“Io ho ritenuto e ritengo che le anime siano immortali … I Cattolici insegnano che non passano da un corpo in un altro, ma vanno in Paradiso, nel Purgatorio o nell’Inferno. Ma io ho ragionato profondamente e, parlando da filosofo, poiché l’anima non si trova senza corpo e tuttavia non è corpo, può essere in un corpo o in un altro, o passare da un corpo all’altro. Questo, se anche può non esser vero, è almeno verosimile, secondo l’opinione di Pitagora (Giordano Bruno)”. Sembra racchiudersi qui il dialogare con Paolo Crimaldi. La sua vita è fatta di studio e ricerca, di esperienza e intuizione, di apertura e consapevolezza. Un itinerario virtuoso che conduce a prendere per mano l’altro portandolo all’interno di sé affinché possa riemergere con una nuova impronta nell’anima che lo apra alla realtà inconfutabile del mistero della vita e della morte. I due lati di un accadere che sono l’uno concatenato all’altro in un ciclo di rinascita continuo perché il segreto della vita sta nella crescita evolutiva dell’anima che accade solo attraverso il reincarnarsi per completare il suo Karma. Un po’ come il chicco di grano muore a sé stesso per riaprirsi alla nuova vita in primavera così la persona nel suo ciclo vitale che si conclude è pronta per riaprirsi a una nuova vita. Paolo Crimaldi ci insegna tutto questo conducendoci a piccoli passi in un territorio ai confini del tutto, perché quello che i più chiamano “Nulla” altro non è che possibilità di esistere ancora una volta nel “Tutto” dell’esistenza infinita.
Caro Paolo, raccontaci di te, so che sei psicologo?
Ho una formazione anche astrologica, antropologica, filosofica, storico-religiosa, oltre che psicologica. Mi sono formato con Alfonso di Nola.
Come si coniugano i tuoi studi?
Sono l’uno molto legato all’altro, ognuno conduce alla psicologia.
Ti aiutano nella tua professione di psicologo?
Quando inizio una terapia faccio sempre il tema Natale. Ritengo sia fondamentale per avere un quadro del paziente. Per me l’astrologia è una base di partenza, poi arriva tutto il resto del percorso clinico.
Dove ti sei formato?
Sia in Italia sia all’estero. Ho approfondito i miei studi anche andando in Oriente, ho fatto un dottorato di ricerca in religioni e filosofie dell’Estremo Oriente. Ho studiato la filosofia tantrica in relazione a un certo tipo di fenomeni psicologici. Oltre a questo, sono anche un insegnante, infatti insegno sia scienze umane sia filosofia in un liceo oltre che in una scuola di specializzazione per psicologi.
Nella vita di una persona quant’è importante il tema Natale?
Assolutamente basilare. Conoscendo il tema Natale si è sempre consapevoli anche nei momenti più difficili. Con l’analisi dei transiti dei vari pianeti possiamo essere consapevoli di un determinato periodo, di ciò che ci aspetta, tuttavia, sappiamo anche che è un periodo limitato perché ha un inizio e una fine ben precisa. Tutto questo ha un significato profondamente esistenziale.
Cosa vuoi dire?
Non bisogna viverlo come se ci arrivasse una tegola sulla testa bensì come un periodo transitorio che ci conduce verso un altro momento, nel frattempo possiamo impegnarci a comprendere molte cose sia di noi sia dell’altro sia del mondo intorno a noi. È una maniera per risvegliare la nostra coscienza alla consapevolezza profonda, senza abbatterci ma trovando nuovi stimoli e motivazioni. Tutto ciò permette di incamminarsi in percorsi che in altro modo sarebbero inesplorati.
Ti occupi anche dell’aspetto Karmico, vuoi parlarcene?
Si! È un altro aspetto importante per la nostra vita legato alla terapia regressiva nelle vite passate.
Come è iniziata questa passione-studio?
Ho iniziato verso la fine degli anni ‘80 occuparmene – quasi – per puro caso. Stavo conducendo un gruppo, tra l’altro neanche un gruppo di psicoterapia, un gruppo di consapevolezza. A un certo punto del rilassamento mi sono reso conto che alcune persone iniziavano ad andare in uno stato alterato di coscienza, ricordando degli episodi di una vita precedente.
Cosa molto stimolante?
All’epoca non c’era bibliografia in merito. Le uniche ricerche e gli unici studi erano in lingua inglese, non c’era ancora nessuno che studiava queste situazioni, inoltre in seguito ho approfondito i miei studi anche in Francia.
Dalla passione a un lavoro con le persone che chiedono di fare questo percorso?
Esatto. A proposito di questo ho scritto alcuni anni fa un libro che parla di questo argomento: “Iniziazione alla terapia Karmica. Il viaggio che cambia la vita (ed. Mediterranee)”. Poi è seguito un altro lavoro dal titolo: “Iniziazione alla psicologia Karmica. Scopri chi sei stato e chi sarai (ed. Mediterranee)”. Questi sono tutti lavori legati alla reincarnazione, in modo particolare al lavoro con la terapia Karmica. Ci sono delle tecniche per risalire alle vite passate, compreso analizzare i sogni attraverso una visione un po’ più approfondita e aperta. Ho pubblicato un libro su: “Sogni ed evoluzione. Il mondo onirico tra Karma e destino (ed. Spazio Interiore)”.
È un percorso affascinante?
È assolutamente affascinante. Ci sono tra virgolette tanti che ne parlano, ma pochi che realmente lo sanno fare. È un tema talmente particolare, talmente profondo che ti tocca tantissimo, soprattutto se andando a sviscerare trovi delle connessioni particolari.
Bisogna però avere delle buone competenze?
La competenza è il requisito primario, altrimenti si rischia di fare confusione e non riuscire a dare professionalità. Io la inserisco sempre e soltanto in un contesto terapeutico, non si può fare in un contesto smart, ci vuole rigore e professionalità, è un percorso. Innanzitutto, bisogno conoscere la persona, comprendere che non abbia dei potenziali nuclei psicotici, magari nascosti, che possono esplodere con una regressione del genere. E comunque dopo, c’è sempre bisogno di un lavoro a posteriori su quanto è venuto fuori dalla regressione che non si può risolvere con una semplice stretta di mano a fine seduta. Sono assolutamente contrario a chi fa terapie di regressione One shot, ovvero mordi e fuggi.
Perché?
È molto pericoloso. È anche un percorso che non può essere inserito, almeno per ora, negli albi degli psicologi in quanto non considerata una terapia, poiché non ha nessun fondamento scientifico.
Ti senti un po’ uno stregone?
Sì, esatto. Ci vuole una grande apertura mentale per raccogliere questo.
La reincarnazione esiste?
Si! Se esiste la vita esiste anche la reincarnazione. È una delle poche verità che mi accompagna. Cosa ti rende così certo?
Le mie esperienze di vita personali e quelle di altre persone. Anni fa ero nella Valle di Patan: a un certo punto, ho iniziato a sentire un senso di soffocamento, tanto che ho perso i sensi. Prima di perdere i sensi avevo davanti a me delle fiamme, gente che scappava: pensa in quel posto secoli prima c’era stato uno dei più grandi incendi del Nepal. Considera che era tutto costruito in legno e morirono tantissimi monaci. Da questo momento ho iniziato ad avere molte intuizioni. Però non parlerei di certezza ma di consapevolezza.
Come la spieghi?
Non ho bisogno di spiegarla così come non ho bisogno di spiegare la morte. Se esiste l’una esiste anche l’altra. Sono legate insieme in un discorso esistenziale unico.
Veniamo al tuo ultimo libro: “Sesso Eroico Furore (ed. Spazio Interiore). In quest’opera parli di sesso e sessualità?
È un libro prima di tutto unpolitically-correct, ma proprio per questo in grado di smuovere il lettore in profondità, sgretolando blocchi e tabù, offrendo nuove prospettive, affrontando il disagio più o meno cosciente legato alla sfera del sesso e tramutandolo in potenziale evolutivo. È solo riprendendo la dimensione umana, viscerale, sporca, conflittuale, ma anche travolgente, eccitante, passionale del sesso che possiamo scoprire il valore della vita e della creatività presente in ognuno di noi.
Perché?
Il sesso è croce e delizia dell’umanità dalla notte dei tempi, ma in pochi ne conoscono il potenziale evolutivo e ancor meno sanno come sfruttarlo per operare una vera crescita interiore ed energetica. Affronto gli aspetti ancora oggi più spinosi e controversi – dall’immaginario all’identità sessuale, dal sesso nella terza età alle cosiddette perversioni – restituendo al sesso la sua dimensione di forza per la realizzazione personale e lo sviluppo sessuale attraverso la ricostruzione di un proficuo rapporto tra sesso ed evoluzione psicospirituale.
Il sesso è vita?
Beh, sì, da lì nasce la vita. Poi, è stato contestualizzato da etichette specifiche, si può essere: omosessuali, transessuali, bisessuali, eterosessuali, ma in realtà, secondo me, quello che importa non è con chi lo si fa ma la dose di piacere che arriva. Spesso nelle coppie si cade nel dovere. È questo ciò che uccide il piacere.
Secondo te, oggi, si abusa un po’ troppo di tutte queste nuove tendenze? Soprattutto del concetto di fluidità?
Credo che la fluidità sia un escamotage per dire io tutto sommato faccio quello che voglio e tu non mi puoi dire niente. Ho trattato in classe questo argomento. Scoprendo che poi alla fine quando si parla direttamente di ognuno di loro la fluidità come il poliamore non rientra poi tanto nelle loro modalità di pensare al rapporto con il proprio partner.
Spesso ci sono i pregiudizi che bloccano?
Le persone devono sentirsi libere di fare quello che vogliono riguardo alla sessualità. Se un uomo di 75 anni vive una vita felice con una 25enne, perché bisogna biasimarlo? Entrambi sono consapevoli della scelta che hanno fatto, ognuno ha la sua buona causa da perseguire, fosse anche una scelta di comodo per una vita agiata e lussuosa. Comunque, è una scelta consapevole.
Visto che fai l’astrologo … che ne sarà di noi considerando il momento che viviamo?
Non sarà un periodo facile, ci vorranno sicuramente degli anni per uscirne. Ho fatto le carte natali di Putin, Biden e Zelensky.
Cosa è venuto fuori?
Ognuno di loro ha degli aspetti, nella loro carta natale, molto particolari, ma del resto non mi meraviglio altrimenti non saremmo in questa situazione.
Da grande che cosa farai?
Vorrei lavorare in un circo!
Perché?
Lo amo moltissimo. Il circo è un universo fantastico dove coesistono culture diverse, dove c’è un senso dell’appartenenza molto forte, un rapporto intenso con gli animali e soprattutto non è di sfruttamento. Nel circo il rapporto uomo-animale è armonizzato dall’amore e dalla passione, dall’esserci l’un per l’altro, sebbene questo, molte volte, non emerge allo sguardo dell’altro.