Cinzia Sisti: L’arte e l’etica della chirurgia estetica

In un’epoca in cui l’immagine sembra essere tutto, incontriamo la dottoressa Cinzia Sisti, rinomata specialista in chirurgia estetica, per esplorare le sfide e le responsabilità di una professione tanto delicata quanto controversa. Il suo studio, luminoso e accogliente, riflette la sua filosofia: un approccio umano e rispettoso verso i pazienti.

Dottoressa Sisti, cosa l’ha spinta a scegliere la chirurgia estetica come specializzazione?

La mia scelta è nata dal desiderio di aiutare le persone a sentirsi meglio con se stesse. Tuttavia, fin dall’inizio, ho compreso che questo campo richiede non solo competenze tecniche, ma anche una profonda sensibilità etica e psicologica.

Quali sono le sfide principali che affronta nel suo lavoro quotidiano?

La sfida più grande è trovare il giusto equilibrio tra le richieste dei pazienti e ciò che è eticamente e medicalmente appropriato. Molti arrivano con aspettative irrealistiche, influenzati dai social media o da standard di bellezza poco naturali. Il mio compito è guidarli verso scelte consapevoli e risultati armonici.

Come gestisce le richieste eccessive o potenzialmente dannose?

La comunicazione è fondamentale. Dedico molto tempo al dialogo con i pazienti per comprendere le loro motivazioni profonde. Spesso, dietro una richiesta di un intervento eccessivo si nasconde un’insicurezza o un problema emotivo. In questi casi, non esito a consigliare un supporto psicologico prima di procedere con qualsiasi trattamento.

Quanto è importante l’aspetto etico nella chirurgia estetica?

L’etica è il pilastro della mia pratica. Non si tratta solo di migliorare l’aspetto estetico, ma di preservare e rispettare l’identità della persona. Il mio obiettivo è sempre quello di ottenere risultati naturali che valorizzino la bellezza individuale, senza stravolgere i lineamenti o l’essenza di una persona.

Come affronta la pressione sociale e mediatica che spinge verso canoni di bellezza spesso irrealistici?

È una battaglia quotidiana. Cerco di educare i miei pazienti sulla bellezza della diversità e sull’importanza di accettare le proprie caratteristiche uniche. Spesso mi trovo a dover “decostruire” ideali di perfezione irrealistici, promuovendo invece un approccio più sano e naturale alla bellezza.

Ci sono stati momenti in cui ha dovuto rifiutare di eseguire un intervento richiesto da un paziente?

Assolutamente sì, e non sono rari. Se ritengo che un intervento possa essere dannoso fisicamente o psicologicamente per il paziente, non esito a rifiutare. La salute e il benessere del paziente vengono sempre prima di qualsiasi considerazione economica o di compiacimento.

Come gestisce le aspettative dei pazienti post-intervento?

La gestione delle aspettative inizia molto prima dell’intervento. Sono sempre molto chiara sui risultati raggiungibili e sui possibili rischi. Dopo l’intervento, seguo attentamente il processo di guarigione, offrendo supporto costante. È importante che i pazienti comprendano che la chirurgia estetica non è una soluzione magica, ma parte di un percorso più ampio di cura di sé.

Qual è il suo approccio verso le nuove tecnologie e trattamenti nel campo della chirurgia estetica?

Sono sempre aggiornata sulle ultime innovazioni, ma adotto un approccio cauto. Ogni nuova tecnica o tecnologia deve essere valutata attentamente in termini di sicurezza ed efficacia a lungo termine. Non mi lascio trasportare dalle mode passeggere, preferisco tecniche consolidate e sicure.

Come affronta il tema della dipendenza da interventi estetici?

È un fenomeno preoccupante che richiede molta attenzione. Quando noto segnali di dipendenza, cerco di intervenire tempestivamente, proponendo un percorso di supporto psicologico. È fondamentale aiutare queste persone a ritrovare un rapporto sano con il proprio corpo e la propria immagine.

Quale consiglio darebbe a chi sta considerando un intervento di chirurgia estetica?

Il mio consiglio è di prendersi il tempo necessario per riflettere sulle proprie motivazioni. È importante scegliere un professionista qualificato e disposto a un dialogo aperto e onesto. Ricordate che la chirurgia estetica dovrebbe essere un mezzo per sentirsi più a proprio agio con se stessi, non per diventare qualcun altro.

Quali sono le soddisfazioni più grandi del suo lavoro?

La gioia più grande è vedere i miei pazienti ritrovare fiducia in se stessi. Non si tratta solo di cambiamenti estetici, ma di un rinnovato benessere psicologico. Quando un paziente mi dice che si sente finalmente a suo agio guardandosi allo specchio, so di aver fatto un buon lavoro.

Concludiamo l’intervista con la sensazione di aver esplorato non solo gli aspetti tecnici della chirurgia estetica, ma soprattutto il lato umano e etico di questa professione. La dottoressa Sisti ci ha offerto uno sguardo illuminante su un campo spesso frainteso, ricordandoci che la vera bellezza risiede nell’equilibrio tra estetica e autenticità. Il suo approccio, basato su etica, empatia e professionalità, rappresenta un faro di speranza in un settore talvolta oscurato da eccessi e superficialità.

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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