Sebben che siamo donne

Al Teatro Trastevere in Roma andrà in scena lo spettacolo “Sebben che siamo donne” per la regia di Gabriela Alejandra Praticò dal testo di Francesca Targa. Tra gli interpreti troviamo Floriana Corlito, Lucia Ciardo, Massimo Folgori, Elisa Mascia, Francesca Targa, Matilde Tursi.

Ci sono argomenti che diventano iconici di un tempo storico. Ai posteri, il nostro tempo diverrà sinonimo delle molte battaglie che abbiamo intrapreso, o anche solo ignorato, come quella del clima, dell’inclusione, o del femminismo. Ma il rischio che corrono gli argomenti iconici di un’epoca è che non siano più incisivi e urgenti come dovrebbero essere. La gente diviene come anestetizzata a certe tematiche e restia a continuare ad ascoltare. Nonostante le vittorie del femminismo, le violenze sulle donne permangono, così come molte altre errate convinzioni patriarcali che, senza accorgercene, sono ben radicate anche nel nostro tempo. Ciò evidenzia il fatto che il femminismo non è diventato affatto uso e costume della nostra società.

In fondo “gli uomini sono fatti in un modo e le donne in un altro”: se ognuno rispetta il proprio ruolo e le proprie differenze tutto va bene. Ma è proprio così?

Perché generazioni di italiani studiano ancora su libri di storia dove le donne sono al massimo sono “mogli di”, ma incapaci di un pensiero autonomo e divergente? Perché generazioni di donne sono cresciute e crescono pensando che il loro valore sia direttamente legato al gradimento maschile? A queste e a molte altre domande lo spettacolo “Sebben che siamo donne” cercherà di dare risposte, spiegando che il femminismo non è affatto un movimento anti uomo, né il contrario di “maschilismo”.

Incontreremo figure storiche di grandi donne che hanno segnato le tappe più significative del movimento femminista, ma non mancheranno incursioni nell’attualità, nei fatti che ci interessano tutte, come il semplice uscire da sole la sera o il tema della maternità. Un viaggio emozionante nella storia di una battaglia che coinvolge tutti, ci interpella, ci include, perché allarga i diritti e quindi ci rende più liberi.

Quali sono gli argomenti iconici del nostro tempo menzionati nel testo?

Il femminismo, la maternità, i machismo, la presa di coscienza di cosa sia successo tra uomini e donne nel corso dei secoli.

Qual è il rischio che corrono gli argomenti iconici di un’epoca?

Di essere ormai dati per scontati e addirittura di essere additati come obsoleti, noiosi, superati. Ma le cronache e la vita si tutti i giorni ci dimostrano che non è affatto così, nemmeno nelle società occidentali “evolute” come la nostra.

Perché le persone possono sembrare anestetizzate a certe tematiche?

Per pigrizia, comodità, ma soprattutto per paura di sembrare aggressivi. I più scettici considerano pil femminismo un movimento di donne arrabbiate che vogliono essere superiori agli uomini.  I più progressisti, lo ritengono comunque un qualcosa per lo più pensato esclusivamente per le donne per molto tempo schiacciate dal dominio patriarcale. In questo quadro l’idea che più ha catturato il nostro immaginario è che le donne vogliono quello che hanno gli uomini. Niente di più sbagliato! Le femministe chiedono di occupare lo spazio per molto tempo riservato solo ed esclusivamente agli uomini non per sostituirsi ad essi nella catena di comando. Il loro obiettivo è molto più radicale e visionario. 

Nonostante le vittorie del femminismo, quali problemi persistono oggi?

Anzitutto la mancanza di vera sorellanza tra le donne che spesso sono le prime a farsi la guerra e a ostacolarsi, convinte che la cosa abbia persino delle spiegazioni antropologiche . Si tratta invece di una convinzione falsa, frutto di secoli di patriarcato che ci ha educate alla competizione ed alla gelosia tra di noi. Basti pensare che spesso le critiche più feroci alle donne provengono proprio da altre donne.

Cosa evidenzia il fatto che il femminismo non è diventato uso e costume della nostra società?

La nostra è ancora una società patriarcale. Una società nella quale gli uomini continuano a godere di privilegi esclusivi come la libertà di passeggiate da soli la notte senza problemi, di dedicarsi più alla carriera e meno alla famiglia (propria o di origine), di sentirsi rispettati e stimati anche se scelgono di non avere figli, di vivere liberamente la propria sessualità…. Bisogna porre fine al sessismo, allo sfruttamento e all’oppressione (il patriarcato) a cui tutti – sia uomini che donne – siamo stati addestrati sin dalla nascita e che si manifesta attraverso istituzioni politiche, economiche e sociali che favorendo il genere maschile a discapito di tutti gli altri si traduce negli svantaggi, nelle barriere, nelle privazioni e nei pericoli che le donne affrontano quotidianamente.  L’obiettivo è, dunque, una ristrutturazione complessiva della società che ci liberi tuttə da ogni traccia di sessismo e dalle sue sciagurate conseguenze. 

Quale stereotipo viene menzionato riguardo alle differenze tra uomini e donne?

Lo stereotipo dell’uomo che odia le donne, del padre padrone, del libertino, del molestatore, della donna che si sacrifica per il bene altrui e che quando sceglie la propria libertà,  inevitabilmente si ritrova di fronte a pregiudizi, minacce e ricatti emotivi.

Qual è la critica mossa ai libri di storia riguardo alla rappresentazione delle donne?

Nei libri di storia le donne sono molto spesso rappresentate come “,mogli di”, “figlie di”, “madri di”…. Sono davvero rare le eccezioni. Persino la grande Marie Curie, primo premio Nobel femminile, viene spesso ricordata come moglie di Pierre Curie….e in molti abbiamo completamente dimenticato donne straordinarie come Sibilla Aleramo o Elena Angeloni.

Quale convinzione problematica viene evidenziata riguardo al valore delle donne?

Le donne sono ancora vittime di moltissimi pregiudizi. Una donna aggressiva è poco femminile, una che vuole fare valere i propri diritti è aggressiva, una donna pensierosa è una musona….E le donne sono ancora convinte di essere troppo poche, troppo piccole  per far sentire la propria voce e quasi si scusano quando qualcuno porta avant uni discorso contro il patriarcato. Basti pensare la film della Cortellesi che si è accaparrato molte critiche dal mondo femminile.

Cosa cerca di spiegare lo spettacolo “Sebben che siamo donne” riguardo al femminismo?

Che le cose possono cambiare, ma per farlo dobbiamo prendere coscienza del ns valore, della sorellanza e fare capire anche agli uomini il peso della memoria del dolore che ci portiamo dentro. Il senso del pericolo spesso ci viene proprio dai ns simili dall’ altra meta’ del cielo.

Quali tipi di figure storiche verranno presentate nello spettacolo?

Donne straordinarie che abbiamo dimenticato. Come Piscopia, la prima donna laureata della storia, o Isadora Duncan, maestra di una nuova idea di danza e simbolo di una esistenza all’insegna della libertà.

Oltre alle figure storiche, quali temi attuali verranno affrontati nello spettacolo?

Il tema della sicurezza, del rapporto con gli uomini e con le istituzioni e il tema della maternità, voluta e non voluta.

Come viene descritto il viaggio proposto dallo spettacolo?

Un viaggio nel tempo, attuale e non, che si mescola a tal punto da far notare come le storie del passato siano incredibilmente attuali. Ci sono state donne che con le loro scelte e le loro azioni hanno anticipato coraggiosamente i tempi, pagando prezzi altissimi e sono diventate icone del femminismo.

Perché si afferma che la battaglia del femminismo coinvolge tutti?

Perché i cambiamenti si fanno insieme, uomini e donne. Il  femminismo amplia i diritti di tutti e pertanto è un movimento globale.

In che modo il femminismo ci interpella e ci include, secondo il testo?

Ponendoci domande importanti come questa: “ha ancora senso essere femministe oggi,?” La risposta è si. Essere femministi oggi ha ancora un valore immenso. Perché il salto della coscienza storica prodotto dal femminismo non si esaurisce con una generazione. I ruoli e le identità di genere, il rapporto di potere tra i sessi, non appartengono alle leggi immutabili della natura, ma alla storia, alla cultura, alla politica, e come tali possono essere modificate.Perché il femminismo ha portato la riflessione e la presa di coscienza sul corpo, sulla sessualità, sulla violenza che si annida nei rapporti più intimi, sulla maternità, cioè sulle esperienze che, lasciate per secoli fuori dalla storia, conservano più a lungo l’eredità del passato.Perché ha legittimato le donne a riconoscersi come persone e non solo nei ruoli funzionali al benessere di altri.

Quale effetto positivo viene attribuito all’allargamento dei diritti promosso dal femminismo?

La possibilità per le donne di vincere su pregiudizi ancora duri a morire e la possibilità per gli uomini di vivere appieno le proprie emozioni. La cultura dominante ci dice infatti che c’è un solo modo di essere uomini. L’uomo deve essere sicuro di sé, autorevole, non deve mai manifestare emozioni e debolezza, può fare quello che vuole senza dover chiedere mai. Ma la verità è che esistono tanti modi di essere uomini, e sono tutti migliori di questo. L’a maggior parte dei problemi personali, relazionali, professionali che gli uomini hanno derivano da quello stesso sistema patriarcale e gerarchico che i femminismi per anni hanno descritto e analizzato. E ci mostra come questi possano essere utili anche agli uomini per riconoscere e decostruire le dinamiche di forza che li costringono in questa situazione.

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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