“Tutti felici tranne me” scritta da Maurizio Canforini va in scena dall’11 al 13 novembre allo Spazio Arteatro per la regia di Alessia Tona. Interpretata da Giovanni Alaimo, Maurizio Canforini, Eleonora Lipuma, Laura Sodano e Alessia Tona. La commedia racconta di Leonardo che è stato appena mollato dalla sua compagna per un maestro di Zumba, odia la felicità altrui sbandierata su Facebook ed è per questo motivo preso in giro dalla sua collega Sofia, che a sua volta non riesce a smettere di essere l’amante infelice di un uomo “impossibile”, con tutte le frustrazioni che ne conseguono. Laura, invece, ha appena archiviato una relazione ed è pronta a rimettersi in gioco, stando bene attenta però a scegliere finalmente l’uomo giusto. A trovarle una nuova casa è stata l’agente immobiliare Anna, che conduce con il proprio Andrea una serena e fin troppo prevedibile esistenza. Un’innocente foto postata sui social farà incrociare le esistenze dei cinque protagonisti con esiti imprevisti e sorprendenti…
“Tutti felici tranne me” è una commedia che indaga le relazioni sentimentali 2.0 in cui realtà e “realtà virtuale” spesso si sovrappongono senza coincidere mai. Insomma, uno spazzato di vita quotidiana narrata con la simpatia, l’ironia, la consapevolezza che Maurizio Canforini è riuscito ad amalgamare in questa sua sceneggiatura. Dialogando con lui comprendiamo gli algoritmi intensi di questo suo lavoro.
Così per iniziare: chi è Maurizio Canforini?
Sono uno scrittore, attore e autore teatrale.
Ma lei: è felice?
La felicità come condizione esistenziale permanente è impossibile. Esistono gli attimi di felicità. E confesso di aver la fortuna di viverne parecchi.
Come nasce l’idea di scrivere “Tutti felici tranne me”?
Otto anni fa, al termine di una giornata storta commetto l’errore di “fare un salto” su Facebook e mi ritrovo la felicità altrui, vera o presunta tale, sbattuta in faccia attraverso foto, post, condivisione di video. “Ammazza, qui sono tutti felici tranne me!” ho esclamato. E subito dopo, però, ho pensato: “Ma sarà davvero così?”. La risposta a questa domanda è stata la scrittura della commedia.
Scrivere e interpretare un lavoro teatrale quanto è emozionante?
Moltissimo. Quando scrivi sei in compagnia della tua fantasia e, se la storia funziona, a un certo punto i personaggi cominciano a vivere di vita propria. Da tua creazione diventano compagni di viaggio, amici. Una volta in scena, invece, la magia è nel rapporto che si instaura con il pubblico. Sentirlo ridere a una tua battuta è sempre una gioia incontenibile.
Leonardo, invece, chi è?
È uno scottato dall’amore che nasconde il proprio dolore dietro lo scudo del garbato cinismo.
Che cosa ha di speciale maestro di Zumba?
Ha il fascino dell’esotico, anche se è di Focene.
Chi odia la felicità altrui sbandierata su Facebook?
È Leonardo a vivere questo sentimento.
Quanti maestri di Zumba catturano le allieve?
Non lo so, bisognerebbe mandare un istituto di statistica nelle palestre … ahahahahah.
Sofia l’amante infelice di un uomo “impossibile”, con tutte le frustrazioni che ne conseguono come si coniuga in questo lavoro teatrale?
È la collega e amica di Leonardo, che ha il difetto di innamorarsi sempre degli uomini sbagliati.
Quante Sofia ci sono nella nostra società?
Moltissime, purtroppo per loro.
E poi c’è Laura, che ruolo interpreta?
È un’insegnante di Gyrotonic che ha appena avuto il coraggio di lasciare un uomo che non amava più e ora è pronta a rimettersi in gioco.
Ancora una volta i social rompono un equilibrio, incrociando le esistenze dei cinque protagonisti, che cosa accade?
L’evento apparentemente più innocuo del mondo: due amici che si fanno un selfie e lo postano su Instagram.
I social quanto sono incastonati nella nostra vita?
Purtroppo, i social sono diventati parte integrante della nostra vita, con tutto ciò che ne consegue.