La disabilità è solo negli occhi di chi guarda

C’è tutto un mondo da scoprire, da cogliere e assaporare. Silvia Calcavecchia è una donna in cammino, con una compagna di viaggio che non l’ha mai lasciata sin dal momento della sua nascita: la disabilità. Eppure, nonostante tutto, Silvia non si è arresa e mai lo farà. La sua vita è a stretto contatto con un problema che avrebbe potuto impedirle di vivere ma lei, forte e determinata, grintosa e sognatrice, ha fatto scacco matto al suo essere una persona disabile dimostrando a tutti che se vuoi puoi. Nulla è impossibile se dentro di te vuoi mordere la vita, assaporarla e al tempo stesso viverla. Silvia è una donna dalle mille risorse, il suo sguardo gentile, la sua delicata essenza fa comprendere quando sia importante cogliere ogni suo insegnamento. Ci si emoziona profondamente ad ascoltarla, perché le sue parole sono una carezza all’anima, una mano tesa verso il domani, una presenza autentica e partecipe.

    

Ciao Silvia, grazie per questa intervista, mi sento fortunata, raccontaci di te?

Ciao a tutti, grazie mille per questa intervista! Mi chiamo Silvia Calcavecchia, sono la fondatrice di “Sissiland”. Sono una donna, una dottoressa in giornalismo, una divulgatrice, una scrittrice, una TEDx speaker, una content creator, una blogger, una creativa, un’artista. Sono tante cose, non mi è mai piaciuto racchiudermi in una sola categoria. Sono anche una ragazza con disabilità. Sin dalla nascita convivo con una paralisi cerebrale infantile che mi provoca delle difficoltà nel coordinare i movimenti del corpo. All’età di 22 anni, quando frequentavo l’Università di lettere, mi hanno diagnosticato anche una malattia degenerativa agli occhi ed al momento mi rimane l’1% di vista. Nonostante le difficolta, i pregiudizi, i limiti che gli altri mi hanno imposto, non ho mai smesso di credere nei miei sogni e di lottare per ciò in cui credo.

3 aggettivi che sono perfetti per descriverti?

Determinata. Sensibile. Ironica.

Come nasce il tuo amore per la pittura?

Quando dovevo scegliere quale liceo volevo frequentare per varie vicissitudini mi sono ritrovata all’istituto d’arte. Onestamente non avevo particolari doti artistiche, ero più portata per le materie umanistiche eppure, durante quegli anni, non solo ho imparato a mettermi in gioco sfidando i miei limiti fisici ma ho anche sviluppato l’amore per l’arte, la bellezza e la progettazione. Quest’estate, ho sentito il bisogno di esprimermi in maniera diversa oltre alla scrittura e alla fotografia. Colori, pennelli e una tela bianca sono state le prime cose che mi sono venute in mente. Ho sempre saputo che la pittura sarebbe stata un’altra delle tante forme con cui avrei desiderato esprimermi ma fino a quel momento avevo sempre rimandato. Quando ho dipinto la mia prima tela, mi sono sentita leggera, libera. Eravamo io e le mie emozioni, le stesse emozioni che fino ad allora avevo esternato solo con le parole adesso uscivano sotto una nuova forma, ed è stato qualcosa di bellissimo.

Sissiland è un progetto importante, ci racconti qualcosa?

Nel 2017 decido di cambiare il nome del mio profilo Instagram che utilizzavo solo per condividere qualche scatto fotografico della realtà in “@sissiland_”. Inizio timidamente a raccontarmi, a mostrarmi in foto e successivamente anche in video. Non sapevo dove mi avrebbe portata tutto ciò ma sentivo il bisogno di farlo. Mi sono messa in gioco seppur con non pochi timori poiché non sapevo come avrebbe reagito la gente. In quel periodo, in Italia non c’erano tante persone con disabilità sui social, ma piano piano, le persone che mi iniziano a seguire reagiscono positivamente e mi incitano a continuare. Comprendo così che la mia storia, le mie esperienze e le mie parole possono essere d’aiuto per chiunque avesse voglia di seguirmi. Raccontandomi ho avuto la possibilità di diventare quel “qualcuno” che sarebbe servito a me anni prima, quando mi sentivo sola, diversa e sfiduciata nei confronti della vita. Su @sissiland_ ci sono io a 360 gradi, la mia ironia, le mie passioni, le mie riflessioni, pezzetti di vita quotidiana. C’è la mia voglia di portare una nuova visione della vita e del mondo. Nel novembre del 2019 apro il mio blog Sissiland. Sentivo di volere fare un passo in più e di avere uno spazio tutto mio dove poter scrivere e condividere.

Cosa Condividi nel blog?

Sissiland non è un blog che parla di disabilità ma al contrario, ha l’intento di raccontare come una persona con disabilità abbia dei sogni, delle passioni e degli interessi che vanno oltre i limiti che una disabilità stessa può comportare. Spesso, nel corso della vita mi sono sentita identificata con la mia disabilità e, attraverso i miei racconti e le mie condivisioni, voglio lanciare un messaggio positivo ed inclusivo. Sul mio blog il lettore trova racconti di viaggio, le mie ricette vegane, tanti consigli di lifestyle, crescita personale, compresi quelli per uno stile di vita più green e sostenibile.

Chi ti aiuta in questo progetto?

Principalmente gestisco tutto da sola, sia il blog sia Instagram, ma al mio fianco c’è Benny, il mio compagno di vita da più di dieci anni. Lui è il fotografo ufficiale di Sissiland!

La cosa che più ami fare?

Amo viaggiare, passeggiare in mezzo alla natura, guardare film, scrivere, fotografare, dipingere, ascoltare musica, ballare, ascoltare il suono delle onde del mare, ma la cosa che più amo fare è VIVERE!

In che cosa credi?

Credo nella gentilezza, nell’essere sempre fedeli a sé stessi, nei sorrisi, nell’amore e nei piccoli gesti che fanno la differenza. Credo che tutti quanti abbiamo una missione su questa terra e che nulla avviene per caso.

 

I cibi che adori mangiare?

Il pane con il pomodoro, la pizza, il risotto, la pasta al forno con ragù di soia o di verdure.

Sai cucinare?

Sì, adoro cucinare. Questa è un’altra delle mie passioni nata quando mi sono trasferita a Parma per proseguire gli studi universitari. Finalmente avevo una cucina dove poter cucinare, seppur condivisa con altre trenta persone (visto che vivevo in uno studentato). Questo mi ha spinto a prendere la decisione di diventare dapprima vegetariana e dopo poco tempo, vegana. Era una scelta che avevo fatto con il cuore sin da piccola ma solo quando ho raggiunto una certa indipendenza ho potuto realizzarla nel concreto. Scoprire nuove ricette, sperimentare, conoscere nuovi ingredienti mi ha stimolata tanto. Nel concreto non riesco a cucinare per via della mia disabilità, ma cucino insieme a Benny. Lui mi presta le sue mani e io metto a disposizione la mia creatività. Siamo una squadra!

Il tuo piatto preferito?

La pizza.

Tu scrivi “c’è un mondo oltre i limiti che vedi”, aiutaci a capire?

Ho scritto questa frase un paio di anni fa per invitare a guardare oltre quello che i nostri occhi, i pregiudizi, i filtri che mettiamo, ci impediscono di vedere. Spesso lasciamo che gli occhi ci influenzino di continuo dimenticando che sono lo specchio dell’anima. Ci soffermiamo sul colore della pelle, sulle difficoltà che può avere una persona nel camminare o se questa sta in sedia a rotelle dimenticandoci che per prima cosa colui/colei che abbiamo di fronte è una persona con un mondo interiore tutto da scoprire. Con la frase “c’è un mondo oltre i limiti che vedi” voglio invitare a guardare a 360 gradi e non solo una parte “limitante” di una persona.

La disabilità è veramente una disabilità? Oppure è solo negli occhi di chi guarda solo l’apparenza?

La disabilità crea delle difficoltà maggiori in chi la vive, questo è innegabile, ma è anche vero che la disabilità è una delle tante caratteristiche di una persona, come lo sono i capelli ricci o gli occhi azzurri. “La disabilità è solo negli occhi di chi guarda” se chi la guarda si limita a guardare la persona solo come disabile e non come persona nella sua interezza.

Madre natura, a volte, non è molto generosa?

Madre Natura è generosa, è abbondanza e ricchezza. Basta osservare quanta bellezza abbiamo intorno a noi per accorgerci del dono della vita che ci ha concesso. Talvolta può sembrare ingiusta, se penso alle malattie, ai bambini che soffrono o che muoiono e non ho una spiegazione logica per tutto questo. Credo però che nulla di ciò che ci viene “inflitto” sia superiore a ciò che possiamo sopportare e che ogni individuo che viene alla luce ha un suo compito da portare a termine che servirà a sé stesso per evolvere e crescere o per aiutare qualcun altro a farlo. Nulla avviene per caso.

Quante volte hai detto: “voglio farcela”?

Tantissime volte, sin da quando ero piccola. Se non avessi avuto la determinazione e la testardaggine di fare le cose fino a quando non sarei riuscita a raggiungere i miei obiettivi, di certo, oggi non sarei arrivata fino a qui.

La bellezza del mondo vista con i tuoi occhi?

La bellezza del mondo per me è fatta di tante piccole cose che talvolta diamo per scontate: un tramonto, la luce della luna che filtra dalle finestre, i colori del foliage e dell’arcobaleno dopo una tempesta, il profumo della pioggia, un cielo stellato, il vento tra i capelli, il suono delle onde del mare, il sorriso di un bimbo, una coppia di vecchietti che cammina per strada mano nella mano…

 

Quanto lo sguardo dell’altro ferisce?

Lo sguardo può ferire ma lo fanno anche le parole e gli atteggiamenti. Spesso mi è capitato di sentirmi “guardata” con curiosità, compassione, pietismo e posso ammettere che non è affatto piacevole. Ti senti un po’ una “cavia da laboratorio” che viene studiata. Con il tempo ho superato tutto questo imbarazzo imparando a riderci su. Penso che ci sia ancora da fare per educare e sensibilizzare la società ad una nuova visione delle persone con disabilità. Si usano ancora a sproposito parole come “handicappato” per offendere qualcuno dandogli così dello scemo/stupido/ menomato non rendendosi conto che è una duplice offesa. Ciò denota quanto questo concetto sia radicato nella società e come le persone con disabilità non vengano ancora viste alla pari degli altri. C’è anche da considerare la visione stereotipata di “angeli”, “esseri speciali”, “asessuati” o semplicemente si ha l’idea che l’avere una disabilità imbruttisca quella persona. Mi è capitato ad esempio di trovarmi seduta al tavolo di un bar ed avere addosso lo sguardo di un ragazzo che mi fissava. Dal modo in cui lo faceva si capiva che mi considerava una bella ragazza ma, ad un certo punto, quando ha capito che avevo una disabilità, si è girato dell’altro lato. Come se non fossi più la stessa ragazza di prima o che avesse fatto uno sbaglio a considerarmi una ragazza attraente nonostante la disabilità.

La leggerezza come si raggiunge?

Si raggiunge quando hai fatto pace con il passato e con te stesso, hai saputo lasciare andare tutti i pesi che ti portavi dentro e inizi a vivere la vita con gratitudine.

La bellezza per te che cos’è?

La bellezza per me non è di certo quella stereotipata che la società ci ha fatto credere finora e non è nemmeno racchiusa dentro una taglia, ma risiede nell’unicità di ciascuno di noi, nella sua autenticità più assoluta.

E il fascino?

Il fascino credo che dipenda da un mix di aspetti: dal modo in cui si esprime, da come gesticola, dal modo in cui ride, osserva e dalla confidenza con il suo corpo… Si può essere affascinanti anche con un paio di jeans e le converse.

La cosa più irresistibile in una donna?

L’intelligenza e il sorriso.

L’amore che posto occupa nella tua vita?

Il primo posto. L’amore è in grado di moltiplicarsi a dismisura e non è riducibile esclusivamente a quello di coppia. C’è l’amore per sé stessi, per i cari, per il/la compagno/a, per i figli, per gli animali, per la natura…. L’amore è il motore di ogni cosa. Noi siamo amore e credo che non ci sia cosa più importante insieme alla salute.

Sei innamorata?

Sì, sono innamorata, non solo del mio compagno ma anche della vita.

La vita è densa di intemperie, tuttavia, l’importante non è quante volte si cade ma come ci si rialza, sei d’accordo?

Sono molto d’accordo. Nel corso della mia vita sono caduta tante volte sia fisicamente che metaforicamente ma ogni caduta mi ha reso più forte e consapevole. Ogni caduta è una nuova occasione per imparare, crescere ed evolversi.

I tempi corrono e adesso tu dove sei?

Sono in una fase della vita di crescita sia come persona che come professionista. Una fase di evoluzione con tanta voglia di tirare fuori nuovi sogni dal cassetto.

 

Riceverai un Premio molto importante, Eccellenza Italiana 2022, fortemente voluto dal Presidente di Assotutela Emi Michel Maritato, vuoi parlarcene?

Sicuramente quando me l’hanno comunicato ero incredula ma è una grande soddisfazione e onore ricevere questo premio. Dimostra che tutti i sacrifici di questi anni, l’essermi messa in gioco, l’aver usato la mia voce per sensibilizzare, abbattere tabù, condividere esperienze e riflessioni che spaziano dal mondo della disabilita, alle donne, alla sostenibilità è stato notato e apprezzato. Per me è un motivo in più per continuare a fare sempre meglio affinché possa contribuire attivamente nell’apportare un cambiamento e una nuova visione del mondo.

Un sogno nel cassetto?

Ho tanti sogni nel cassetto, tra questi c’è quello di vedere il mio libro in libreria!

Da grande cosa farai?

Lo sto ancora scoprendo!

 

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