Più vera del vero

“Più vera del vero” di Martial Courcier sarà in scena al Teatro Marconi dal 29 dicembre all’8 gennaio 2023. Tra gli interpreti Valentina Corti, Felice Della Corte, Riccardo Graziosi per la magistrale regia di Felice Della Corte. I costumi sono affidati alla sapiente creatività di Lucia Mirabile. Luci e fonica a cura di Andrea Goracci. Assistente alla regia sarà il talentuoso Luca Vergoni. Valentina Corti regala un’interpretazione genuina e autentica colorata dalla sua capacità artistica e attoriale che mette in risalto i punti salienti dell’opera. Un lavoro denso della sua cifra significativa e significante che conduce lo spettatore a coniugare emozione e sensazione in un algoritmo particolare che conduce il cuore alla mente fino al possibile. La storia è semplice sebbene dipinta in maniera magistrale dalla penna raffinata di Martial Courcier.

        

Francesco regala al suo amico Giulio, scapolo impenitente in cerca del grande amore, Cloe, il modello androide RCA 222. Cloe ha tutte le qualità per far perdere la testa al più casto degli uomini: bellezza, classe e un menù accessorio integrato che la rende capace di amare. Il programma speciale “più vera del vero”. Ma quello che potrebbe apparire un modo facile di intrattenere un rapporto sentimentale finisce rapidamente per diventare un boomerang emotivo. È amore vero anche se lei è una macchina e allora anche i problemi diventano veri, anzi più veri del vero. Un finale tutto da scoprire e assaporare. Valentina Corti ci racconta e si racconta con gentilezza e disponibilità, apertura e intensità, passione ed emozione.

Un debutto al Marconi è sempre un’emozione intensa, non è vero?

Si, è davvero molto emozionante. Sono molto contenta perché veniamo da due anni di assenza dalle scene e quindi l’emozione è grande. Per quanto mi riguarda il Teatro Marconi è come una seconda casa, ho fatto diversi spettacoli in questo teatro a cui sono molto legata. Uno di questi è “Più Vera Del Vero” che mi vedrà in scena dal 29 dicembre all’8 gennaio. È la seconda volta che lo portiamo al Marconi nel periodo delle feste: la prima volta poco prima della pandemia ma con un altro cast. Quindi si può dire che è un vero e proprio debutto anche questa volta: con me sul palco Riccardo Graziosi e Felice Della Corte che ne firma anche la regia.

Veniamo a noi: chi è Valentina?

Nella commedia io interpreto Cloe, un androide, un robot prodotto da una società americana, un robot multifunzionale RCA 222. Cloe è la copia perfetta dell’umano, anche al tatto è del tutto uguale ad una donna vera. Parla e si muove come una persona vera. Tutto questo è possibile grazie ad un software che consente di programmare il robot a seconda dei gusti di chi lo acquista. Può sembrare una cosa molto maschilista ma poi nella commedia si capisce che così non è. In base a come è stata programmata, Cloe si comporta secondo ciò che più piace a Giulio, il suo proprietario, che ha optato per il “menu full optional” che permette al robot di provare dei sentimenti del tutto umani.

E Valentina Corti?

Sono una donna di 37 anni, sono un’attrice, ho iniziato a fare questo mestiere quando avevo circa 18 anni. Ho iniziato con le pubblicità. Successivamente mi sono iscritta alla facoltà di economia e quindi pensavo che poi la mia strada sarebbe stata differente. Poi ho scelto di ascoltare il mio cuore e ho deciso che il percorso dell’attrice era quello che più mi apparteneva. Ho iniziato un percorso formativo che va avanti tuttora perchè ritengo che il mestiere dell’attore sia estremamente dinamico e quindi non si finisce mai di esplorare e di conoscersi. Attraverso una profonda conoscenza di sè stessi si è in grado anche di affinare il proprio strumento artistico. A vent’anni ho interpretato un piccolo ruolo in una mini serie per Rai 1 dal titolo “Fidati Di Me” per la regia di Gianni Lepre. Da qui è stato chiaro per me che questo era il mio percorso. Dopodiché è iniziata la mia gavetta a teatro, in tv, al cinema sempre con piccoli ruoli, fino ad arrivare a ruoli più importanti in fiction, pellicole e spettacoli teatrali.La mia carriera mi definisce molto come persona.

Perché scegliere di fare l’attrice?

È un mestiere meraviglioso che ti consente di andare in profondità. Un attore è una sorta di speleologo: quando affronta un personaggio indaga e scava per scoprire dei tesori che utilizzerà come strumenti per dare un’anima ai personaggi che interpreterà. È un mestiere molto creativo e va di pari passo con la curiosità di scoprire lati di sé stessi anche insospettabili. È un mestiere che ha a che fare con il viaggio dentro sé stessi.

Più vera del vero, perché?

Il titolo della commedia spiega bene il tema dello spettacolo. Cloe è proprio un robot inizialmente, una sorta di Siri con sembianze umane. Ma attraverso un’attenta programmazione diventa sempre di più una donna vera con i propri sentimenti e fragilità. Cloe, quindi, diventa dunque più vera del vero. E, aggiungo, che tra i tre, forse, è il personaggio più autentico.

Ma quanto verità c’è nel vero?

La verità è relativa. Dipende da quale prospettiva si osserva la situazione. Non credo esista una verità oggettiva su niente.

Tutto dipende dalla prospettiva o dalla casualità?

Per quanto mi riguarda la casualità non esiste, piuttosto esiste una causalità: la famosa legge di causa ed effetto. Una serie infinita di cause che producono una serie di effetti.

Francesco chi è?

Francesco è il miglior amico di Giulio e sono anche colleghi di lavoro. Francesco è sposato con Susanna, personaggio che non vediamo mai all’interno della commedia, ma nonostante questo molto presente, perché è una donna gelosa ed insicura. È un uomo incastrato in una relazione che cerca di far funzionare ma non gli riesce benissimo. Studia manuali sulla coppia, legge articoli su come gestire al meglio i conflitti. È un secchione delle relazioni, anche un po’ presuntuoso perché continua a dare consigli a Giulio su come dovrebbe vivere le sue relazioni. Ma sarà lui il primo a mettersi in discussione nel corso della commedia e realizzerà alcune cose della sua vita. Giulio è uno scapolo incallito che sogna il vero amore. Francesco decide di regalare a Giulio il robot per fargli vivere il brivido di una relazione vera e piena di sentimento. Il vantaggio secondo Francesco è che, se non dovesse funzionare, si potrebbe comunque rispedire al mittente. Non ci sarà quindi una donna che rompe le scatole e che bombarda di telefonate. Francesco proietta su Giulio il suo desiderio di avere una donna come Cloe. Giulio viene quindi convinto da Francesco a provare l’esperienza che, a suo avviso, gli porterà solo vantaggi.

Cloe è una sorta di moglie perfetta?

Assolutamente si. O meglio: è perfettamente programmabile. È una moglie più che perfetta.

Oggi i partner cosa cercano in una relazione?

Ogni storia è a sé stante ovviamente. C’è chi vuole amare incondizionatamente il partner, c’è chi vuole manipolare il partner e renderlo il più vicino al proprio ideale, c’è chi vuole semplicemente compagnia, c’è chi vuole condividere esperienze. C’è quindi chi vive una relazione in maniera sana e chi no. Quindi è molto soggettivo.

Dall’amore alle emozioni in tormento il passo è breve, perché?

Credo siano cose diverse, con radici differenti. Le emozioni in tormento non hanno a che fare con l’amore. L’amore è un sentimento che completa, le emozioni in tormento sono montagne russe.

Cosa c’entra il boomerang emotivo?

In questa commedia il boomerang emotivo si riferisce alla presunzione di avere un oggetto che si programma come un gioco, senza prendere in considerazione il fatto che si dà vita a qualcosa. Ci si dimentica infine che Cloe sia una macchina e ci si innamora di lei. Non ci si aspetta però di potersi innamorare di un oggetto che oggetto non è più. Quando una macchina comincia a provare sentimenti, qual è la differenza tra noi e lei? Forse non c’è differenza…

Ci si può davvero innamorare di un robot?

Secondo me si, se è in grado di dare amore si.

L’amore vero che cos’è, e soprattutto dove si trova?

L’amore si trova dentro ognuno di noi. Dobbiamo per primi imparare ad amare noi stessi incondizionatamente. Quello che noi diamo all’altro è il riflesso di quello che noi abbiamo dentro. L’amore vero è l’amore disinteressato, che non ha attaccamento, che presuppone la capacità di lasciar andare. Non è necessario che riguardi per forza il partner. Madre Teresa di Calcutta è stata in grado di provare un amore universale per esempio.

Chi sono i tuoi compagni di viaggio?

Riccardo Graziosi interpreta Francesco, è una new entry, e Felice Della Corte che interpreta Giulio e cura la regia dello spettacolo. Abbiamo avuto modo di testare la risposta del pubblico per due settimane al Teatro Nino Manfredi di Ostia e abbiamo avuto un ottimo riscontro di pubblico e il cast funziona. Andiamo anche molto d’accordo dal punto di vista umano quindi sinergia perfetta.

Cosa vi aspettate dal pubblico?

Dopo le date al Nino Manfredi eravamo contenti di vedere il pubblico che usciva sorridendo e sicuri che le persone avessero trascorso un’ora e mezza di gioia. Mi commuove il fatto di poter condividere anche solo un pezzo di vita con il pubblico. Le persone sono venute a ringraziarci ma in realtà il ringraziamento è reciproco, perché sono usciti di casa e hanno scelto proprio noi.

Andrete in tour?

Speriamo di sì ma è una domanda che giro al regista Felice Della Corte.

Nel 2023 cosa ci sarà tra i tuoi progetti?

Uscirà una serie tv per canale 5 dal titolo “Anima Gemella” con Daniele Liotti, Chiara Mastalli e un cast meraviglioso. La regia è di Francesco Miccichè. Tutto il resto è top secret!

 

 

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