Michela Andreozzi è attrice, autrice, regista, una carriera iniziata giovanissima che si è arricchita, anno dopo anno, di successi e riconoscimenti. La sua vita è intrecciata in un itinerario avvincente, denso di vita e vissuto, adesso è in un momento di grande successo. La troviamo a teatro in “Love Match”, scritto con il marito Massimiliano Vado con cui ha firmato anche l’adattamento teatrale di “Fiori d’Acciaio” che sta riscuotendo un successo incredibile, a cui si aggiunge la serie per Netflix: “Guida astrologica per cuori infranti”. La seconda stagione è appena uscita ed è già in vetta alla classifica di Netflix. Chissà se non verrà confermata anche una terza stagione considerando l’accoglienza calorosa del popolo di Netflix. Michela Andreozzi ci racconta questo suo magico momento.
È al Teatro Golden con “Love Match”, di cosa parla lo spettacolo?
“Love Mach” è un’indagine che abbiamo fatto io e mio marito sull’amore, attraverso la lente dell’umorismo, che è ciò che ci caratterizza. Sono venti microstorie d’amore, in venti esercizi di stile diversi: uno comico, uno sarcastico, uno tenero, ci sono anche il ballo e le canzoni.
Dove conducono queste venti microstorie?
A comprendere che dobbiamo apprezzare le cose che abbiamo in questo momento perché sono tempi molto difficili.
Come nasce questo lavoro teatrale?
Abbiamo sentito l’esigenza di raccontare l’amore e di condividerlo.
Perché?
È forse l’unico modo con cui possiamo affrontare la vita, ed è anche una risorsa inesauribile. Noi aspettiamo l’amore da fuori, ma in realtà lo produciamo. Avere un approccio amoroso nei confronti delle cose è importante. Soprattutto, parlando di coppie, diamo per scontato che si possano attraversare varie fasi, e che si possa deteriorare, in realtà se teniamo a mente le cose per cui ci siamo innamorati dell’altro – che spesso poi diventano quelle che detestiamo – e le abbiamo care, queste diventano una risorsa per noi, per la coppia.
In altre parole?
Ricominciamo a dare peso e valore alle piccole cose. Perché non sono scontate. Abbiamo bisogno di legarci proprio alle piccole cose in questo momento, perché le grandi si sfuggono.
Sono le piccole cose che tengono insieme l’amore, le relazioni?
Beh, le grandi cose io non le conosco! Nel senso che le grandi cose sono quelle che si affrontano fuori da una coppia, da un matrimonio. Che poi, le grandi gioie o i grandi disastri, se si affrontano in coppia si vivono meglio. Ma la coppia vive di cose piccole, di quotidiano.
“Love Mach” aiuta a fare consapevolezza e riconoscere ciò che abbiamo senza perdersi nel di più?
Non cerchiamo di dare delle risposte, il nostro intento è condividere il nostro punto di vista ovvero quello che l’amore può essere grande, piccolo, storto, faticoso, difficile, sbagliato, l’importante è essere a proprio agio all’interno di una storia d’amore. Noi finiamo lo spettacolo con una poesia di Trilussa: “Un’ape si posa su un bottone di rosa, lo succhia e se ne va. Tutto sommato la felicità è una piccola cosa”. Noi crediamo che la felicità sia una piccola cosa.
L’amore è essere in coppia o essere in famiglia?
Ha tante forme. Noi siamo una famiglia di due persone e un cane. Poi ci sono le famiglie di nove persone, ma anche un single è un “nucleo familiare”. Ognuno deve trovare la sua dimensione, a volte chi è solo ha la possibilità di comunicare con tante persone, a volte se sei in coppia comunichi solo con la persona che hai accanto.
L’amore può diventare abitudine?
L’amore, per sua natura, con il tempo lo diventa. Quello che cerchiamo di comunicare in “Love Match” è che anche l’abitudine è bella e può essere una modalità rassicurante. In questo momento in cui abbiamo perso e stiamo perdendo delle certezze, delle sicurezze, dove abbiamo smarrito dei punti fermi, forse le abitudini possono tornare a essere qualcosa da abbracciare, da considerare con tenerezza.
Cosa pensa del poliamore?
Ho anche scritto un soggetto sul poliamore! Probabilmente è sempre esistito in modi occulti, magari si chiamavano cornaoppure taciti accordi, ne conosciamo tante di storie! Vittorio De Sica aveva due famiglie e festeggiava il Natale mandando indietro le lancette dell’orologio di casa: Pupo che ha due compagne di vita da anni, però sono uomini divisi tra due situazioni. Il poliamore oggi coinvolge più persone nello stesso rapporto d’amore. Credo che se le persone coinvolte sono a loro agio in questa forma si relazione va bene. Credo sia essenziale che siano tutte a loro agio. Se due sono a loro agio e la terza no allora non è poliamore, è una costrizione.
Come si fa a liberarsi da un amore tossico?
Domanda difficile! Se ci rendiamo conto di vivere all’interno di un amore tossico la cosa importante è rivolgersi a uno specialista che aiuti a fare consapevolezza, affrontando il problema in maniera professionale. È importante farsi seguire da uno psicologo.
Com’è lavorare con il proprio compagno di vita?
È interessante, stimolante, non sempre facile.
Perché?
Siamo due artisti, se uno di noi due ha un’idea e l’altro non la segue eh … siamo due maschi Alpha. Fai tu! Però devo dire che quando due maschi Alpha vanno dalla stessa parte è molto, molto interessante.
“Guida astrologica per cuori infranti”, un successo anche per la seconda stagione appena uscita, se lo aspettava?
È appena uscita, è altissima nella classifica di Netflix. Nella prima serie sono stata coinvolta come regista dalla creatrice Bindu De Stoppani, la seconda l’ho anche scritta: le prime tre puntate sono mie, ed è stata un’esperienza bellissima. Intanto perché ho avuto la possibilità di lavorare con un team, un distributore e un produttore internazionali, come volevo fare da tempo. Poi perché mi sono confrontata con un genere per me nuovo, che mi ha messo un po’ alla prova. Però è stato interessante. Bindu ha tratto questa serie dall’omonimo romanzo di Silvia Zucca, e devo dire che abbiamo fatto quello che si paventa sempre tra donne: un cordone forte e determinato.
Serie molto stimolante?
È semplice, dritta, onesta.
È quello che dicevamo prima: “abbiamo bisogno di cose semplici”?
Si, assolutamente! Viviamo in un momento difficile tra la pandemia e la guerra, questa è stata la motivazione che ci ha spinto a portare “Love Match” a teatro in questo momento storico. Uno spettacolo molto dolce, coinvolgente in cui si parla di quello che possiamo dare sia a chi abbiamo vicino sia a chi invece è lontano.
A teatro c’è anche “Fiori d’acciaio”, dirigi un cast tutto femminile, che sta riscuotendo un grande successo, qual è il filo conduttore delle sei protagoniste?
Sta andando benissimo! C’è un super cast: Tosca D’Aquino, Rocío Muñoz Morales, Emanuela Muni, Emy Bergamo, Giulia Weber, Martina Difonte. Io ho fatto l’adattamento e firmato la regia insieme a mio marito: è stato molto stimolante dirigere sei donne così diverse. Ho riadattato il testo in Itali e ora è uno spettacolo completamente italiano, ambientato nella Sorrento degli anni ’90. È stata una vittoria, perché questi personaggi hanno preso vita con le loro personalità, l’una differente dall’altra. Sei accenti diversi. Sei storie di vita differenti. Ognuna delle quali porta qualcosa di unico e di diverso. C’è la madre, la figlia, la donna che lavora, la scappata di casa, la vedova e la donna che invece si rimette in gioco. Sei aspetti della femminilità. È certamente uno spettacolo inclusivo, perché si parla di sei donne diversissime che si rispettano a vicenda accettandosi esattamente così come sono senza la pretesa di cambiarsi.
Progetti?
Sto adattando il penultimo libro di Fabio Volo, “Una gran voglia di vivere”, che diventerà un film.