L’etichetta del gossip in un villaggio: quanto è troppo?

Carissimi lettori del Daily Whisper,

Buongiorno dalla vostra Pippa Pickle. Mi sono imbarcata in una missione tanto pericolosa quanto necessaria: stabilire le regole non scritte del gossip in una comunità dove tutti sanno tutto di tutti, ancora prima che succeda.

Tutto è iniziato durante il mio solito tè pomeridiano con Vivian, la nostra locale Lady Perfection, nel suo giardino impeccabilmente curato. Ormai conoscete questo mio appuntamento che assomiglia ha una pausa psico-Vivian più che a un momento relax.

“Pippa cara” – ha detto Vivian, agitando con grazia il suo cucchiaino d’argento – “hai sentito l’ultima su quel nuovo arrivato, il signor Thompson?”

Ho alzato un sopracciglio, curiosa mio malgrado: “No, cosa?”.

Vivian si è sporta in avanti, abbassando la voce in un sussurro teatrale.

“Beh, dicono che abbia lasciato Londra perché coinvolto in uno scandalo finanziario. Apparentemente, ha ‘preso in prestito’ fondi aziendali per finanziare il suo vizio del gioco!”.

Ho strabuzzato gli occhi posando con la delicatezza di un elefante la mia tazza di tè sopra al piattino, tutto di fine porcellana, ma questo lo avevate già capito! La mia grazia a volte supera ogni aspettativa…. Che ci devo fare sono più ruspante che nobile.

“Vivian! Come fai a sapere queste cose?”.

Ha fatto un gesto vago con la mano. “Oh, sai come funziona qui. Le voci corrono”.

E come corrono, pensai tra me e me. In effetti, corrono così velocemente che, a volte, sembrano anticipare gli eventi stessi. Quella sera, mi sono ritrovata al pub di Rachel, cercando di elaborare una sorta di codice etico del pettegolezzo.

“Rachel” – ho detto, appoggiandomi al bancone – “tu che ne pensi del gossip nel villaggio? Non credi che, a volte, si vada troppo oltre?”.

Rachel ha smesso di pulire un bicchiere e mi ha guardata con un misto di divertimento e rassegnazione. “Pippa, tesoro, il gossip è l’anima di questo posto. Senza, saremmo solo un gruppo di case sparse in mezzo ai campi”.

“Ma non pensi che possa ferire le persone?” – ho insistito.

Rachel ha scrollato le spalle. “Certo che può ferire. Ma può anche unire. Pensa a quante amicizie sono nate condividendo un succulento pettegolezzo!”.

In quel momento, il mio telefono ha squillato. Era Kate, la mia amica avvocato divorzista, in videochiamata da Londra.

“Pippa!” – ha esclamato non appena ho risposto – “Ho appena sentito del signor Thompson! È vero che ha una relazione segreta con la moglie del panettiere?”.

Ho sbattuto la testa sul bancone. “Kate! Non tu! Da dove viene questa storia?”.

Kate ha avuto almeno la decenza di sembrare imbarazzata. “Beh, Gavin me l’ha detto. Ha detto che stava pensando di farne un documentario…”.

Oh, Gavin. Il nostro eterno aspirante regista, sempre in cerca della sua grande occasione. Ho fatto un respiro profondo, cercando di calmarmi.

“Kate” – ho detto lentamente – “stiamo cercando di stabilire delle regole sul gossip qui. Non puoi semplicemente diffondere voci infondate!”.

“Regole sul gossip?” – ha ripetuto Kate, perplessa – “È possibile una cosa del genere?”.

E’ una buona domanda. E’ davvero possibile regolamentare il pettegolezzo in un villaggio come Pluckley?

Determinata a scoprirlo, ho deciso di convocare il mio “consiglio di guerra” per discutere la questione. Vivian, Rachel, Kate (sempre in videochiamata da Londra) e Gavin si sono riuniti nel mio salotto il giorno seguente.

“Allora” – ho iniziato, cercando di sembrare il più professionale possibile, – “siamo qui per discutere dell’etica del gossip a Pluckley”.

Gavin ha alzato la mano come uno scolaretto. “Posso filmare questa riunione? Potrebbe essere un ottimo pilot per una serie: ‘I Guardiani del Pettegolezzo’!”.

“No!” – abbiamo risposto tutti in coro.

“Comunque” – ho continuato, ignorando il broncio di Gavin – “penso che dovremmo stabilire alcune regole base. Per esempio, niente voci su crimini o attività illegali senza prove concrete”.

Vivian ha fatto una smorfia. “Ma cara, questo eliminerebbe metà del divertimento!”.

Rachel ha annuito. “E come faremmo a sapere chi evitare al mercato del sabato?”.

Ho sospirato. Questa sarebbe stata più dura del previsto.

“Okay, che ne dite di questo: niente gossip su questioni che potrebbero rovinare matrimoni o carriere?”.

Kate ha riso attraverso lo schermo del computer. “Pippa, tesoro, se applicassimo quella regola, sarei disoccupata in un batter d’occhio!”.

“E io non avrei più clienti al pub”, ha aggiunto Rachel.

Stavo iniziando a disperare quando Gavin, sorprendentemente, è intervenuto con un’idea sensata.

“E se stabilissimo una regola del ‘tre passaggi’?”, ha suggerito. “Una voce deve passare attraverso almeno tre persone diverse prima di poter essere considerata gossip ‘ufficiale’ del villaggio. In questo modo, ci sarebbe una sorta di verifica incrociata”.

Ci siamo guardati l’un l’altro, stupiti. “Gavin” – ho detto lentamente – “questa è… effettivamente una buona idea”.

Ha gonfiato il petto, orgoglioso. “Lo so. E pensate che bella scena farebbe in un film!”.

Abbiamo ignorato l’ultima parte e abbiamo continuato a discutere. Dopo ore di dibattito (e diversi bicchieri di vino), abbiamo finalmente stilato un elenco di “Regole non scritte del gossip di Pluckley”:

  1. La regola dei tre passaggi: una voce deve essere confermata da almeno tre fonti indipendenti prima di essere considerata valida.
  2. Niente gossip su minori. I bambini sono off-limits.
  3. Le questioni di salute sono private, a meno che la persona interessata non scelga di condividerle.
  4. I pettegolezzi devono essere condivisi face-to-face. Niente messaggi o post sui social media (principalmente perché metà del villaggio non sa come usarli).
  5. Se ti viene chiesto direttamente della fonte di un pettegolezzo, devi essere onesto. O almeno, creativo nel mentire.
  6. Il gossip al pub ha precedenza su tutti gli altri. È considerato territorio neutrale e sacro.
  7. Se un pettegolezzo si rivela falso, chi l’ha diffuso deve offrire da bere a tutta la comunità al pub di Rachel (questa regola è stata aggiunta su insistenza di Rachel stessa).

Soddisfatti del nostro lavoro, abbiamo deciso di testare immediatamente le nuove regole. E quale migliore argomento di prova se non il misterioso signor Thompson?

“Allora” – ho detto, prendendo il mio blocco notes – “cosa sappiamo veramente di lui?”.

Vivian ha iniziato: “Beh, so per certo che viene da Londra e che ha comprato la vecchia casa dei Wilkins in fondo al villaggio”.

Rachel ha annuito. “Confermo. È venuto al pub l’altro giorno e mi ha detto che si è trasferito per ‘un cambio di scenario’”.

“E io l’ho visto al supermercato” – ha aggiunto Gavin – “Comprava un sacco di cibo per gatti, ma non l’ho mai visto con un gatto”.

Abbiamo tutti riflettuto su questa informazione. Tre fonti indipendenti, nessuna menzione di scandali finanziari o relazioni segrete.

“Quindi” – ho concluso – “quello che sappiamo per certo è che il signor Thompson è un ex londinese che ama i gatti ma potrebbe non averne uno. Tutto il resto sono solo speculazioni”.

C’è stato un momento di silenzio, poi Kate ha parlato attraverso lo schermo: “Sapete una cosa? In qualche modo, questo lo rende ancora più interessante”.

E aveva ragione. C’era qualcosa di affascinante nel mistero, nell’idea che ci fosse ancora molto da scoprire sul nostro nuovo vicino.

Nei giorni successivi, ho notato un cambiamento sottile ma significativo nel modo in cui il villaggio trattava i pettegolezzi. Le persone erano più caute nel diffondere voci non verificate, e c’era una sorta di gioco nel cercare di confermare le informazioni da tre fonti diverse.

Certo, non era un sistema perfetto. Ci sono stati ancora scivoloni e momenti di imbarazzo (come quando la signora Higgins ha frainteso completamente la situazione e ha annunciato al circolo del bridge che il signor Thompson era un “accumulatore seriale di gatti”).

Ma nel complesso, sembrava che avessimo trovato un equilibrio. Il gossip continuava a fluire, mantenendo viva l’anima del villaggio, ma con un po’ più di responsabilità e, oso dire, divertimento.

E il signor Thompson? Beh, alla fine si è rivelato essere un scrittore di gialli in cerca di ispirazione per il suo prossimo libro. I gatti? Erano per la colonia di felini randagi che aveva scoperto nel bosco dietro casa sua.

La verità, come sempre, si è rivelata essere più interessante di qualsiasi pettegolezzo avessimo potuto inventare.

Quindi, cari lettori, la prossima volta che sentite una voce succulenta, ricordatevi delle Regole non scritte del gossip di Pluckley. E se proprio non riuscite a trattenervi, beh, c’è sempre il pub di Rachel. Dopotutto, quello che succede al bancone, resta al bancone.

A meno che, ovviamente, non sia abbastanza interessante da essere condiviso con l’intero villaggio.

La vostra Pippa Pickle, il cetriolino più dispettoso del Kent.

P.S. Se Gavin vi chiede di partecipare a un documentario sul “codice etico del pettegolezzo in un villaggio inglese”, per favore, ditegli di no. A meno che non vogliate diventare il prossimo grande scandalo di Pluckley. In quel caso, chi sono io per fermarvi?

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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