La fantasia vola sulle ali di una matita, crea una narrazione attraverso un personaggio che diventa carezza per l’anima. L’arte è quel sussurro, quella carezza, quel palpito che sfiora l’anima portando un benessere perfetto all’interno degli itinerari scoscesi della vita. Tutto può accadere quando una persona incontra la magia dell’arte. Si apre un viatico intenso fatti di attimi da cesellare nella pagina bianca con una matita e degli acquarelli. Così la fantasia incontra la realtà creando un discorso unico. Il magico mondo di Simona Luciano è racchiuso e al tempo stesso narrato dai suoi disegni che accarezzano l’anima e aprono il cuore.
Cara Simona, grazie per questa intervista ne sono felice, ci racconti di te?
Mi chiamo Simona, ho quarantotto anni. Sono nata nell’isola de La Maddalena, da diciassette anni vivo a Taranto. Ogni giorno mi invento una cosa nuova. Ho bisogno di creare per sentirmi viva, partendo da zero.
Regalaci 3 parole che ti rappresentano?
Creativa: una ne penso e cento ne faccio. Definito un progetto, già la mente ne crea uno nuovo.
Costanza: finché non ho raggiunto un obiettivo non mollo la presa. Essendo pignola persevero finché non arrivo al risultato che cerco.
Paziente: la creatività mi ha insegnato a essere paziente. Un lavoro ben fatto ha bisogno del suo tempo.
Come nasce il tuo amore per le illustrazioni?
Ho dipinto per tanti anni progetti di altre persone, finché sono arrivata, pian piano, a disegnare qualcosa di mio.
Dove hai studiato?
Mi sono diplomata in ragioneria tanti anni fa, ma la vita mi ha portato altrove. Tu fai dei programmi ma poi è lei che decide per te.
I fumetti e le illustrazioni, di fatto, che cosa sono?
Sogni…
Come crei le tue illustrazioni?
Con acquerello e con il digitale. Anche se la tecnica dell’acquerello rimane la mia preferita.
Hai una fonte d’ispirazione?
Qualsiasi cosa: una risata, una frase, l’incontro con un’amica.
Le emozioni non hanno voce un po’ come la creatività, quanta emozione è racchiusa in un fumetto o in un’illustrazione?
In ogni illustrazione c’è un’emozione. L’emozione che vivo in quel momento. L’emozione di chi la guarda e magari diverse emozioni che si intrecciano l’una all’altra costruendo un unico itinerario.
Cosa vuoi trasmettere alle persone con i tuoi fumetti?
Un sorriso.
Le persone, oggi, cosa cercano quando ti chiedono un’illustrazione?
La maggior parte delle persone che si avvicinano alle mie illustrazioni chiedono cose personalizzate, illustrazioni che le rappresenti.
Qual è il disegnatore cui ti ispiri?
Nessuno in particolare.
C’è una celebrity che vorresti ritrarre in uno dei tuoi lavori?
Ci sono già delle illustrazioni. Ho rappresentato ad acquerello Audrey Hepburn, Frida Khalo, Marilyn Monroe, Coco Chanel.
Quando un fumetto è stiloso?
Non ho una formazione tecnica per giudicare un fumetto. So solo che se un fumetto, o nel mio caso un’illustrazione, mi mette allegria e mi suscita un’emozione allora è quello giusto.
Sei più artigiana dei sogni o cogli la tendenza del momento?
Non seguo mai le tendenze. Seguo il mio gusto, la mia fantasia e il pensiero che ho in quel momento. Adoro illustrare per i bambini, mi mette serenità.
I Millennials cosa pensano di te?
Non so esattamente, bisognerebbe chiederlo a loro.
E le Perennials?
Ho un certo seguito abbastanza divertito, appassionate alle mie signorine un po’ impertinenti. Forse non essendo io più una ragazzina trovo più affinità con un pubblico più adulto che riesce ancora a prendersi in giro e non troppo sul serio.
Minimal o classico, dove ti riconosci?
Minimal no! Vado sempre alla ricerca del particolare, dell’errore, non chiuderei mai una illustrazione, vado sempre alla ricerca della perfezione. Sono pignola.
Dove si trovano le tue illustrazioni?
Potete seguirmi su Instagram.
Hai delle testimonial?
Non per il momento, ma non si sa mai!
La vita è densa di intemperie, tuttavia, l’importante non è quante volte si cade ma come ci si rialza, sei d’accordo?
Certo. Ci si rialza più forti di prima. Si rimane un attimo spaesati, ma poi si ricomincia o si comincia qualcosa di totalmente diverso. Io ho iniziato a dipingere a trentatré anni, dopo una bruttissima caduta. Fino ad allora non avevo mai disegnato. Sono sempre stata una persona creativa ma non avevo mai dipinto. Avevo bisogno di rialzare la testa, e con tutta la forza che avevo ho comprato un pennello, la mia vita ha preso una altra direzione.
Un’anticipazione delle prossime illustrazioni?
No! Non perchè non voglia svelare segreti, ma perchè non so nemmeno io cosa verrà fuori dalla mia matita. Se lavoro su commissione, rispetto delle richieste ben precise, se lavoro per il gusto di farlo, lo faccio di pancia, senza sapere neanche io che cosa verrà fuori.
Un sogno nel cassetto?
I sogni, come dice qualcuno (lo ripete sempre una bella persona che seguo du Instagram), non si tengono nel cassetto, si tengono in tasca a portata di mano, così al momento giusto saprai dove trovarli.
Un sassolino nella scarpa?
Nessuno in particolare. Le persone che incontriamo, le cose che facciamo ci fanno diventare le persone che siamo. Io mi sono impegnata tanto per raggiungere il mio obiettivo. Questo, oggi, per me è diventato un lavoro. Ho da dire più brava a me stessa che dire a qualcuno “vedi … sono arrivata dove volevo”. Vorrei dire grazie a mio marito, che asseconda sempre le mie pazzie, la mia voglia di mettermi in gioco.
Da grande cosa farai?
Non so, devo ancora decidere. Quarantotto anni sono pochi per mettersi dei limiti, e io amo le sfide. Sicuramente qualcosa mi inventerò.