Trybe: una tribù umana dove l’incontro è gratitudine

Conoscere sé stessi è da sempre ricerca e desiderio, viatico e attesa, conoscenza e sorpresa dove l’introspezione è il mezzo affinché possano essere tacitate le divagazioni del pensiero, per oltrepassare i limiti dei sensi, raggiungendo le fonti profonde della vita entrando così in contatto con la propria essenza, il proprio assoluto.  Nello Yoga impari a tendere il tuo arco: trasformando la traiettoria in crescita affinché l’equilibrio possa essere la terra di mezzo dove trovare il proprio spazio vitale, la propria linfa generatrice. In fondo lo “Yoga è vigore nel rilassamento. Libertà nella routine. Sicurezza attraverso il controllo di sé. Energia in presenza e in assenza (Ymber Delecto)”, è la inafferrabile alchimia del tutto nel nulla e del nulla nel tutto che richiama la vita umana in tutta la sua declinazione. Francesca Senette ci racconta la sua esperienza che si schiude passo dopo passo in un orizzonte rassicurante, in un qui e ora ristoratore, nutritivo e progettuale.

 

Cara Francesca, grazie per questa intervista ne sono felice. Siamo molto curiosi di conoscerti. Da giornalista a maestra di Yoga, scrittrice, lifestyle coach, perché questo cambiamento?

Un cambiamento nato un po’ per caso. Tempo fa ho frequentato un corso di coach all’Accademia della felicità. Sono appassionata di psicologia. Era il percorso di studi che avrei voluto seguire ma all’epoca, psicologia, era solo a Padova, per mia madre era impensabile che io mi allontanassi da Milano per andare a studiare. Però è sempre stata, la psicologia, il mio pallino.

Quindi, cosa accade?

Ho avuto la fortuna di incontrare il coaching, in qualche modo ha nutrito la mia passione riguardo all’ascolto dell’altro. Mi sono formata come coach.

E la scrittura?

La scrittura arriva legata al mondo del giornalismo. Il primo libro l’ho scritto quando facevo la giornalista, durante la mia prima gravidanza, avevo ideato un format dove raccontavo in diretta su Sky l’esperienza che stavo vivendo con la gravidanza. Mi contattò Feltrinelli per scrivere il primo libro, mentre il secondo è nato come tesina per il Master, poi è diventato un libro.

Ma c’è di più, arriva il mondo dello Yoga?

La maestra di Yoga nasce un po’ per caso. Capitai a una lezione pensando fosse zumba. Rimasi per educazione e poi ho scelto di approfondire. Ho fatto un corso con l’idea di imparare delle cose che mi sarebbero servite per scrivere come giornalista di Yoga. Ho scritto il libro per il Master, presentandolo online perché c’era il Covid-19. La cosa piacque molto e mi chiesero di proporre delle lezioni online. Da lì è iniziata la mia tra virgolette “carriera” di Maestra di Yoga.

Quando è entrato lo Yoga nella tua vita?

Dopo la nascita di mio figlio Tommaso, ormai quasi nove anni fa. Un po’ per caso, ma lentamente e inesorabilmente è diventato una parte importante della mia vita.

Che cos’è lo Yoga per te?

È una disciplina che mi ha dato una direzione, una nuova prospettiva all’interno della quale collocare le mie abitudini di vita. Mi ha aiutato a dare un senso alla già esistente corretta alimentazione, al rapporto con gli altri, all’attenzione e all’ascolto su me stessa. Lo Yoga per me è la bussola. Il nord della mia bussola.

È vero che può cambiare la vita?

Nel mio caso l’ha cambiata. Come è successo a me può succedere ad altri.

Perché?

Perché ti fornisce gli strumenti, come il giogo per gli animali, ti dà lo strumento per lavorare meglio con te stessa, fornendoti la chiave per provare ad ascoltarti scoprendo cosa va o non va dentro di te.

 

Che cosa rende una persona in armonia con sé stessa e con l’altro?

L’ascolto delle parti buie, delle zone di luce e degli angoli difficili oltre che delle parti positive, in altre parole: la consapevolezza. Essere verità a sé stessi.

Che cos’è la consapevolezza?

L’essere presente, non nascondersi, e guardare quello che c’è per com’è. La verità.

Come si raggiunge?

Con l’ascolto, con la fatica, con l’autodisciplina.

La pandemia ti ha fatto generare un progetto importante, vuoi parlarcene?

Trybe è un progetto che è nato durante la pandemia, insieme alle mie due grandi amiche Benedetta e Camilla, compagne di corso e formazione sullo Yoga. Trybe nasce dalla voglia di trovare, creare un hub, una piattaforma, nella quale convergere le richieste e la soddisfazione delle stesse, rispetto a tutte le tematiche di wellbeing guidate dal mindset dello yoga.

Che cos’è Trybe?

È una vera e propria “tribù urbana” che include, genera, nutre, sostiene, offre, condivide e soprattutto ama attraverso tutte le discipline dello yoga. È un luogo dove costruire il proprio percorso di benessere fisico e mentale, grazie al supporto di professionisti esperti.

Che cosa offre Trybe?

Trybe vuole offrire alle aziende e agli hotel tutti i servizi necessari per portare benessere all’interno della loro realtà o anche a distanza con videocorsi. Infatti, Trybe offre lezioni – online e offline – video corsi, corsi di meditazione e mindfulness, retrat online e offline, consigli di alimentazione corretta legata ad un’esclusiva delivery, la possibilità di avere a disposizione professionisti in grado di offrire pacchetti di mental health in termini di mindfulness e di yoga per i loro dipendenti – oggi necessario più che mai – oltre ai props, al merchandising e a tutto ciò che ha a che fare con il mondo dello yoga.

Chi sono i fruitori?

Come ho detto aziende e alberghi che possono anche non avere lo spazio fisico per ospitare tappetini e lezioni, ma possono fornire un servizio personalizzato per avere contenuti realizzati da insegnanti Trybe in tutte le lingue.

Come ci si iscrive?

Sia su Instagram sia su Linkedln, ma nel nostro sito ci sono tutte le informazioni.

“Il piccolo libro dello Yoga” è il tuo ultimo lavoro, vuoi parlarcene?

È nato come tesina per il mio Master in Yoga, da giornalista non riuscivo a condensare tutto in un argomento così ho deciso di fare un piccolo vademecum, non vuole essere un trattato di Yoga.

Qual è la tua parola maestra?

La mia parola maestra è grazie, gratitudine. Gratitudine è la parola che ho scritto nella collana che porto anche adesso mentre parlo con te. Gratitudine sono le parole che compaiono nel mio profilo IG sotto la bio. Gratitudine è quella disposizione del sorriso, del corpo, della mente, del cuore di una persona che è consapevole di quello che ha e ne è fiero.

Nella nostra società, dove la felicità è narrata nei social, è possibile trovare uno spazio intimo per sé stessi?

Ma si certo. La felicità è quello che vogliamo far vedere, poi come stiamo lo sappiamo quando siamo da soli.

L’unione tra mente e corpo in questo momento storico così difficile è realizzabile?

Passando attraverso la pratica che ti consente di trovare l’equilibrio attraverso gli asana. L’equilibrio che troviamo nelle posizioni è un equilibrio che si riflette nella nostra energia sottile, a livello più profondo. Poiché l’allenamento è sul tappetino ma la partita vera è la vita. Lo Yoga è utile se ci serve nella vita.

La gratitudine c’è ancora?

È la mia parola maestra, c’è ma bisogna risvegliarla.

E la gentilezza?

È rispettarsi. Ascoltarsi. Fare quello che è giusto prima di tutto per noi e conseguentemente per gli altri: namaste. Riconosco e onoro il divino che c’è in te.

Che cos’è per te la bellezza?

La bellezza è shri, è lo stupore dei bambini davanti a tutto quello che di bello c’è e dove non lo scorgi devi scorgerlo.

Il perfetto è imperfetto oppure?

Less is more. Perché quando sei consapevole e grata per quello che hai non vuoi di più.

Un sogno?

La mia casa sulla spiaggia, io anziana che cammino per mano con il mio adorato marito. I miei figli felici e realizzati che vengono a trovarci con la loro piccola (o grande) tribù.

Da grande cosa farai?

La nonna che continua a insegnare e scrivere di Yoga, a vivere e sognare Yoga, a viaggiare per il mondo praticando Yoga.

Vuoi aggiungere altro?

Grazie di cuore, ciao.

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