Razza Canara

Dal 16 al 19 marzo 2023 al Teatro Trastevere sarà in scena: “Razza Canara” di Alessandro Canale con la regia di Emanuele Cecconi e Valerio Palozza. Un cast senza dubbio eccellente darà vita a uno spettacolo coinvolgente e denso di spunti di riflessione. La trama si rintraccia nel comunicato stampa che recita: “Roma, una città da sempre teatro di delitti terribili e mai chiariti, fa da sfondo a cinque incredibili storie efferate, raccontate in prima persona e in modo tragicamente spiritoso dagli stessi assassini che questi delitti hanno commesso. Cinque individui diversi, uniti da un istinto comune: il totale disinteresse per le regole della collettività e la spietata adesione ad una propria etica personale che ritengono più sana, più giusta, più alta. Un istinto comune che li rende una razza a parte: la razza canara”. Tutto ciò porta inevitabilmente a riflettere su tutto l’accadere della vita e dei destini umani. L’autore, Alessandro Canale, ha dichiarato in un’intervista: “Una trentina di anni fa Roma fu teatro di un efferato fatto di sangue il cui responsabile, per motivi lavorativi e topografici, venne ribattezzato il Canaro della Magliana. Il delitto di cui si era reso colpevole era stato così cruento che ero sicuro mai avrei potuto né condividerne le cause né tantomeno comprenderne la reazione. Ma mi sbagliavo. Perché il Canaro, intervistato con morbosa insistenza dalla stampa romana, approfittò di ogni occasione per raccontare le angherie, le vessazioni, le umiliazioni che aveva subito per mano della vittima, finendo sempre per assolversi a causa di una specie di legittima difesa esistenziale. Bene, alla fine di quell’affabulazione reiterata, il Canaro aveva fatto una nuova vittima…il sottoscritto. Che non solo lo capiva, ma gli dava perfino ragione, convinto che al posto di quel poveretto chiunque si sarebbe comportato così. Per fortuna, quell’ infatuazione empatica non è durata tanto e al mio rinsavimento è nata l’idea di Razza Canara. Una genìa di esseri umani deviati che hanno compiuto delitti davvero inqualificabili ma che cercano di trascinare subdolamente voi spettatori all’interno del proprio modo di pensare, per trasmettergli i propri punti di vista, i propri valori, la propria etica personale. Non so se ci riusciranno, ma se alla fine dello spettacolo quegli assassini non vi procureranno l’orrore, il ribrezzo e il disprezzo che meritano, ma una velata forma di simpatia, sappiate che hanno appena fatto una nuova vittima”. Abbiamo intervistato uno dei due registi che ci conduce all’interno di questo lavoro teatrale ormai più volte sulla scena. Così ci racconta Emanuele Cecconi.

      

Il 16 marzo debutterà “Razza Canara”, di cosa parla?

In realtà non è un debutto, questa è la quarta volta che lo portiamo in scena con grande soddisfazione. Ci sono persone che lo hanno visto 3 volte e ci hanno già prenotato i biglietti per questa ripresa.  Il testo parla della differenza fra etica condivisa e morale privata. “Razza Canara” sono 5 personaggi che raccontano 5 storie…5 storie criminali, 5 fatti efferati di violenza inaudita pensati, meditati, progettati con cura e poi messi in opera con spietatezza. 5 storie criminali che descrivono i 5 protagonisti ponendoli al di sopra, o al di sotto ma sempre fuori dalle regole del vivere civile. Ovviamente sono 5 storie create dall’autore “Alessandro Canale” che lasciano spazio anche ad una certa comicità grottesca che è propria del “male” prima che questo si manifesti in tutta la sua virulenza. 5 storie inventate quindi ma, viste le pagine di cronaca nera, del tutto verosimili.

Che cosa è la “Razza Canara”?

È una “razza” d’individui che vive fuori dagli schemi e dalle regole civili e lo fa, secondo l’autore, per DNA. Sono anime malnate, dove il germe del male è un tratto genetico.

L’opera è di Alessandro Canale, quale messaggio l’autore vuole mandare?

Io e Valerio Palozza, ci siamo confrontati spesso con l’autore e lo voglio citare letteralmente: “Si deve stare attenti. Perché se la razza Canara ti parla e la si segue nei ragionamenti, ti fotte e alla fine ti tira dalla sua parte. La razza Canara è la nostra parte peggiore. È sempre in agguato. Seguiamo l’etica condivisa fino a che non ci toccano. Poi entra in campo la morale…ma la nostra.”

Perché Roma, è una città da sempre teatro di delitti terribili e mai chiariti?

Non è Roma. Non mi sento di dare questa “stigmate” a questa città. Ogni città ha il suo lato oscuro e sono esattamente lo specchio dell’essere umano. Ogni “agglomerato urbano” che sia città o paese, è fatto a immagine e somiglianza della comunità che lo abita. La domanda potrebbe essere: Perché un individuo o un gruppo di individui ad un certo punto decide di propendere per il male?

La regola che cosa è? Che cosa rappresenta?

È una domanda particolare che meriterebbe più spazio. Se guardiamo l’etimologia, “Regola” significa “guidare dritto”, allora la cosa da chiedersi è “che cosa si intende per dritto?”. Un tempo pensavo che gli esseri umani tendessero al bene, oggi sono convinto che il confine tra bene e male non esista anzi, bene e male si mescolano nell’animo umano esattamente nelle stesse quantità. La differenza allora la fa l’attenzione che si pone a cosa ascoltare. Tutto questo poi si lega alle storie personali, alle morali dominanti, alle comunità che si creano. Ci sono regole religiose e laiche…insomma alcune regole sono fatte per essere rispettate altre sono fatte per essere superate.

Ci sono ancora regole in questa nostra società 2.0?

Si, ovvio. Siamo sempre gli stessi, non siamo cambiati poi molto. Per cultura personale e per uno studio artistico ebbi modo di studiare dei diari che raccontavano cronologicamente tutto ciò che avveniva a Roma dal 1844 al 1870 (Cronache di Roma di Nicola Roncalli) pieno Risorgimento. Siamo gli stessi, cambiano le dinamiche forse ma alla fine non c’è molta differenza.

Perché le regole sono importanti?

Non saremmo mai in grado di vivere nel Kaos che non è Anarchia. Abbiamo bisogno di codici perché la vita è troppo grande. Il Kaos è qualcosa che ti concedi a piccole dosi.

Qual è l’etica della persona che si macchia di delitti efferati in “Razza Canina”?

Io posso parlare dei personaggi che rappresento sul palco. In “Razza Canara” i protagonisti si convincono di aver fatto giustizia, ma la realtà è che cercano di mascherare la propria tendenza al male, il proprio piacere nel fare il male che li rende al di sopra degli altri.

Che cosa rappresenta per Roma il Canaro della Magliana?

Ua storia molto triste.

Quanto questo delitto ha segnato la storia romana?

Beh, credo che abbia fatto epoca. Ma se posso permettermi una battuta che poi battuta non è, credo che Roma sia stata segnata molto di più dall’omicidio di Giulio Cesare.

E poi Simonetta Cesaroni, Emanuela Orlandi di cui ancora non sappiamo nulla a distanza di quasi 40anni, Mirella Gregori e tanti altri?

Sempre per cultura personale ho avuto modo di studiare diversa saggistica sui famosi “anni di piombo”. Queste sono storie molto tristi, c’è gente che ancora sta soffrendo e io non voglio in alcun modo mancare di rispetto a questi dolori dando delle risposte generaliste in un contesto come quest’intervista che dovrebbe essere propedeutica per il nostro spettacolo, dovrei scendere nei particolari e non credo sia giusto in quest’ambito.

Che cosa il Canaro ha narrato di sé?

Beh, ricordo che la cosa che più mi interessò quando, per studiare i personaggi del testo di Canale andai a rileggere la storia del Canaro, fu che le dichiarazioni di De Nigri erano tutte permeate di un senso di “giustizia”. In realtà si trattò “solo” di un atto di vendetta criminale perpetrata ai danni di un altro criminale.

Il Lombroso, di fronte a tutto questo, che cosa avrebbe detto?

Per quanto riguarda “Razza Canara” direi che avrebbe confermato le sue teorie sulla “genetica del male”.

Perchè c’è sempre tanta violenza?

Se poniamo la violenza come conseguenza del male, allora non c’è scampo, la risposta è che è qualcosa che risiede negli uomini. Per questo io mi sforzo sempre di pensare ad un mondo più giusto per tutti. Là dove si vive nella precarietà, nella costrizione, nella povertà è molto più facile alimentare la “razza Canara”. Guardiamoci intorno e poi guardiamoci dentro.

Chi sono i suoi compagni di viaggio?

Sono attori fantastici e buoni amici: Silvia Agusti, Federico Mastroianni, Alessandro Capone. Poi ci siamo io e Valerio Palozza con il quale ho condiviso la regia.

Che cosa si aspetta dal pubblico?

Quello che mi aspetto sempre, che venga predisposto ad ascoltare una storia.

Andrete in tour?

Se qualcuno volesse investire su di noi e su questo testo volentieri. Per ora non sono previste date “fuori porta”.

Progetti 2023?

La Piano Zero Teatro sta lavorando per la stagione estiva, se avrete la pazienza e la volontà di seguirci sui nostri canali social sarete informati prontamente.

Vuole aggiungere altro?

Un ringraziamento per la visibilità e l’attenzione che ci avete dimostrato da parte mia e di tutta la Piano Zero Teatro.

 

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