La rubrica è realizzata in collaborazione con lo studio notarile Roberto Baldassarri con sede a Grosseto
Il linguaggio notarile, con la sua peculiare commistione di formalità e precisione tecnica, ha sempre rappresentato un elemento distintivo della professione. Negli ultimi decenni, tuttavia, questo linguaggio ha subito una significativa evoluzione, oscillando tra il rispetto della tradizione e la necessità di modernizzazione.
Storicamente, il linguaggio notarile si è caratterizzato per la sua complessità e per l’uso di formule arcaiche, spesso di derivazione latina. Questa caratteristica, se da un lato conferiva solennità e autorevolezza all’atto, dall’altro poteva renderlo di difficile comprensione per i non addetti ai lavori. La tradizione linguistica notarile affonda le sue radici nella necessità di garantire certezza giuridica e uniformità interpretativa, obiettivi che hanno giustificato per secoli l’uso di un linguaggio altamente formalizzato.
Negli ultimi anni, tuttavia, si è assistito a una progressiva evoluzione di questo linguaggio, spinta da diverse esigenze. In primo luogo, la crescente complessità delle relazioni giuridiche ed economiche ha richiesto una maggiore flessibilità espressiva, capace di adattarsi a situazioni sempre più articolate e diversificate.
Inoltre, la necessità di rendere gli atti più comprensibili per i cittadini ha portato a una semplificazione del linguaggio, in linea con il principio di trasparenza che permea il moderno diritto. Questa tendenza si è accentuata con l’avvento dell’era digitale, che ha imposto una comunicazione più diretta e immediata.
Un altro fattore di cambiamento è stata l’internazionalizzazione delle relazioni giuridiche. La necessità di redigere atti comprensibili anche in contesti transnazionali ha spinto verso l’adozione di un linguaggio più standardizzato e meno legato a particolarismi nazionali.
Nonostante queste spinte al cambiamento, il linguaggio notarile continua a mantenere alcune sue caratteristiche distintive. La precisione terminologica resta un elemento imprescindibile, data la natura tecnico-giuridica degli atti. Allo stesso modo, alcune formule tradizionali persistono, specialmente in determinati tipi di atti, come i testamenti, dove la solennità del linguaggio conserva un valore simbolico oltre che giuridico.
L’evoluzione del linguaggio notarile si riflette anche nella formazione dei futuri notai. I percorsi di studio e tirocinio pongono oggi maggiore enfasi sulle competenze comunicative e sulla capacità di adattare il linguaggio alle diverse esigenze dei clienti, pur mantenendo il rigore tecnico-giuridico necessario.
In conclusione, il linguaggio notarile sta vivendo una fase di transizione, cercando un equilibrio tra la conservazione di una tradizione secolare e l’adeguamento alle esigenze della società moderna. Questa evoluzione non rappresenta una rottura con il passato, ma piuttosto un adattamento necessario per mantenere l’efficacia e la rilevanza della funzione notarile nel contesto giuridico contemporaneo. La sfida per i notai del futuro sarà quella di preservare la precisione e l’autorevolezza del linguaggio notarile, rendendolo al contempo più accessibile e adatto alle mutevoli esigenze della società.