Il discorso sul tempo porta a percorrere un viatico denso di significati che si intrecciano nella tela della vita costruendo un itinerario che, a volte, sorprende, rapisce e conduce a riflettere. In fondo “anche l’ora più nera ha solo 60 minuti (Morris Mandel)”, ma in quel tempo si gioca la partita della vita in un andirivieni che diventa storia, incontro, possibilità. Se ci pensiamo bene “è il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante (da Il Piccolo Principe)”, altresì “Fuori in 60 minuti” ci aiuta a porre lo sguardo e il pensiero sul cambiamento con ironia e leggerezza. Che si voglia o no siamo in un momento di grande trasformazione, dove con il passato condividiamo solo il pensiero storico, con il futuro il possibile in un presente che spesso è inafferrabile. Marco D’Angelo e Manuel Plini ci regalano una commedia intensa, delicata e vivace, riflessiva e ironica, leggera seppur pungente, dove il tempo si fa spartiacque del possibile e pone l’accento sul passato, il futuro e il presente. Potremmo pensarla un po’ come Alice e chiedere al Bianconiglio: “Per quanto tempo è per sempre?” tanto da sentirci rispondere con: “A volte, solo un secondo (Lewis Carrol)”. In tutto questo e in molto altro ancora è racchiuso il messaggio forte che i due autori e attori vogliono dare al pubblico con: “Fuori in 60 secondi”. Marco d’Angelo ce lo racconta.
Caro Marco, il 3 luglio al Festival Teatro Marconi ci sarà il debutto di “Fuori in 60 secondi”, noi siamo curiosi e vogliamo sapere qualcosa. Chi sono gli interpreti?
Gli interpreti siamo io, Marco D’Angelo e Manuel Plini, in arte siamo “I Poi Ve Lo Dico”.
Ovvero chi siete?
Siamo un duo comico, nato nel 2010.
Dove vi siete formati?
Ci siamo formati nella scuola di arti sceniche diretta da Enrico Brignano.
Che cosa fate?
Facciamo spettacoli di cabaret e opere teatrali, delle commedie all’insegna della risata e dell’ironia.
Fate tutto voi?
Ebbene si! Siamo autori, interpreti e registi dei nostri spettacoli. Non è tutto: ci occupiamo anche di costumi, musica e scenografia.
Un pacchetto completo, perché?
Per cercare di dare quanto più vita possibile ai nostri personaggi, cercando di dargli un’anima che non sia legata semplicemente alla parola. Ma poterli far vivere a 360°!
Quante cose possono succedere in soli 60 minuti?
Sono davvero tante le cose che possono succedere in 60 minuti. Storicamente parlando, le sorti dell’umanità si sono ribaltate, si sono capovolte in molto meno di 60 minuti. 60 minuti possono sembrare tanti, invece alla fine bisogna vedere il punto di osservazione e di vissuto.
La nostra è una società mordi e fuggi dove sono tanti 60 secondi?
Si, la nostra è una società moderna dove il mordi e fuggi è consumato in pochi istanti.
Perché 60 minuti è il nuovo tempo di riferimento?
La soglia dell’attenzione, lo dice la scienza, si è abbassata a 60 minuti. Non a caso le serie tv hanno una durata media intorno ai 60 minuti.
60 minuti non saranno pochi per fare tutto?
Come ti dicevo è diventato il nuovo tempo di riferimento pensiamo alle serie TV. La durata di una puntata di una serie TV è più o meno di 60 minuti. Questo tempo nuovo racconta lo scontro generazionale.
Che cosa vuoi dire?
Da una parte vediamo ci sono i Boomer, quelli che hanno vissuto gli anni ’60-’70-’80, poi c’è la generazione Z e quelli nati con il nuovo millennio. In mezzo ci siamo noi: i millennials, quelli nati negli anni ’80-’90, che hanno pagato un po’ lo scotto di quello che hanno lasciato i Boomer facendo da cavia per gli anni della generazione Z. Siamo l’ultima generazione che ha vissuto la lira, infatti siamo gli ultimi che ancora vanno a fare benzina e ci ostiniamo a dire: “4000 lire un litro di benzina!”. Sono 22 anni che non esiste più la lira e noi ancora non ce ne siamo fatti una ragione! Il nostro spettacolo racconta di come sia cambiata la società e noi. Noi che siamo quelli del “potremmo”: potrebbero scrivere la storia perché abbiamo in mano i giusti mezzi, ma non ci va.
Perché non vi va?
Non ci va perché siamo una generazione di pigri e quindi anziché fare lo spettacolo della rinascita teatrale, abbiamo fatto una fotografia di quello che è, potrebbe durare un’eternità questo essere nel mondo. Ci siamo voluti adeguare anche noi ai tempi moderni racchiudendo uno spettacolo in 60 minuti.
Un’ora e tutto può cambiare?
Beh, 60 minuti potrebbero essere pochi, ma abbiamo detto pure che sono tante le cose che si possono fare in 60 minuti, per cui speriamo sia il tempo giusto per concentrare il tutto. Diciamo che saranno 60 minuti veramente esplosivi in cui accadrà di tutto. Lo spettatore si dovrà aspettare di assistere a colpi di scena, a personaggi che entreranno a gamba tesa a disturbare, dando una dinamicità e un ritmo allo spettacolo pazzesco.
Avete una clessidra come faro di orientamento?
Non abbiamo una clessidra! Abbiamo il nostro assistente vocale di scena con noi ci sarà Alexa.
Alexa?
Abbiamo portato da casa Alexa e l’abbiamo messa in scena con noi. Un terzo elemento che sarà in scena con noi, che irromperà, interromperà e disturberà lo spettacolo con battute esilaranti e soprattutto perché da un elettrodomestico non te lo aspetti. Ecco, se ora Alexa mi avesse sentito, mi avrebbe sicuramente rimproverato, per cui alla vecchia clessidra rispondiamo con la modernità di un’assistente vocale sempre presente in scena.
Dopo il debutto andrete in tour?
Abbiamo un piccolo tour nel Lazio, in Abruzzo, e un po’ nel Centro Italia.
Progetti autunnali?
Ci sono grandi progetti per la stagione autunnale. Abbiamo uno spettacolo che bolle in pentola ormai da due anni: “Adamo ed Evo”.
Adamo ed Evo?
Adamo ed Evo, una storia nata durante la pandemia, una storia surreale. Ci troviamo in uno spettacolo televisivo alieno con un po’ di follia all’interno. È uno spettacolo che a causa della pandemia è stato rinviato tantissime volte in attesa di tempi migliori e finalmente dopo tanto attendere dovremmo raggiungere la meta e potremmo dire: ce l’abbiamo fatta. nato appunto durante la pandemia, è rimandato, rimandato, rimandato, in attesa.
Avrai pure tu qualche sassolino nella scarpa?
Beh, sì, diciamo che ho più di qualche sassolino nella scarpa. Qualcuno nel tempo è diventato un macigno, ma non voglio svelare di più, semplicemente perché sono solito togliermi i sassolini in scena, per cui chi vorrà scoprire quali sono i sassolini nelle scarpe può venire il 3 luglio al Teatro Marconi a vedere: “Fuori in 60 minuti”.
Un’ultima curiosità: come nasce il vostro nome?
Una sera a cena, il padre di un nostro amico ci chiedeva continuamente come si chiamava il nostro due e noi rispondevamo sempre con: “poi ve lo dico”. Alla fine a forza di ripeterlo ci siamo guardati e ci siamo detti: “è il nome giusto”. “Poi ve lo dico” è in continuo movimento, siamo alla ricerca sempre di nuovi contenuti, di nuove idee nuove, vogliamo che i nostri spettacoli siano sempre diversi, il nostro stimolo continuo è il rinnovamento.