro DNA l’amore per una terra magica come la Sicilia. Se in Sicilia è nato Archimede qualche motivo ci sarà, non credete? L’arte in tutte le sue declinazioni compresa la musica e la recitazione sono le colonne portanti della loro vita.
Non sorprende la capacità di Ilenia e Lorella di entrare in profondità nella cultura siciliana cogliendone l’essenza e le sfumature per restituirle al pubblico che incantano con le loro rappresentazioni. La vita in tutto il suo andare è un navigare in nuovi lidi e nuove avventure mantenendo sempre in mente la meta da raggiungere seppure, a volte, capita che il viaggio è faticoso e incerto. Da buone siciliane hanno ben compreso la lezione di Archimede, ovvero un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l’alto uguale al peso del volume di fluido spostato. Perché la vita è questa: una spinta costante alla sopravvivenza e alla rinascita, alla scoperta e allo stupore, alla magia e all’incontro. La vita nasce da una femmina che custodisce in sé il seme della rinascita per poi offrirlo alla terra affinché quella persona percorra il suo itinerario.
Cara Ilenia, cara Lorena perché “la Trinacria è femmina”?
Per raccontare. Raccontare una terra antica, amante riamata del sole, recuperando la tradizionale figura del Cantastorie. Lorena Vetro è l’ultima Cantastorie siciliana, sin da giovanissima ha cantato praticamente in tutta Europa; e se un’autrice regista siciliana e una cantastorie sono socie… beh prima o poi un’urgenza narrativa arriva! Siamo partite da questo. Le leggende dei cantastorie e le parole dei nostri grandi autori (Pirandello, Bufalino, Sciascia, Buttitta…). Il filo conduttore stava poi nella grammatica, per il fatto che tutte le parole che descrivono la Sicilia sono di genere femminile… “Sicilia è femmina, o Trinacria che dir si voglia. È femmina isola, terra, madre, culla di civiltà. Siccità è femmina, e carestia. Cultura, storia… Santa Rosalia a Palermo e Sant’Agata a Catania sono femmine. Arte, letteratura, cucina! Accoglienza è femmina… La maschera di Pirandello e la roba di Verga… ed è femmina l’attesa, che ci caratterizza: l’attesa di un lavoro, di una raccomandazione, l’attesa della vendetta. Femmina anche lei, come la piovra, la corruzione, la mafia e la politica. Ma anche come la vigna, la mandorla e l’arancia. E il pistacchio. Sì, perché da noi il pistacchio si chiama ‘a fastuca! E diventa femmina… come la bellezza! Da qui il titolo “La Trinacria è Femmina”. Infine, la voglia non di stravolgere quelle canzoni antiche, ma di arricchirle e talvolta contaminarle con strumenti altri rispetto ai soliti della nostra cultura; il bandoneon, il flauto traverso o alcune percussioni.
È un tributo alla Sicilia?
Sicuramente. Da siciliane, talvolta ci infastidisce il fatto che cinema e teatro diano sempre un’immagine di mafia o di arretratezza. Ma è noto al mondo che la Sicilia è una terra davvero culturalmente ricca; non solo per i popoli che vi si sono fermati, lasciando ciascuno una parte di bellezza, ma anche per tutti i grandi artisti che vi sono nati e che da lei hanno preso quell’ispirazione che li ha resi tali. Genio e follia, disperazione e ispirazione… potenza.
Siete siciliane?
Sì, siamo siciliane… tanto siciliane!
Come si declina il vostro spettacolo?
Lo spettacolo è un concerto reading. La cantastorie canta e suona le chitarre, la cuntastorie racconta e suona le percussioni, sostenute e talvolta provocate entrambe dalla terza Gorgone, con flauto traverso e bandoneon. Musica e prosa… canzone e poesia, in una miscela perfetta, che ora fa ridere di cuore e ora di cuore fa commuovere.
Perché la tappa al Festival teatro Marconi?
Perché Roma d’estate è bella e noi non la viviamo quasi mai, sempre in giro con le rassegne estive e poi in Sicilia, per la consueta capatina estiva in famiglia, nella casa al mare.
Cara Lorena, come si coniuga il tuo lavoro alla Camera dei Deputati e tutt’oggi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con quello di attrice?
Questa è stata un’esperienza meravigliosa, adesso chiusa. Ora coniugo la produzione teatrale, la musica, il social media management condivise con Ilenia e un incarico come funzionario in un ente pubblico. Non mi sono mai occupata di una sola cosa, da sempre le mie giornate sono immerse mediamente in 3 o 4 attività diverse; e non immagino una me diversa da così. L’iperattività è la mia droga sana.
(Lorena) Sin dalla tenera età ti sei appassiona alla musica della tradizione e le leggende che caratterizzano la Sicilia; negli anni hai approfondito la tua passione venendo a contatto con alcuni dei più grandi cantastorie, non solo siciliani, quali Nono’ Salamone e Otello Profazio, cosa rappresenta per te questo patrimonio artistico?
Da bambina lessi una frase il cui senso era che un popolo senza memoria è destinato ad essere un popolo senza libertà. Non so, in qualche modo capii che dovevo essere parte di quella memoria, e più ricercavo, ascoltavo, studiavo, più mi appassionavo: ogni nota, ogni rima… ogni storia che veniva tramandata, insieme ai sentimenti che ne derivavano, dalla rabbia alla fede, dall’amore negato all’allegria di fine vendemmia. Una ricchezza, più che un patrimonio. Da grande ho poi avuto la fortuna, l’onore direi, di poter cantare con entrambi. Con Nonò siamo ancora in contatto, e quando ha ascoltato la sua “Lu cielu è na cuperta arraccamata” nel CD live de “La Trinacria è femmina” mi ha chiamata per dirmi quanto fosse felice: scrive, dice, perché qualcuno possa poi tramandarle!
(Lorena) Voce possente e interprete di grande espressività, suoni chitarra classica e acustica, pianoforte e percussioni, quanto è difficile oggi esistere nel mondo dell’arte?
Ahimè, oggi esistere penso sia difficile dappertutto! Nel mondo dell’arte… abbiamo ancora tanta strada da fare, soprattutto se si decide di star fuori dagli schemi di costume.
Cara Ilenia, sei Direttore Artistico Premio Art, Direttore artistico della prima edizione di Roma Capitale delle Donne, hai guidato l’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, l’Accademia Nazionale di Danza e l’Accademia di Costume e Moda in una Kermesse dinamica e satirica sulla condizione storica delle donne in Italia, esperienze dense di emozioni, significato e cultura. Come fai a fare tutto?
Sono stati tutti momenti di grande passione, in cui ho avuto al mio fianco grandi professionisti e grandi istituzioni. E ogni volta, la vittoria è nella gente, nel pubblico, nei loro occhi e nella consapevolezza che certi eventi non restano come una serata ben passata, ma lasciano in ciascuno una sorta di cambiamento. Questo credo sia il compito della cultura. Ed io non mi stanco mai.
(Ilenia) Oltre a tutto ciò sei attrice, regista e autrice, qual è la professione in cui più ti riconosci?
Io non ho mai avuto una preferenza in tal senso; è sempre stato per me molto naturale partire dall’idea e arrivare alla sua realizzazione, senza perdere mai di vista niente e nessuno. Sono certa che possa sembrare un tantino dispotico, ma non si tratta di questo. È una necessità, data dal fatto che quando ho un’idea, nel giro di poche ora mi si affollano nel cervello perfino le scene e i costumi… scherzi a parte, oggi ci capita spesso di vedere nelle serie televisive (Netflix per esempio) la figura dello showrunner, che spesso è anche creatore della serie, regista… una figura, insomma, che porta la serie dal soggetto agli episodi finiti. Ecco, per me col teatro questa cosa è sempre stata la normalità.
Torniamo a “La Trinacria è Femmina” andrà in tour?
Questo spettacolo è in tour da diversi anni. Partita nel 2013 dalla Città del Gusto del Gambero Rosso, in cui raccontavamo la nostra terra preparando cazzilli e caponata, nel 2016 “La Trinacria è Femmina”, con un’orchestra tutta al femminile, debutta nella straordinaria cornice della Valle dei Templi di Agrigento, davanti al Tempio di Giunone, per proseguire in varie regioni, presentando anche il CD Live contenente i brani più significativi dello spettacolo. Da allora gira, ma il più delle volte nella versione in trio, per ovvie ragioni economiche, soprattutto dopo lo stop imposto dalla pandemia. Ma ci offre sempre grandi soddisfazioni; al pubblico piace, mette allegria. A fine ottobre saremo ancora a Roma, a Teatrosophia (piazza Navona) per la stagione autunnale.
Progetti autunnali?
#ILLO (Ilenia & Lorena) ormai da qualche anno produce spettacoli teatrali, quindi in verità siamo sempre, o quasi, sotto debutto; in autunno saremo impegnatissime su due nuovi progetti a cui siamo molto affezionate, che debutteranno a fine novembre uno e a fine marzo l’altro.
Volete aggiungere altro?
Oltre al fatto che vi aspettiamo tutti a teatro, in tutti i teatri, per tutti gli spettacoli, perché il teatro in Italia ha bisogno di sostegno, aggiungiamo un grazie ai giornalisti (come voi) che dedicano parte del loro tempo e del loro lavoro alle produzioni indipendenti come la nostra. Grazie, #ILLO