Vermi

Il 29 aprile a Teatro Trastevere debutterà lo spettacolo “Vermi”, testo e regia di Luca Lo Destro, con Laura Alferi, Carlotta Di Lorenzo e Stella Isoli. il testo portato in scena racconta che: Stella è una benefattrice che con un lieve massaggio alla pancia e attraverso la forza della preghiera cura una selezionata serie di sintomi che sono causati dalla presenza di vermi all’interno dello stomaco. Lei come la madre, la signora Rabbitto ormai defunta, ha il dono di poter debellare questa viscida presenza intestinale per intercessione stessa del potere taumaturgico di Dio. Carlotta non riesce a rimanere incinta e decide di tentare quest’ennesimo rimedio portando con sé la sorella Laura a darle manforte. Stella rivela subito la sua natura cordiale venata da una intemerata fede religiosa e da sprazzi di ribellione domestica che si esplicano nella liberatoria pratica della zumba. Laura e Carlotta appaiono come due contrari, l’una scettica e scontrosa, l’altra assertiva e conciliante ma nel corso del beneficio si evincono lievi distorsioni nella personalità delle ospiti che nascondono intenti diversi rispetti a quelli dichiarati. Un susseguirsi di rilevazioni, verità e atrocità porteranno alla soluzione finale che mostrerà il vero volto dell’estremismo religioso e le sue conseguenze. Luca Lo Destro ci racconta questo suo poderoso lavoro di drammaturgia e regia.

   

Debutterà con “Vermi”, di cosa parla?

Stella è una santona, una curatrice, una benefattrice che cura selezionate (dai vermi) malattie dello stomaco che sono la conseguenza della presenza di vermi che affliggono il malcapitato. La cura è la preghiera, la fede e un massaggio olistico. Due sorelle arrivano all’appuntamento, una delle due non riesce a rimanere incinta e tenta quest’ultimo tentativo, pare che i vermi blocchino la crescita del feto. Durante l’incontro si evincono, però, storture, idiosincrasie, riverberi da parte delle sorelle che non sono lì per il motivo dichiarato. Tra balli, violenze e rivelazioni si delineerà un’analisi caustica sulle contraddizioni dell’estremismo religioso.

Quanto è difficile scrivere una drammaturgia?

Molto. Fermo restando che senza un’idea chiara è impossibile. Con questa è plausibile. Lo sviluppo funziona se si riescono a evitare ipocrisie nella costruzione della trama ma come nella vita queste sbucano inconsapevolmente e allora è necessario il coraggio di tagliare, riscrivere, cucire, distruggere. È un lavoro di certo di pazienza, collettivo che si affida alla globalità dell’esperienza presente e tangibile dell’occasione della rappresentazione. Forse possono farlo tutti il punto è quanto ognuno riesca a mettere in discussione il proprio operato e se necessario odiarsi per questo.

Come ha scelto il cast?

Il cast è composto dalle attrici della compagnia La Clessidra di cui faccio parte. Laura Alferi, Stella Isoli e Carlotta Di Lorenzo sono le essenze sulle quali è stato costruito il testo. E l’assenza della fatica dell’adattamento sul nuovo e per il nuovo ha di certo contribuito a permettermi di osare nella scrittura e stesura dei personaggi.

Chi sono i personaggi?

Stella Isoli interpreta Stella la santona, la benefattrice, quotidiana, mistica, assuefatta dal fitness, Carlotta Di Lorenzo interpreta Carlotta la sorella che non riesce a rimanere incinta, assertiva, conciliante, disturbante, Laura Alferi interpreta Laura, la sorella che accompagna la sorella, miscredente, pungente, emotiva.

Quali sono i punti salienti di questo lavoro teatrale?

La tradizione del folklore popolare religioso, fondamentale e base dell’ispirazione, la religione ovviamente, la zumba, arte ancora poco ammantata d’arte.

Perché i vermi si impossessano dello stomaco di Stella?

È tutto il contrario. I vermi si impossessano (chissà se è vero, chissà se è finto) del credente, in Dio, nei vermi, che va da Stella per debellarli. Stella è un mezzo divino che ha questo dono divino e lei e poche come lei possono uccidere i vermi.

Quanti vermi dobbiamo ingoiare nel nostro essere nel mondo?

Troppi e sono tutti disgustosi. Poi il problema è la digestione, c’è chi la supera indenne, chi si fa contrarre dal dolore e ne paga le conseguenze per tutta la vita.

La vita porta anche a delusioni come la mancata gravidanza di Carlotta?

Certamente anche se nel caso di Carlotta non possiamo parlare di delusione.  La vita è un’immensa delusione, nasciamo già morti è abbastanza deludente, che cerchiamo di dimenticare con la felicità.

Eppure, oggi possiamo fare molto per arrivare ad avere un figlio?

È vero e nel testo c’è una piccola battuta elenco che discerne alcune soluzioni in merito. È attualissimo oltremodo il dibattito sull’etica della madre surrogata. Non mi dilungherò sull’argomento che richiede riflessioni lunghe e morigerate dico solo che i figli bisogna amarli e basta.

Vermi racconta la nostra società oppure?

La nostra società ovviamente ma in generale tutte le società passati, presenti e future e lontane e vicine corrose dall’estremismo religioso mezzo di distruzione di massa spirituale e non solo, ma anche in maniera schifosamente paradossale fisica.

Scetticismo e scontro quanto sono radicati nel nostro quotidiano?

Beh, abbastanza e per certi versi è positivo il fatto che non ci vergogniamo più di mettere e metterci in discussione quindi di essere scettici e di conseguenza di scontrarci. Questo ci permette di assolutizzare il nostro spirito critico e di discernere dunque con ancora più precisione e dovizia ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. La credulità in eccesso è il prodromo dell’atroce e dello scontro che diventa morte. Lo scontro può essere sinonimo di incontro se diventa mezzo per il dialogo e la comprensione.

Che cosa abbiamo perso nell’incontro con l’altro?

Tutta la spontaneità del predigitale e soprattutto del pre-covid. Le conseguenze sociali del covid si stanno dissipando ma il digitale continua ad attecchire con vigore accecante il sostrato della condivisione umana. Anche qui è una questione di coraggio, cedere alle lusinghe della vita bomboniera del multiverso o rimanere ancorati alla vita squallida ma viva che ci permette ancora di guardarci negli occhi?

Perché la Sicilia?

La Sicilia è un florilegio di folklore religioso, di pratiche secolari mistiche, di credenze al limite del surreale, di miracoli veri o presunti. Tomasi di Lampedusa diceva che tutte le manifestazioni siciliane sono manifestazioni oniriche, Antonioni ci ha inventato lo straniamento in Sicilia. Il testo nasce dalla mia esperienza sotto le mani di una santona che cura i vermi. Ho tastato l’esperienza taumaturgica del cristianesimo e ho domandato a iosa su ogni aspetto del trattamento. La Sicilia sa come ispirarti se riesce a guardarla nel profondo.

Chi sono i suoi compagni di viaggio?

Stella Isoli, Carlotta Di Lorenzo, Laura Alferi, Valerio Scarciofolo della Compagnia La Clessidra tangibili compagni d’arte e poi tutti colori, i quali hanno formato l’essenza di ciò che sono che guidano il mio spirito e muovono le mie membra.

Andrete in tour?

Al Trastevere testiamo la validità della prima. Appurata questa delineeremo i movimenti futuri.

Progetti 2023?

Carlotta Di Lorenzo è in fase di stesura di un testo che si rifà alle meravigliose poesie di un eccellente autore persiano. Ai posteri l’ardua sentenza.

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